Rolling Affairs: la politica in pillole | Rolling Stone Italia
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Rolling Affairs: la politica in pillole

Il disastro ambientale a un passo, il caso Cucchi come possibile apripista e i diritti delle donne sempre più in discussione. Alcuni fatti da tenere a mente questo mese.

Rolling Affairs: la politica in pillole

Davvero un brutto clima

Il cambiamento climatico procede più veloce del previsto: entro il 2040 la temperatura mondiale sarà di 1,5 gradi superiore rispetto all’era pre-industriale, secondo i dati IPCC. Tre domande al metereologo Luca Mercalli.

Cosa significano in concreto questi numeri?
Che siamo già dentro al problema e il tema non riguarderà solo le generazioni future. Gli effetti si vedono già: sulle Alpi abbiamo perso la metà dei ghiacciai e l’innevamento è scarso, la zanzara tigre è arrivata in Italia e le grandi città diverranno invivibili per via del caldo, l’agricoltura è in crisi; intanto il livello del mare aumenta di 3mm ogni anno. Pensiamo a Venezia o Comacchio, che saranno a rischio nel giro di pochi decenni.

Siamo ancora in tempo per fare prevenzione?
Stiamo esaurendo il tempo, a furia di girare irrazionalmente la testa dall’altra parte. Cambiare rotta costa fatica e denaro, ma o lo facciamo adesso oppure mai, perché il pianeta è malato e oggi si può al più cercare di fermare il contagio. Ci vogliono misure urgenti e drastiche, invece sono tentennanti e limitate a pochi Paesi. E la gente non pare aver affatto colto la gravità della situazione.

Cosa possiamo fare tutti noi?
Purtroppo il problema è stato talmente trascurato negli anni, che non basta più una piccola buona azione a testa. Bisogna sprecare meno energia (mettere i pannelli solari, se si può), usare il telelavoro e volare meno, oltre a mangiare meno carne. E ricordare che queste cose hanno anche dei vantaggi: dai risparmi delle riqualificazioni, alla salute.

La dignità della parola

Nell’ultimo mese, dopo 9 anni di silenzi, si sono susseguiti i colpi di scena sull’omicidio di Stefano Cucchi. Ma di “casi Cucchi” ne rimangono aperti molti, e altri sarebbero probabilmente da riaprire. Giuseppe Uva, Michele Ferrulli, Dino Budroni, Riccardo Magherini, Aldo Bianzino, Riccardo Rasman, Davide Bifolco, Massimo Casalnuovo: sono solo alcuni nomi di uomini e ragazzi morti mentre erano “nelle mani dello Stato”. «A chi ancora tace chiediamo solo “perché”. Tutto si racchiude in questa parola, scontata, semplice, definitiva. Perché vi siete fatti carnefici, improvvisandovi giustizieri?», dice Carlotta, che segue queste vicende da anni come attivista di ACAD, Associazione Contro gli Abusi in Divisa. «Perché ancora, dopo tanto tempo, non sentite il bisogno di dire la verità e restituire un briciolo di dignità a voi e alle vostre vittime? Perché ripudiate l’umanità, proteggendo degli assassini? E infine: perché troppo spesso lo Stato non è in grado di giudicare e punire se stesso?».

Ti ricordi Germania verde

Mentre il riscaldamento globale galoppa, la sensibilità politica sul tema rimane scarsa (a cominciare da quella dell’uomo più potente del pianeta: sì, Donald). Buone notizie arrivano invece dalla Baviera, dove le elezioni per il parlamento locale di metà ottobre hanno visto l’exploit dei Verdi, confermato poi dal voto in Assia. L’ecologismo è un approccio più attuale che mai, e a essere fuori dal mondo sono quelli che pensano che costruire e produrre sia l’unica priorità. Ce lo ricorda una donna di 33 anni, Katharina Schulze, che nel Land più popoloso della Germania ha spinto al 18% (più del doppio di 4 anni fa) i suoi Grünen, con una piattaforma tutta incentrata su diritti civili, energia pulita, agricoltura biologica e integrazione europea.

Germania, elezioni 2018 in Baviera - inedito successo dei Verdi

Ludwig HARTMANN, Katharina SCHULZE, Robert HABECK. Foto di Verwendung weltweit / IPA

Obiezione sul corpo delle donne

Le parole oscurantiste del ministro della Famiglia Fontana, il caso Verona, con una mozione anti-aborto firmata a maggioranza dal consiglio comunale. I diritti rischiano di finire presto sotto attacco in Italia, dove solo 390 strutture preposte su 654 effettuano l’interruzione volontaria di gravidanza (nonostante la legge). La mappa realizzata da Obiezione Respinta – piattaforma nazionale legata al circuito Non una di Meno –, segnala gli episodi di violazioni dei diritti delle donne e restituisce la fotografia di un Paese in cui ancora oggi, troppo spesso, le farmacie si rifiutano di vendere la pillola oppure nei consultori le visite non avvengono correttamente.