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Perché tutti parlano di Sanna Marin?

C'è chi racconta di essersi innamorato di lei, chi rimarca che sia 'bellissima' e chi la paragona a Xena, la principessa guerriera. In realtà la premier finlandese è una politica esperta che si è fatta da sé e che è cresciuta benissimo all'interno di una famiglia omogenitoriale, senza 'una madre e un padre' alle spalle. Pensate un po': c'è vita oltre il pensiero medio

Foto di Antonio Masiello/Getty Images

Nelle ultime ore, i nostri feed sono pieni di post e commenti dedicati a Sanna Marin, ministra capo della Finlandia e leader Partito Socialdemocratico Finlandese.

Sul piano internazionale, il suo nome ha acquisito una certa notorietà per via degli sforzi che ha compiuto per accelerare sull’adesione della Finlandia alla Nato, formalizzando una richiesta d’ingresso nell’Alleanza Atlantica che, se ratificata, rappresenterebbe una svolta storica negli equilibri geopolitici del paese nordico. Sin dall’inizio delle ostilità in Ucraina, Marin non ha mai fatto mancare il suo appoggio al governo di Volodymyr Zelensky. : «La decisione di chiedere l’adesione alla Nato è un atto di pace e non di guerra. La Russia ha attaccato l’Ucraina uccidendo civili, bambini, madri, vecchi agendo in modo inaccettabile», ha detto in un’intervista concessa a La Stampa. Ecco perché dobbiamo appoggiare l’Ucraina e far sì che vinca la guerra». Cresciuta in ristrettezze economiche, ha conseguito una laurea in scienze amministrative e una specializzazione in management comunale e regionale all’Università di Tempere (città di cui di lì a qualche anno, avrebbe guidato il consiglio comunale). Dal 2019 è a capo di una coalizione di centro sinistra formata da 5 partiti, tutti guidati da donne.

Tuttavia, al netto delle abilità politiche e diplomatiche indiscusse, una parte di stampa e opinione pubblica da social nostrana sta mettendo in mostra altre “virtù” della premier finlandese, che hanno ben poco a che fare con le sue capacità di governo. Ad esempio, la bellezza: Twitter pullula di dichiarazioni d’amore per la giovane leader. C’è chi la paragona a Xena, chi sostiene di essersi innamorato perdutamente di lei e chi, in diretta televisiva, ha preferito porre enfasi sul suo aspetto fisico, tralasciando di focalizzarsi sui meriti che hanno portato un’ex cassiera 34enne ai massimi sistemi della politica finlandese. È accaduto durante L’aria che tira, il programma condotto da Myrta Merino su La7, in un siparietto ai confini del tragicomico.

Apprezzamenti che, come da copione, stanno comprensibilmente suscitando una certa ilarità.

Oltre al solito provincialismo che il nostro consesso mediatico riesce a sfoggiare ogni volta in cui inciampa in una personalità percepita come un’anomalia di sistema (una 36enne che si è fatta da sola ed è riuscita a costruirsi un percorso in politica, macché, scherziamo? Chiamate le guardie!), l’altro tratto essenziale della biografia di Marin emerso nelle ultime ore è il suo vissuto familiare.

Marin è infatti stata cresciuta da due donne e, di conseguenza, rischia di mettere in discussione paradigmi secolari come il sacro mantra nazionalpopolare de «il figlio ha bisogno di una madre e di un padre» – di nuovo, nulla di particolare: riflettendo fuori dalla cappa di benpensaggio che avvolge una parte della nostra politica, Marin è solo una delle tantissime figlie ben cresciute all’interno di coppie omogenitoriali. Insomma, contrariamente a quanto si sente dire in queste ore, il problema non è tanto che «L’Italia non è pronta per Sanna Marin»; no, la verità è più tragica: non siamo minimamente pronti a reggere sviluppi che, nel 2022, dovrebbero essere assolutamente normali.

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