«Un vero amico è per sempre». Vladimir e Silvio, storia d’amore in quattro atti (più uno) | Rolling Stone Italia
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«Un vero amico è per sempre». Vladimir e Silvio, storia d’amore in quattro atti (più uno)

Cosa hanno in comune un ex agente del Kgb nato a Leningrado e un imprenditore brianzolo amante della bella vita? Tutto: questione di affinità elettive. Ecco i momenti più significative di un'amicizia ventennale

«Un vero amico è per sempre». Vladimir e Silvio, storia d’amore in quattro atti (più uno)

Foto di Sasha Mordovets/Getty Images

Cosa hanno in comune un ex agente del Kgb nato a Leningrado e un imprenditore brianzolo amante della bella vita? Goethe coniò il concetto di «affinità elettive» partendo da una questione chimica, ovvero dalla tendenza di alcuni elementi a legarsi ad alcune sostanze e non ad altre. Per le persone vale la stessa cosa: tutti conosciamo coppie solidissime composte da persone all’apparenza molto diverse tra di loro. Non si sa mai bene perché, ma certe cose funzionano a prescindere da tutto il resto, semplicemente a volte la vita va così.

Silvio Berlusconi e Vladimir Putin, è evidente da un ventennio, si piacciono molto e questo, più che dalle dichiarazioni incrociate che si sono susseguite nel tempo, si capisce benissimo dagli sguardi immortalati nelle centinaia di foto scattate alla coppia. Gli sguardi sono quelli degli innamorati, in un qualcosa che va oltre la politica e, forse, anche oltre l’umana comprensione.

Qualche giorno fa, in diretta televisiva, l’ambasciatore Umberto Vattani ha raccontato a Myrta Merlino di essere stato testimone oculare del primo incontro da Silvio e Vladimir. Era il 2001, a Genova c’era il G8, questo è il breve aneddoto: «Putin non sorrideva, aveva uno sguardo gelido. Berlusconi gli chiese come mai un paese importante come il suo non fosse nell’Unione Europea. L’ambasciatore russo mi chiese se avesse sentito bene».

Il punto politico era duplice: da un lato l’accordo Eni-Gazprom per il Blue Stream, dall’altro le manovre che avrebbero portato, nel maggio del 2002, agli accordi di Pratica di Mare, il primo vero atto di distensione tra la Russia e il cosiddetto «mondo libero» dalla fine dell’Unione Sovietica. Ancora oggi Berlusconi ritiene che quell’evento di cui lui fu gran cerimoniere va considerato come la vera fine della Guerra Fredda.

Da lì, ad ogni buon conto, è cominciata la storia dell’amicizia tra il presidente Russo e il cavaliere. Ecco allora un elenco di quattro momenti (più uno) fondamentali di questa grande amicizia che, tra alti e bassi, prosegue ancora oggi.

Tra la Sardegna e il Mar Nero

Katya e Masha, le figlie di Putin, non le aveva praticamente mai viste nessuno fino all’estate del 2002. Il mistero su di loro era quasi totale, addirittura c’era chi ne metteva in dubbio l’esistenza. Poi, un bel giorno, in Sardegna, eccole lì con il loro papà a far visita all’amico italiano nella sua residenza estiva. Qualche mese prima, quel buffo signore italiano con pochi capelli e apparentemente incapace di smettere di parlare era stato a Soci, sul Mar Nero, dove invece è il presidente russo ad avere la casa delle vacanze. «Mi sembra di andare a incontrare un vecchio amico», disse Berlusconi alla vigilia della partenza. Nel 2003 Putin torna un’altra volta in Sardegna, le cronache politiche dell’epoca riferiscono che la discussione con Berlusconi era incentrata soprattutto sulla guerra in Iraq. Qualche mese dopo, a novembre, Silvio per la prima volta prende pubblicamente le parti di Vladimir su un caso specifico: l’arresto dell’oligarca Mikhail Khodorkovkij, ritenuto da Mosca un agente straniero. Nel discorso si arriva anche a parlare della guerra in Cecenia e delle ripetute violazioni dei diritti umani compiute dai russi. «Non diffondiamo leggende», dice Berlusconi ai cronisti, accusandoli di denigrare gratuitamente quella che lui definisce «operazione anti-terrorismo in corso nel Caucaso».
Tra la villona di Porto Rotondo e la dacia nel Caucaso, comunque, i rapporti saranno continui per anni, alla fine faranno amicizia anche le (ormai ex) consorti: Veronica Lario e Liudmila Putina saranno spesso fotografate insieme. Chissà cosa si saranno dette dei rispettivi mariti.

Le mille e una notte

Nell’autunno del 2007 Berlusconi è a San Pietroburgo, in riva al lago Valdai. Per l’occasione, l’amico Putin organizza nella sua dacia un grande spettacolo con le migliori danzatrici del ventre di tutte le Russie. E non solo: acquari con pesci tropicali al posto delle pareti, oro zecchino ad adornare i mobili, ninnoli dei materiali più preziosi. Una via di mezzo tra la residenza dello Zar e le case dei Casamonica sul litorale di Ostia. Silvio apprezza molto, e sei mesi dopo, ricambia a Villa Certosa. Non c’è Aida Yespica come molti giornali hanno supposto alla vigilia, ma c’è il cast del Bagaglino al completo. Una ventina di persone tra fantasisti, soubrette e intrattenitori vari che danno spettacolo per l’ospite russo, che sembra apprezzare. La visita privata in Sardegna si ricorda anche per le lunghe passeggiate nei boschi che Vladimir e Silvio fanno insieme. E per una battuta di Berlusconi in risposta alla domanda di Putin sul suo recente successo elettorale contro Veltroni: «I comunisti sono spariti dal parlamento. Capirai bene che per me questo è un grande successo…».

Bang! Bang!

Ancora aprile del 2008, ancora a Porto Rotondo, durante una conferenza stampa congiunta una giornalista russa domanda a Putin: «È vero che lei vuole divorziare? Non pensa a sua figlia, che oltretutto vive all’estero?». Il gelo cala in sala. Vladimir non scappa dalla domanda, ma risponde in maniera molto precisa: «Si sa che mi piacciono le donne russe, solo le donne italiane possono competere. Per il resto non tollero intrusioni nella mia vita privata». Le cronache rosa sostengono che il leader del Cremlino abbia una relazione con la ex ginnasta Alina Kabaeva (che smentirà), e la questione tiene banco sia in patria sia all’estero. Berlusconi, padrone di casa apprensivo, passerà alla storia per un gesto di risposta a quella domanda: le due mani messe a pistola come a simulare la forma di un mitra. La mossa voleva essere una battuta, ma, unita alla dichiarata «non tolleranza» di intrusioni nella propria vita privata da parte di Putin, assume un valore inquietante. La cronista – Natalia Melikova della Nezavsinaya Gazeta – in seguito sarebbe scoppiata a piangere, o questo almeno riferiscono i suoi colleghi presenti durante la scena. La Fnsi, il sindacato italiano dei giornalisti, censurerà il comportamento di Berlusconi: «È imbarazzante, soprattutto se si considera che negli ultimi dieci anni in Russia sono morti più di duecento giornalisti e non sono mai stati ritrovati gli assassini».

Il lettone di Putin

Giugno 2009, a Bari la procura indaga su un giro di mazzette che vede coinvolto l’imprenditore Gianpaolo Tarantini. Il fotoreporter del settimanale Oggi Paolo Altamura racconta così l’audizione di Patrizia D’Addario, che avrebbe girato un video durante una delle famose notti brave di Silvio a Palazzo Grazioli: «Nel video si vedeva un letto grande a baldacchino, con una tenda a velo e un piumino bianco. Secondo Patrizia, a Berlusconi l’ ha regalato Putin. E poi due cornici d’ argento: in una c’ era l’ immagine di Veronica, l’ altra, invece, era un foto di gruppo, con dei bambini, forse i nipoti». Il lettone a baldacchino sarebbe un regalo che l’amico Vladimir ha portato al cavaliere per un suo compleanno. Non sarà un gesto isolato. Berlusconi, nel 2017, per il 65esimo compleanno del presidente russo, decide di far arrivare al Cremlino un dono di gusto rivedibile: un copriletto con impressa sopra la fotografia di una stretta di mano fraterna tra i due. «Happy Birthday Mr President Vladimir Putin! Grazie Presidente Berlusconi» si legge nella foto pubblicata su Instagram dall’autore dell’opera Michele Cascavilla.

Bonus track: il sovietico veneto

Nel 2005 il Moskovskij Komsomolets di Mosca fa quello che si definirebbe uno scoop: nelle vene di Putin scorre sangue italiano. L’inchiesta del quotidiano, per la verità, non porta prove circostanziate della circostanza ma annota che, nella sola provincia di Vicenza, vivrebbero almeno cinquanta famiglie che di cognome fanno Putin (Putìn, la pronuncia). Repubblica riprende il tema e rende nota la faccenda anche ai suoi lettori. Non si hanno notizie di eventuali reazioni berlusconiane, ma c’è da scommetterci che qualche battuta l’abbia fatta. Forse quella dei gatti di Vicenza, o forse quell’altra in cui c’è lui che cammina sulle acque a Venezia. L’amico Vladimir avrebbe apprezzato.