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Siamo venuti finalmente a sapere la “verità su Bibbiano”

Il caso di cronaca che ha spaccato l'Italia appena prima della pandemia è arrivato a una prima condanna: 4 anni allo psicoterapeuta Claudio Foti. Rimane l'eco della guerra culturale che si era scatenata sul tema

Un flash mob su Bibbiano nel 2020 a Roma. Andrea Ronchini/NurPhoto via Getty Images

Claudio Foti, psicoterapeuta specializzato nella gestione degli abusi su minori e titolare dello studio Hansel e Gretel di Moncalieri, vicino a Torino, è stato condannato ieri a 4 anni di carcere per abuso d’ufficio e lesioni nell’ambito del cosiddetto “caso Bibbiano” – l’indagine iniziata nel 2018 e che nel giugno 2019 aveva portato a diversi arresti di persone collegate ai servizi sociali di alcuni comuni dell’Emilia Romagna.

Secondo le indagini, psicologi e assistenti sociali coinvolti avrebbero voluto guadagnare dall’affidamento dei bambini e per farlo avrebbero falsificato documenti e manipolato le dichiarazioni dei bambini per far emergere situazioni di abusi e violenze in famiglia (che in realtà non sarebbero mai avvenute) così da giustificare il loro affido ad altre famiglie.

Nel giugno 2020 per 24 persone coinvolte nell’inchiesta – tra cui il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, esponente del PD – era stato chiesto il rinvio a giudizio. Allo stesso tempo intorno a Bibbiano si era scatenata una tempesta mediatica, con i giornali che calcavano la mano sui pochi elementi che si conoscevano – il presunto uso (poi smentito) dell’elettroshock sui bambini per manipolarli prima dei colloqui, alcune intercettazioni – e la politica che aveva usato i fatti di Bibbiano per un’intensa opera di propaganda.

“Parlateci di Bibbiano” era diventato lo slogan della destra italiana, adottato anche dal M5S (Luigi di Maio aveva chiamato il PD “il partito di Bibbiano”) con lo scopo di associare il Partito democratico in toto a presunte violenze sui minori e a una presunta opera di insabbiamento della vicenda. Mario Giordano, Nek, Laura Pausini, Antonella Clerici e altre figure del mondo dell’intrattenimento si erano schierate in prima fila in una campagna mediatica che chiedeva la “verità su Bibbiano”. Ne era nata insomma una vera e propria culture war che ricordava quelle della destra americana.

L’eco del caso Bibbiano si è un po’ spenta, complice la pandemia di Covid che, scoppiata circa sei mesi dopo, ha monopolizzato l’attenzione mediatica e fatto passare in secondo piano una storia che era stata gonfiata oltre le sue reali proporzioni di fatto di cronaca locale.

Già ai tempi alcuni commentatori tra i più lucidi invitavano a lasciar parlare la magistratura, e alla fine la magistratura ha parlato: Foti è stato processato con il rito abbreviato e condannato a 4 anni (la procura ne aveva chiesti 6). Carletti è stato prosciolto dalle accuse più gravi ma è stato rinviato a giudizio per una questione amministrativa che riguarda la concessione di alcuni locali pubblici per le attività di Foti. Insomma, siamo venuti finalmente a sapere la “verità su Bibbiano”.

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