Renzi: "Riapriamo l’Italia, se restiamo chiusi ci sarà la rivolta sociale" | Rolling Stone Italia
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Renzi: “Riapriamo l’Italia, se restiamo chiusi ci sarà la rivolta sociale”

In un’intervista ad ‘Avvenire’, il leader di Italia Viva dice che la fine dell’emergenza è lontana e che dovremo convivere con il virus per almeno un anno. “Le fabbriche devono riaprire prima di Pasqua, le scuole il 4 maggio”

Matteo Renzi, foto di Simona Granati/Corbis via Getty Images

Matteo Renzi

Foto: Simona Granati/Corbis via Getty Images

“Riapriamo perché non possiamo aspettare che tutto passi, perché se restiamo chiusi la gente morirà di fame”, così Matteo Renzi in un’intervista ad Avvenire. Il senatore e leader di Italia Viva è convinto che la convivenza con il Covid-19 durerà uno o due anni, e che sia necessario riaprire gradualmente le attività economiche per evitare una rivolta sociale. “Questo virus ci farà ancora male. Non per settimane, per mesi e mesi. Il vaccino non c’è e se andrà bene torneremo ad abbracciarci tra un anno, se andrà male tra due. Bisogna consentire che la vita riprenda. Sono tre settimane che l’Italia è chiusa e c’è gente che non ce la fa più. Non ha più soldi, non ha più da mangiare. I tentacoli dell’usura si stanno allungando minacciosi, specialmente al sud. Senza vincoli i balconi presto si trasformeranno in forconi; i canti di speranza, in proteste disperate”.

L’ex presidente del consiglio lancia anche delle proposte più specifiche, senza però fare riferimento allo scontro con l’Eurogruppo o nominare Mario Draghi. Innanzitutto la sospensione dei pagamenti di tasse, affitti e mutui; poi la scuola, da riaprire il 4 maggio dopo un esame sierologico a tutti gli studenti. Infine, la burocrazia: “Lo stato deve dare garanzie alle banche e le banche devono garantire liquidità. Senza chiedere modulistiche infernali, il governo ha bloccato le libertà di sessanta milioni di italiani ma non è stato capace di bloccare il virus della burocrazia. Il Cura-Italia è un incomprensibile fiume di parole. Facciamo un’autocertificazione in meno e un tampone in più”. Potete leggere l’intervista completa qui.