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Referendum sull’eutanasia legale: da oggi si può firmare anche online

«Con il digitale si superano ostacoli previsti da una legge di oltre cinquant’anni fa», dice Marco Gentili, presidente dell’Associazione Luca Coscioni

Foto: Emanuele Perrone/Getty Images

Da oggi i referendum e le leggi di iniziativa popolare si potranno firmare anche online, non solo nei gazebo e nei tradizionali banchetti. La nuova modalità di firma dipende da un emendamento, approvato all’unanimità dalla commissione Affari costituzionali e Ambiente e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, che consentirà la raccolta online grazie allo Spid e alla carta d’identità elettronica, come succede in moltissimi paesi dell’Unione Europea.

Se ne discute dal 2019, all’epoca del caso Staderini-De Lucia, quando le Nazioni Unite hanno condannato l’Italia per violazioni del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, imponendo la rimozione di «ostacoli irragionevoli» dovuti a una legge del 1970. La piattaforma governativa per la firma online sarà pronta dal 2022, ma l’emendamento prevede una norma transitoria che permette ai comitati promotori di organizzarsi con una piattaforma propria.

Il primo referendum a poter sfruttare la nuova modalità di firma è quello per l’eutanasia legale promosso dall’Associazione Luca Coscioni, che dovrà arrivare ad almeno 500mila firme entro il 30 settembre. Al momento la raccolta ha superato le 400mila adesioni, che dall’11 agosto potranno essere inoltrate anche a questo link.

«È una riforma storica, una vittoria per chi crede che la democrazia sia per tutti», ha detto l’ex segretario dei Radicali Mario Staderini. «Con la firma digitale il referendum torna ai cittadini, che potranno raccogliere le firme senza dover chiedere permesso ai partiti. È il risultato di anni di battaglie ed è  il primo passo verso un ritorno alla legalità internazionale e la rimozione delle irragionevoli restrizioni che ancora limitano i diritti politici».

«Con il digitale si superano ostacoli previsti da una legge di oltre 50 anni fa, come la vidimazione dei moduli e le procedure vessatorie per la certificazione delle firme, e si evita, qualora dovesse peggiorare la situazione sanitaria, di dover uscire di casa per “fare politica”», spiega Marco Gentili, presidente dell’Associazione Luca Coscioni. «La proposta iniziale di ampliamento alla firma digitale era destinata a persone con disabilità poi ha prevalso il buon senso e ora è una norma generale. Nessuno si era posto il problema per esempio di chi risiede all’estero. Adesso viene finalmente restituita loro la possibilità di sottoscrivere le proposte referendarie».

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