«Sdraiato a terra come i Doors. Vestito bene, Michael Kors», canta Achille Lauro mentre un cielo di globi rossi e arancioni scende sugli spettatori, una platea riunita in un cerchio vibrante. È l’apice di un rito collettivo che nelle precedenti due ore ha costruito un’esperienza a 360 gradi, capace di coinvolgere gusto, tatto, vista, olfatto e udito.
L’aveva annunciato Giorgia Surina all’apertura della serata: «Sarà un’esperienza multisensoriale». E così è stato. Perché quello che BAT Italia e glo hanno messo in scena a Roma con il lancio dei nuovi glo Hilo e glo Hilo Plus è stata sì la presentazione di prodotto, ma anche un manifesto estetico.
I nuovi dispositivi, concepiti per un’esperienza d’uso più immersiva, sono solo il punto di partenza di una filosofia più ampia — quella di una community che si riconosce nella sperimentazione, nella ricerca del piacere sensoriale e in un’idea contemporanea di lifestyle. Un “ecosistema glo”, direbbero i manuali di marketing. Ma qui la parola chiave è “esperienza”.

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Un prodotto, infatti, per quanto innovativo, per quanto possa avere nuove funzionalità e un design rivoluzionario, rimane un prodotto. Quello che però glo ha costruito è il corpo della sua vision: un’esperienza e una community che vivono e si alimentano a vicenda.
La location dell’evento, The Circle, non è casuale. Un nuovissimo temporary hub esperienziale firmato da Lux Entertainment (specialisti in mostre immersive) in collaborazione con Italia Eventi Group e sponsorizzato da glo, pensato come un punto di incontro tra arte, musica, design e gastronomia. Un “clubbing esponenziale” che supera i confini della classica serata per trasformarla in un viaggio percettivo.
Entrati al The Circle, ha preso il via l’esperienza. La mostra-installazione era costruita come una sorta di percorso iniziatico. 10 agosto di Hyperstudio: una dedica poetica alla Notte di San Lorenzo con dodici altalene sospese sotto una costellazione artificiale fatta di sfere luminose. The Spark di Stroboscope per catapultare i visitatori in un tunnel sensoriale che riproduceva la scarica emozionale del colpo di fulmine. AI Data Sentient Paintings del collettivo Ouchhh che ha dato origine a un ambiente digitale in cui le emozioni dei visitatori venivano catturate e trasformate in opere generative, come se l’Intelligenza Artificiale imparasse a dipingere le sensazioni. Mentre Via Lattea di Motorefisico, formata da 400 lampadine sospese, ha architettato l’immagine fragile e potente della galassia.

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Non poteva mancare la parte gastronomica, concepita come un’estensione del viaggio sensoriale. Lo chef Domenico Stile, stella Michelin dell’Enoteca La Torre, ha costruito un menu che ballava sui contrasti — acidità, dolcezza, texture — riproponendo, anche nella visione del food, l’elemento magico del cerchio. Patrick Pistolesi, tra i bartender più premiati al mondo, ha invece creato una selezione di cocktail pensati per l’evento e per moltiplicare i rimandi sensoriali dell’evento. Non solo food pairing, ma un linguaggio a sé, che traduceva in sapori ciò che le installazioni raccontavano in luce e suono. Anche l’olfatto è entrato nel cerchio magico, con Laboratorio Olfattivo, che ha dedicato a The Circle profumazioni d’ambiente per un’esperienza che ha coinvolto ogni dimensione.

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E poi il gran finale, Achille Lauro. Con la sua band e un concerto muscolare, ha portato sul palco i suoi successi più noti. Quando ha intonato Rolls Royce e poi Me ne frego, il pubblico era ormai parte dello spettacolo — un unico corpo collettivo, pulsante.
Quello costruito da glo con The Circle non è stato solo un evento di lancio, ma un pretesto per moltiplicare un “discorso di marca” più ampio sul piacere, sulla percezione e sulla possibilità di costruire comunità attraverso i sensi. Un piccolo universo sospeso, temporaneo, in cui tecnologia e umano hanno ballato insieme.








