Quindi, cosa sta succedendo con le riaperture? | Rolling Stone Italia
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Quindi, cosa sta succedendo con le riaperture?

Le regioni hanno presentato un documento in cui chiedono al governo di riaprire un po' di cose, a partire da bar e ristoranti, e oggi Draghi dovrebbe parlare in conferenza stampa. Ma il problema è che la situazione della pandemia in Italia è ancora fuori controllo

Quindi, cosa sta succedendo con le riaperture?

Kay Nietfeld/picture alliance via Getty Images

Ieri il governo Draghi ha incontrato i partiti che lo sostengono per discutere delle riaperture, e in particolare del documento presentato dalle regioni in cui si chiede – in sostanza – di riaprire più cose possibile. Queste domande arrivano probabilmente perché altrove – Stati Uniti, Israele, Regno Unito – si sta cominciando a riaprire e perché gli italiani sono oggettivamente al limite della sopportazione, sia dal punto di vista economico che psicologico. Ma il problema è che la situazione dell’epidemia in Italia non è ancora arrivata nemmeno ai livelli di un anno fa, quando alla fine della prima ondata avevamo potuto riaprire un po’ di cose in sicurezza e goderci quantomeno l’estate. Anzi, ora come ora siamo messi peggio di quanto non fossimo lo scorso autunno, cioè subito dopo quell’estate, quando è iniziata la seconda ondata.

Guardando i freddi numeri, infatti, è chiaro come l’epidemia sia ancora fuori controllo e il sistema sanitario sia ancora in difficoltà grave. Come sottolinea Domani, quando a maggio 2020 si sono riaperti bar e ristoranti, per esempio, c’erano in media 181 morti al giorno – ora la media è 427. I terapia intensiva c’erano 828 persone – oggi sono più di 3000. In 12 regioni, i posti in terapia intensiva occupati da malati Covid-19 sono oltre la soglia d’allarme. La situazione di oggi è peggiore anche di quella che c’era lo scorso autunno, quando in risposta alla seconda ondata è stato introdotto il coprifuoco e il sistema dei colori: i morti al giorno erano in media 349 e i ricoverati in terapia intensiva circa 2300.

Eppure, il documento presentato dalle regioni sembra ignorare tutto questo. Si chiede di poter riaprire bar e ristoranti anche in regioni ad alto rischio, di riaprire palestre, piscine, cinema e luoghi dove si tengono spettacoli all’aperto. Si propone in cambio una stretta sul distanziamento sociale: maggiori distanze, barriere in plexiglass e disinfettanti. E si arriva a livelli paradossali, come quando parlando delle riaperture di circoli e ludoteche si discute il via libera al giocare a carte al bar, proponendo la “frequente sostituzione dei mazzi di carte usati con nuovi mazzi”.

Il governo Draghi sembra intenzionato ad accontentare almeno in parte queste richieste, ma le riaperture seguiranno comunque l’andamento dell’epidemia e i progressi del piano vaccinale. Soprattutto, i medici sono preoccupati di fronte alla possibilità delle riaperture: un comunicato comune dei principali sindacati di settore rilasciato questa settimana ha chiesto al governo di ascoltarli, sottolineando come riaprire ora possa provocare il peggioramento e il prolungamento della pandemia. In ogni caso, il documento delle regioni è solo una proposta – sta al Comitato tecnico scientifico dare il suo parere al riguardo e al governo decidere se accogliere alcuni dei suggerimenti e delle richieste che contiene. Per il momento è impossibile dire se e quando si riaprirà: sappiamo solo che le restrizioni scadono il 30 aprile e che oggi il premier Draghi dovrebbe tenere una conferenza stampa al riguardo.