Queste TikToker sono finite al centro di una teoria complottista spaventosa | Rolling Stone Italia
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Queste TikToker sono finite al centro di una teoria complottista spaventosa

Alcuni follower credono che siano vittime di un traffico di esseri umani, altri che un anonimo protettore, chiamato 'The Brother', le abbia costrette a produrre contenuti sotto ricatto. Ma cosa c'è di vero?

Queste TikToker sono finite al centro di una teoria complottista spaventosa

BebopandBebe/Tiktok

A prima vista, Bebop e Bebe, una pagina TikTok con più di 2 milioni di follower, sembra il tipico account di famiglia, anche se un po’ particolare. La pagina contiene i video di Bebop, una ragazza con i capelli lisci come spaghetti che potrebbe avere 8 o 9 anni, che si contende l’obiettivo con la madre, una bionda ossigenata appassionata di filtri eterei. Insieme ballano pezzi come Footloose di Kenny Loggins o il remix di Jiggle Jiggle di Louis Theroux e fanno playback su brani che si sentono malamente, di solito con uno sfondo che sembrerebbe la cameretta colorata di una ragazzina preadolescente, con Bebop che sfoggia una serie impressionante di trucchi e acconciature.

È solo andando nei commenti che si inizia ad avere l’impressione dietro a tutto ciò ci sia qualcosa di più sinistro. “Vestitevi di verde se vi hanno rapite <3”, dice un commento con 1.559 like; un altro recita: “Mettete un cuoricino vicino al vostro prossimo video se siete in pericolo”. Nel video successivo, nessuna delle due è vestita di verde, ma il titolo è racchiuso fra emoji di cuoricini, ma non è una cosa strana visto che nella maggior parte dei titoli dei loro video ci sono emoji. In uno dei video, con colonna sonora That’s Not My Name dei Ting-Tings, un commentatore scrive: “Non sta dicendo hey hey. Dice help help”.

@bebopandbebe 😎The 1 and Only😎 #PlutoTVIsFree #theyforgetmyname ♬ That’s Not My Name – The Ting Tings

Negli ultimi mesi, Bebop e Bebe sono diventate oggetto di una teoria della cospirazione estesa e tentacolare che si è propagata a macchia d’olio su TikTok, portando milioni di visualizzazioni e commenti preoccupati alla loro pagina. Molti dei commentatori credono che Bebop sia costretta a produrre contenuti e che un uomo misterioso che a volte si vede nei video – il fratello di Bebe, a volte chiamato “The Brother” – sia responsabile della situazione. Credono anche che Bebop abbia un fratello maggiore che è stato estromesso dai suoi account social per essersi rifiutato di fare video con il resto della famiglia (in alcuni video più vecchi in effetti compre un teenager, ma la sua assenza è facilmente spiegabile col fatto che un teenager potrebbe non volere più farsi vedere nei video TikTok con mamma e sorellina).

Ma le illazioni vanno ancora oltre. Molti credono che Bebop e/o Bebop e Bebe siano vittime di traffico di esseri umani per via di una porta che si vede spesso nella cameretta dove girano i video. Alcuni hanno suggerito che la stanza sia in realtà un set (e Bebe lo ha confermato in una live: non è una cosa rara che i content creator girino su un set). Altri hanno dedotto, per via del fatto che BeBop a volte sembra più grande, che potrebbe non essere una vera bambina, ma un’adulta o una teenager obbligata a travestirsi da bimba, tipo Gypsy Rose Blanchard. Questo filone, in particolare, è stato alimentato dal fatto che alcuni contenuti (ma non di certo tutti) di Bebop e Bebe sono piuttosto inquietanti; in un video Bebop indossa un costume scollato da poliziotta solitamente adatto a donne più mature, mentre in un altro ha indosso un collare comunemente associato alle pratiche kinky.

Forse, però, l’ipotesi più nefanda di tutte è quella per cui Bebop non sarebbe davvero Bebop, ma una bambina scomparsa di nome Aranza Maria Ochoa-Lopez, una ragazzina di 4 anni di Vancouver, Washington, che era in affidamento prima di essere rapita dalla madre biologica, Esmerelda Lopez-Lopez. La donna è stata poi arrestata nel 2019 e giudicata colpevole di rapimento e furto di secondo grado e di ostacolo alla custodia, vedendosi appioppare una pena di 20 mesi di reclusione. Ma Aranza non è ancora stata trovata e si pensa sia in Messico presso alcuni parenti.

Ad alimentare le varie teorie è il fatto che Bebop e Bebe continuano imperterrite a produrre contenuti senza curarsi dei commenti preoccupati sulla loro pagina, facendo in modo che questa faccenda sia diventata il «caso investigativo del mese su TikTok», dice Abbie Richards, ricercatrice di Internet culture specializzata nelle teorie della cospirazione su TikTok. L’account di Bebop e Bebe ha acceso la curiosità dei detective da poltrona, ha suscitato un fiorire di videocommenti su YouTube e ha portato i Tiktoker appassionati di true crime e di persone scomparse a «prendere piccoli frammenti dei video per dimostrare che le due sono intrappolate», dice Richards.

Gli YouTuber e i TikToker che hanno fatto video sull’account non necessariamente credono a tutte le teorie della cospirazione che descrivono. Più che altro sono motivati a parlare di Bebop e Bebe perché, in generale sentono, che «qualcosa chiaramente non va», dice Hannah, una content creator nota come @hannahthehorribleyt su YouTube. Il suo video che spiega le varie teorie su Bebop e Bebe ha raccolto più di 210.000 visualizzazioni.

Kaytlyn Stewart, alias DramaKween, una YouTuber con più 250mila iscritti al proprio canale, ha realizzato 4 video su queste teorie della cospirazione. Uno era anche sponsorizzato da un’azienda che produce rose finte. Ha trovato Bebop e Bebe facendo una ricerca sugli account TikTok “creepy” qualche mese fa, mentre era a caccia di argomenti per i suoi video. «Penso che a renderle speciali sia la quantità di teorie della cospirazione che le circondano», dice. «Hai una madre e una figlia che fanno dei video TikTok insieme, su un set. Non sappiamo dove vivono. Non sappiamo la vera età della bambina. Ci sono tante cose strane tutte insieme – perché c’è una porta in quel set e perché ci sono degli altoparlanti agli angoli della stanzetta? Ci sono troppe domande senza risposta ed è questo che mi incuriosisce».

A dire il vero non è così difficile trovare informazioni sulle vere identità di Bebop e Bebe. Dato che Bebe è minorenne, Rolling Stone non pubblicherà il suo vero nome e neppure quello della madre, ma Bebop è una concorrente abituale del giro dei concorsi di bellezza negli Stati Uniti del sud, a cui partecipa con uno pseudonimo, cosa piuttosto comune in quell’ambito. Non è difficile anche stabilire la sua età approssimativa: stando a un post Facebook relativo a un concorso in cui si è piazzata bene lo scorso anno, a giugno del 2021 era in gara nella categoria dai 4 agli 8 anni. Nel suo profilo su Pageant Planet sono elencati i vari concorsi a cui ha partecipato e definisce se stessa e la mamma social influencer. Il suo nome d’arte è stato anche registrato come S.r.l., la scorsa estate, da un uomo che, da un controllo incrociato sui social, risulta un parente stretto.

In più, stando alle informazioni di contatto nella loro bio, Bebop e Bebe sono gestite da un’agenzia di management che si chiama Six Degrees of Influence Talent, che si occupa di influencer con sede a Calabasas, California. Bebe, Six Degrees of Influence Talent e neppure l’uomo indicato come il richiedente per la registrazione della S.r.l. hanno risposto alle telefonate e alle email di Rolling Stone, ma le tracce pubbliche lasciate dai membri della famiglia suggeriscono piuttosto chiaramente che questo non sia per nulla un caso criminoso.

Un’altra teoria della cospirazione facile da smontare è che Bebop sarebbe la bambina scomparsa nello stato di Washington. Guardando i post sui social di Bebe, si vedono foto di Bebop con lei e i fratellini risalenti al 2017, quando lei era neonata, molto prima quindi della scomparsa di Lopez. Interpellato per una dichiarazione, il portavoce dell’ufficio affari pubblici dell’FBI di Seattle ha detto che, anche se sono state prese in considerazione le segnalazioni di alcuni detective da poltrona, «la teoria che Bebop possa davvero essere Aranza è stata confutata dai nostri investigatori. Comunque apprezziamo l’aiuto dei cittadini in questo caso e le ricerche per trovare Aranza continuano». L’ufficio non ha svelato quante segnalazioni ha ricevuto sul caso.

Il polverone attorno a Bebop e Bebe non è certo la prima delle teorie della cospirazione che si sono sviluppate su TikTok, una piattaforma in cui si trova una grande community di detective dilettanti appassionati di true crime. Nell’estate del 2020 una voce su un traffico di minori dentro i container della Wayfair si è diffusa su tutta la piattaforma, arrivando fino al giro dell’informazione ufficiale; altre simili affermazioni infondate suggeriscono che giovani donne vengono rapite nei negozi Target o da criminali che abbandonano poi sedili d’auto lungo le strade, nonostante la stragrande maggioranza di chi si macchia di tratta di esseri umani notoriamente non sia composta da sconosciuti che si nascondono nei grandi magazzini, ma piuttosto da parenti o persone care, legate alle loro vittime.

Spesso queste teorie tendono a estrapolare intenzioni criminose o storie malate da video innocui, mettendo privati individui sotto la lente d’ingrandimento e giudicandoli. Come è accaduto a Sabrina Prater, una donna transgender divenuta oggetto di teorie della cospirazione transfobiche quando alcune persone sulla piattaforma hanno iniziato a insinuare che potesse essere una serial killer, basandosi sui video di lei che ballava in una cucina malridotta. Alla fine Prater, in lacrime, ha postato un video in cui implorava di essere lasciata in pace. Allo stesso modo, tante giovani donne che sono state erroneamente identificate come vittime di rapimenti in vari video su TikTok che parlavano delle teorie della cospirazione legate a Wayfair hanno poi parlato dell’impatto che tali informazioni errate hanno avuto sulle loro vite.

Casi come quello di Prater hanno fatto nascere diversi interrogativi sull’algoritmo di Tiktok che tende a dare più evidenza ai contenuti sensazionalistici e ad alto potenziale di engagement e, così facendo, alimenta le teorie della cospirazione e la disinformazione, a discapito del benessere degli individui. Questa problematica è del tutto applicabile all’interesse nato intorno a Bebop e Bebe, come dice Pamela Rutledge, direttrice del Media Psychology Research Center. «I video su TikTok che parlano di B&B sono molto seguiti. E le attenzioni, in forma di like e commenti, fanno stare bene – sono psicologicamente gratificanti», spiega. «L’idea di essere ricompensati per avere abbracciato una teoria rafforza il desiderio di aderirvi – anche al punto di andare a caccia di prove per dimostrarne la veridicità». Quelle prove vengono poi condivise con la community. In casi come questo, in cui ci sono preoccupazioni per il benessere di Bebop a fronte di alcuni video oggettivamente creepy e sospetti, subentra una componente morale che offre un’ulteriore gratificazione perché investe la missione di un’aura virtuosa.

Altre critiche sono state indirizzate verso le community true crime e di commentatori, che traggono profitto dalle teorie della cospirazione e diffondono quelle voci senza verificarle.

Stewart, per esempio, la YouTuber che ha girato diversi video su Bebop e Bebe, dice di non credere che le due siano vittime di tratta, che si vestano di certi colori per lanciare grida di aiuto o che Bebop sia Aranza Lopez. A proposito del silenzio di Bebop e Bebe sul tema delle cospirazioni o dei casi in cui abbiano abiti di un colore richiesto nei commenti dice: «Penso che sia una strategia di marketing per avere più visualizzazioni. Ma tante persone vogliono solo credere al peggior scenario per tutto ciò che accade su Internet». Alla domanda se senta mai la responsabilità di non diffondere teorie della cospirazione su gente che è su TikTok, Stewart è titubante: «Credo personalmente che non stia accadendo nulla di male, ma ci sono molte domande ancora senza una risposta». E aggiunge: «Non sono privati individui. Se posti sui social parleranno di te. Una volta che inizi a postare non c’è più nulla di privato. Se vuoi conservare la tua privacy non devi postare. È facile».

A complicare le cose, anche se non c’è la minima prova che nella situazione di Bebop e Bebe ci sia qualcosa di losco, c’è il fatto inconfutabilmente chiaro per cui una bambina posta contenuti sui social a beneficio di un vasto pubblico che potrebbe anche non avere buone intenzioni. Anche se non è una cosa necessariamente insolita sui social – in particolare per un’app come TikTok, che tecnicamente limita l’età di utilizzo ai maggiori di 13 anni, ma ha una base di utenti minorenni notevole – è comunque inquietante. E l’idea che Bebop possa essere sfruttata dai suoi carcerieri per produrre dei contenuti non è del tutto peregrina.

«Ci sono tanti bambini là fuori con grossi seguiti sui social e le leggi sul lavoro minorile non si applicano agli account gestiti dai genitori», Dice Richards. «Ma questi bambini vogliono davvero fare dei video? Vogliono fare delle pubblicità? Non lo sappiamo. Ma quando diventiamo ossessionati dall’idea di risolvere un caso ipotetico su TikTok ci distraiamo dal problema più grosso». Dice che concentrarsi sulle teorie della tratta «è molto fuorviante».

Per molti follower dell’account la cosa più sconcertante è che Bebop e Bebe continuano a postare, nonostante le migliaia di commenti allarmati. Parte di questa situazione potrebbe essere legata alla monetizzazione – hanno diversi accordi con vari brand, incluso uno per uno slime griffato Bebop lanciato sul mercato poco più di un mese fa – ma sembrerebbe anche alimentata dal fatto che tutto questo polverone sta aumentando moltissimo l’engagement. E anche se il loro account qualche mese fa è stato sospeso da TikTok, sono tornate alla grandissima, raccogliendo oltre 2 milioni di visualizzazioni. Come dice Rutledge: «Ironicamente, tutta l’attenzione è rivolta ai contenuti, non a fermarli».

Questo articolo è stato tradotto da Rolling Stone US