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A Bradley Cooper per ‘Maestro’ il Visionary Award di Capri, Hollywood 2023. Onore anche alle ucraine Vicool E Saida

Una proiezione speciale del film oggi 30 dicembre sull'Isola azzurra, nel contesto del festival fondato e prodotto da Pascal Vicedomini

Foto: Netflix

È a Bradley Cooper, regista di Maestro (disponibile su Netflix), che la 28esima edizione di Capri, Hollywood – The International Film Festival, la grande festa del cinema internazionale che chiude l’anno italiano dall’Isola azzurra, assegna il Capri Visionary Award.
 
Un riconoscimento che arriva nel mezzo della stagione degli Awards, in cui il secondo film alla regia di Cooper corre in diverse categorie. Il film, omaggio al celebre compositore Leonard Bernstein, vede proprio il filmmaker USA nel ruolo del protagonista (che, lo ricordiamo, non era solo compositore, ma anche pianista e direttore d’orchestra) al fianco di Carey Mulligan, che interpreta la moglie di Bernstein, Felicia Montealegre. La trama ripercorre vita e opera dell’artista, tra i successi strepitosi e gli scogli delle pareti domestiche, dove non sempre tutto è oro.
 
Un ulteriore Visionary Award è stato assegnato alle super-fotografe della moda mondiale Vicool & Saida (premiate insieme alla top-model connazionale Liza Makhu) e al professor Gabriele Pao Pei Andreoli, fondatore del World Changers Summit, che ogni anno porta alla Pontificia Accademia delle Scienze in Vaticano le menti internazionali più brillanti per discutere di economia, innovazione, biologia, inclusione e ambiente.
 
Ed è stato proprio il professore Andreoli a presiedere il Movie Educational Seminar (realizzato al teatro Nest di San Giovanni a Teduccio con la Scabec) nonché il Simposio alla Certosa di San Giacomo su “A.I. e il cinema: La cultura ci salvera?”.
 
A poco più di un mese dalla fine dello storico sciopero degli sceneggiatori e degli attori che ha paralizzato l’industria del cinema americano, infatti, il tema dell’intelligenza artificiale in rapporto con il cinema e gli audiovisivi continua a far discutere, malgrado la tregua tra produttori e sindacati degli artisti.
 
Accanto ad Andreaolo era seduto un maestro del cinema globale, l’irlandese Jim Sheridan (Il mio piede sinistro, The Boxer), alfiere da sempre di opere dal forte contenuto politico. «L’intelligenza artificiale è pericolosa per la cultura?», si domanda Andreoli, un passato giovanile da attore nella storica serie televisiva I ragazzi del muretto e oggi divulgatore scientifico e studioso internazionale di neuroscienze.
 
«Ogni volta che usciamo dalla nostra comfort zone, siamo obbligati a fare uno sforzo, creiamo una micro-genesi in noi, sviluppiamo nuove abilità. La vera differenza tra noi e le macchine sta nel nostro essere umani, inteso come essere biologici. La macchina non può evolversi da sola, mentre noi abbiamo questa abilità. Dunque, l’unico modo in cui possiamo vincere le macchine è conservare la nostra genetica e portarla sempre verso lo sviluppo».
 
Intanto sull’Isola azzurra proseguono anche i classici Simposi, nella Sala Diefenbach della Certosa di San Giacomo, coinvolgendo gli ospiti del festival fondato e diretto da Pascal Vicedomini con l’Istituto Capri nel mondo, con il sostegno del MiC (DG Cinema) e della Regione Campania, la partecipazione di Intesa Sanpaolo e Givova e con il patrocinio dell’Assemblea parlamentare del Mediterraneo, la Città Metropolitana di Napoli, la Città di Capri, il Comune di Anacapri, la Croce Rossa Italiana e il Nuovo Imaie.
 
Tutte le informazioni su https://www.capri-world.com/.
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