Pamela Anderson: «Trump, Bolsonaro, Salvini: chiamateli come volete, ma resta fascismo» | Rolling Stone Italia
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Pamela Anderson: «Trump, Bolsonaro, Salvini: chiamateli come volete, ma resta fascismo»

Un'intervista esclusiva all'ex star di "Baywatch", che ci spiega perché ce l'ha con il governo italiano, svela la sua passione per Umberto Eco e la speranza di una nuova rivoluzione sessuale

Pamela Anderson: «Trump, Bolsonaro, Salvini: chiamateli come volete, ma resta fascismo»

Rankin for Coco de Mer

Sono tempi insoliti, quelli in cui si fa fatica a non dirsi d’accordo con le idee in materia di cosa pubblica di un’ex icona sexy degli anni ’90. Eppure tanti di noi negli scorsi giorni si sono trovati a condividere – via social o moralmente – le parole di Pamela Denise Anderson, modella e attrice, resa eterna dal ruolo di C.J. Parker in Baywatch.

Da qualche anno la 51enne di Ladysmith, in Canada, ha privilegiato un altro tipo di vita e di carriera, quella da attivista. Tra le cause per cui si è spesa l’animalismo e il veganesimo, il contrasto della violenza sulle donne, la legalizzazione della cannabis e la libertà di stampa, con le sue parole di stima nei confronti di Julian Assange che hanno portato a una serie infinita di indiscrezioni – in parte confermate – su una sua presunta relazione con il fondatore di WikiLeaks.

In realtà, a quanto si sa, Pamela è legata sentimentalmente al difensore campione del mondo Adil Rami, che gioca nel Marsiglia. Per questo l’ex collega di Mitch Buchannon – un altro che ha avuto “ruoli” politici che vanno ben oltre lo sfoggio di bicipiti sulla sabbia di Malibù – trascorre molto tempo in Europa, e in questi giorni ha dedicato numerosi pensieri alla vicenda dei “gilet gialli” francesi. Poi, sul suo seguitissimo profilo Twitter, ne ha rivolto uno anche all’Italia.

“Un Paese meraviglioso, lo amo tanto. Amo il cibo, la moda, la storia, l’arte, ma sono molto preoccupata da quel che sta succedendo, che mi ricorda gli anni ‘30”, ha scritto. Entrambi gli scenari attuali sui due versanti della Alpi, la novella jacquerie anti-Macron e il governo gialloverde con le sue “derive fasciste”, ha aggiunto, sono “un problema europeo”. “Perché”, ha scritto ancora Anderson, “la soluzione non è Macron né Salvini, che hanno bisogno l’uno dell’altro e si rafforzano tra loro, ma un risveglio paneuropeo che valichi i confini e le nazionalità, e che sia capace di affrontare la profonda crisi economica, sociale, ecologica che l’Europa sta attraversando”.

Il leader leghista – che più volte ha sbandierato la sua assuefazione da cultura pop anni ’90 – si è detto molto deluso dalle prese di posizione contro di lui di Pam, che sui social è stata candidata a gran voce come nuovo volto del centrosinistra allo sbando. Se intenda candidarsi alla guida del Pd non glielo abbiamo chiesto, ma quella che segue è la nostra chiacchierata con Pamela Anderson.

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Che problema hai con Matteo Salvini?
Non lo conosco personalmente. Ma appena ho sentito il suo slogan “Prima gli italiani” durante la campagna elettorale, ho sentito in lontananza l’eco di Trump e del suo “America First”, ed è come se avessi avvertito cosa stava per accadere. Tutto si basa sull’odio per l’altro. Prendi l’esempio del cibo. Siamo arrivati al punto che si demonizzano le ricette straniere in cucina, come dimostra la storia del vostro famoso chef Vittorio Castellani. Sono sicura che il signor Salvini sotto sotto apprezzi il cibo etnico, e allora, mi chiedo, perché sta creando una società che ha paura di tutto ciò che viene da fuori, persino di quello che si mangia?

Ma davvero dobbiamo temere il ritorno del fascismo?
A me non sembra di aver reinventato la ruota, quando ho detto quella frase. Oppure sì? Nel 1995 il grande Umberto Eco scrisse il suo saggio Il fascismo eterno , che ho letto di recente. Descrive 14 peculiarità connaturate al fascismo, che per lui non rappresenta un sistema coerente. Per questo parla di “ur-fascismo”, che è caratterizzato dal culto delle tradizioni e dalla paura del diverso, dalla mobilitazioni della classe media frustrata e dall’ossessione per le cospirazioni, e ancora lo spregio per la debolezza, il machismo e così via. Pensa a leader come Trump, Bolsonaro e, appunto, Salvini: loro hanno tutte queste caratteristiche. Puoi chiamarlo fascismo oppure in un altro modo, ma il punto è che oggi viviamo in un mondo pericoloso ed è meglio iniziare a parlarne, prima che sia troppo tardi.

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Pensi che la storia ci giudicherà come popoli e come nazioni per quello che sta accadendo sul tema dei migranti?
Esiste qualcuno su questo pianeta che non abbia parenti – parlo di una o due generazioni – che non siano dei migranti o dei rifugiati? Mio padre era finlandese, e partì per il Canada alla ricerca di fortuna. Tutta la mia famiglia veniva dalla working class, quella era la loro storia. Ciò che sta accadendo oggi non è una semplice “crisi dei rifugiati”, e di certo la risposta di Europa e Stati Uniti è stata molto debole. Secondo la Banca Mondiale, per via dei cambiamenti climatici, più di 140 milioni di persone saranno costretti a muoversi nei prossimi anni. L’Europa ha accolto un milione e mezzo di persone, poi solo muri, barche fermate al largo e porte chiuse nei confronti di povere persone in fuga. Ora, immagina cosa succederà nel mondo, in una decade o due, quando decine e decine di milioni di persone busseranno per entrare.

Su Twitter hai avuto parole dure anche nei confronti delle istituzioni europee, non solo per Salvini. Quali sono le loro colpe?
Come sai, vivo tra la Francia e gli Stati Uniti, e visito spesso l’Inghilterra, la Germania, la Francia e gli altri Paesi del vostro continente. E vedo sempre le stesse cose. L’Europa vive una profonda crisi economica e sociale. La risposta è stata finora ovunque il populismo di destra. Io non sono stata di certo la prima a dire che l’austerità ha devastato l’Europa, ma così è. È stato un boomerang. L’establishment liberale non può salvare l’Europa, Macron e le proteste di questi giorni ne sono la prova. Sono molto preoccupata per il futuro dell’Europa. Voi no?

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Per darti contro, Matteo Salvini ha postato una foto di te ai tempi di Baywatch. È sessismo quello? Ce n’è tanto in Italia?
Ricordi quello che dicevo prima su Umberto Eco e il suo “ur-fascismo”. Riprendi in mano quel testo e troverai la risposta.

Su Twitter il tuo slogan è “Sex is not oscene, War is“. All’umanità serve una nuova “rivoluzione sessuale”?
Indubbiamente. Meglio, se oggi tutta la politica gioca con le emozioni, allora serve qualcosa tipo una “rivoluzione emozionale”. Invece di spargere paure, la gente dovrebbe lasciarsi ispirare dalla speranza, e agire liberamente. Così la guerra diverrebbe qualcosa di osceno, mica il sesso.

Come dovrebbe essere il nuovo femminismo per Pamela Anderson?
Liberatorio.

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Ps: La fotografia che apre questo articolo è tra le più amate da Pamela Anderson, che ci ha chiesto se fosse possibile pubblicarla. Ci rendiamo conto di quanto sia ridicolo dover giustificare uno scatto di Rankin (che ha realizzato tutti quelli presenti in queste pagine), ma questi sono tempi insoliti.

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