'Search Your Team', la start-up che lotta contro il traffico di migranti nello sport | Rolling Stone Italia
Politica

‘Search Your Team’, la start-up che lotta contro il traffico di migranti nello sport

La piattaforma online punta a creare una rete di aiuto professionale per i giovani che sognano una carriera in Europa. L’obiettivo è dare una possibilità a chi è esposto alla tratta degli esseri umani

‘Search Your Team’, la start-up che lotta contro il traffico di migranti nello sport

Foto via Facebook

«Sono di origini ruandesi, avevo un anno quando sono scappato dalla guerra. Io ho avuto la fortuna di avere una borsa di studio calcistica negli Stati Uniti, ho studiato all’Università di stato dello Utah. Mi sono associato a Gaetan Eekondo, l’altro co-fondatore che ha avuto una borsa accademica a Harvard, insieme ci siamo detti che volevamo aiutare altri giovani». Wesley Mukerinkindi, 23 anni, ha creato la start-up French Sport Tryouts, che vuole aiutare attraverso la piattaforma online Search Your Team giovani sportivi (e sportive) a ottenere borse di studio e visti di lavoro nelle società di basket e calcio, in Europa e negli Stati Uniti. Mukerinkindi è sfuggito alla guerra e al genocidio in Ruanda grazie ai contatti personali della famiglia: «Ho avuto fortuna perché papà era un predicatore, e in Ruanda aveva delle conoscenze che ci hanno permesso di fuggire in tempo. Con questo progetto vorrei rendere questa fortuna a chi non ne ha abbastanza, è terribile vedere questi giovani sfortunati che arrivano illegalmente, muoiono in mare o sono sfruttati. Anche per le ragazze è così, solo che se ne parla di meno».

L’obiettivo è dare una possibilità ai giovani provenienti da paesi svantaggiati esposti alle reti criminali che gestiscono la tratta degli esseri umani, soprattutto nei paesi dell’Africa occidentale e subsahariana. Search Your Team raccoglie i video dimostrativi, sotto forma di provini, per mettere in contatto sportivi e club attraverso la piattaforma online: al momento sono stati caricati 75 video, che secondo i fondatori diventeranno presto 120. «Abbiamo un’equipe di comunicazione che si occupa dell’editing del materiale. La nostra idea è di mettere insieme un curriculum professionale, molti video non sono presentati nel modo giusto», afferma Mukerinkindi.

Search Your Team parte da Mantes-la-Jolie, piccola cittadina poco fuori Parigi, dove i giovanissimi delle periferie sono svantaggiati nell’accesso all’istruzione e alle borse di studio rispetto al resto della popolazione. «Il quartiere Val Fourré è uno dei più pericolosi e vittima di stigma in Francia, spesso viene mostrato alla tv perché ci sono disordini e scontri con la polizia. Volevo dimostrare che anche nei posti più complicati si può fare qualcosa. Con il consigliere comunale referente delle attività per la gioventù, abbiamo iniziato a organizzare delle conferenze. Abbiamo spiegato ai ragazzi il progetto, all’inizio abbiamo selezionato 40 partecipanti, poi 10 perché i criteri di selezione sono molto severi». Su 10 posti disponibili sono state assegnate 9 borse di studio, ma sono partiti per gli Stati Uniti in quattro perché gli altri partecipanti sono stati bocciati. «Guardiamo anche all’Italia», afferma Mukerinkindi, «anche io avrei potuto far parte di questi giovani se mio padre non avesse trovato una soluzione per farci scappare. Chiaramente per essere ingaggiati in Europa bisogna essere Eto’o, Mané o Drogba. È complicato».

Il progetto si rivolge anche ai migranti vittime di tratta, che rischiano la vita per venire in Europa attraverso il Mediterraneo. Un fenomeno difficile da definire se riferito al mondo dello sport, perché le partenze sono gestite localmente, come avviene ad esempio in Nigeria. Non esiste oggi uno studio specifico sui giovani professionisti sportivi provenienti dai paesi africani, che finiscono nelle reti delle organizzazioni criminali. Le situazioni più impressionanti sono state scoperte in prossimità dei grandi eventi sportivi, come i mondiali di calcio FIFA in Russia nel 2018 o, peggio, in Qatar, dove è stata prevista una vera forma di schiavitù moderna nella costruzione dei cantieri edili e degli impianti. Migliaia di lavoratori (non professionisti dello sport) provenienti soprattutto da India, Pakistan e Bangladesh sono stati privati di tutti i diritti e sottoposti alla legge della kafala, una forma di tutela dei minori in stato di abbandono estesa anche ai migranti sfruttati. L’Organizzazione Internazionale per il Lavoro (OIL-ILO) ha fotografato la situazione generale della tratta di esseri umani nel mondo con una stima di 40 milioni di vittime, dal lavoro forzato allo sfruttamento sessuale, per guadagni che arrivano a 150 miliardi di euro, un business secondo solo al traffico internazionale di droga. «Abbiamo puntato su una procedura chiara attraverso il nostro sito», spiega Mukerinkindi. «Facciamo una selezione tra le persone che ci contattano, scegliamo solo chi ha alle spalle un’istituzione. Gli sfruttatori dicono ai giovani di pagare, i nostri ragazzi che sono partiti negli Stati Uniti non hanno dovuto sostenere alcuna spesa».

Search Your Team ha l’ambizione di diventare globale e collaborare con le istituzioni internazionali, come l’Alto commissariato per i rifugiati (UNHCR) e l’Agenzia Onu che si occupa di traffico di droga e crimini internazionali (UNODC). «Recentemente abbiamo fatto firmare un contratto di due giocatori di calcio con l’agenzia P&P, quella di Pastorello (il manager di Romelu Lukaku, nda)». Il progetto vuole aiutare i giovani sportivi considerando i diversi livelli di allenamento e di talento: «possiamo aiutare a cercare club di professionisti, oppure, se i ragazzi non sono al livello adatto, attiviamo il canale delle borse di studio negli Stati Uniti. O ancora possiamo aiutarli a ottenere una seconda chance». Come Igor, un calciatore ucraino che ha trovato un lavoro come garçon-au-pair in Francia, e sei mesi più tardi è stato ingaggiato da un club semi-professionista in Germania.

Secondo l’associazione Foot Solidaire, ogni anno 6000 minori partono dagli Stati africani per cercare un futuro migliore in Europa, il 70% di loro non arriva a destinazione. L’insufficienza di corridoi umanitari e lavorativi tra paesi europei e paesi africani, il blocco migratorio nel Mediterraneo e gli accordi tra Italia e Libia complicano la situazione, espongono i migranti al rischio di morte e tortura e hanno, di fatto, trasformato il Mediterraneo centrale nel percorso migratorio più pericoloso al mondo. Secondo i fondatori di Search Your Tem è più facile ottenere borse di studio e contratti in sicurezza per l’Asia o gli Stati Uniti.