Nel dibattito televisivo fra Biden e Trump ha perso l’America | Rolling Stone Italia
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Nel dibattito televisivo fra Biden e Trump ha perso l’America

Uno appare debole e confuso, persino i progressisti stanno pensando che debba ritirarsi dalla corsa presidenziale. L’altro vince anche se mente e dice cose incoerenti. Uno dei momenti più bassi nella storia elettorale americana

Nel dibattito televisivo fra Biden e Trump ha perso l’America

Joe Biden e Donald Trump negli studi della CNN ad Atlanta

Foto: Getty Images

Joe Biden ha perso il primo dibattito mettendo in una brutta posizione non solo la propria candidatura, ma l’intero Paese. Non c’è altro modo di dirlo. Fin dai primi scambi, è apparso debole e a volte confuso. Sembrava davvero la caricatura che ne fa la destra: un anziano che perde il filo del discorso.

I problemi sono iniziati quando, rispondendo a una domanda sul debito, il Presidente si è incagliato, indeciso se le mille persone più ricche d’America siano trillionaires or billionaires, per poi parlare della necessità di «continuare a rafforzare il nostro sistema sanitario».

È apparso disorientato. Ha detto una frase vaga sul «fare in modo che ogni persona sia idonea a ciò che sono stato in grado di fare con il Covid, scusate, con…». Si è bloccato per qualche secondo, per poi riprendere: «Con tutto quel che dobbiamo fare… Guardate se…». Un lungo silenzio. Quando finalmente ha ripreso a parlare, ha cambiato argomento: «Ecco, sì, abbiamo finalmente vinto Medicare».

Se fosse stato un incontro di boxe, l’arbitro l’avrebbe chiuso lì. Democratici e giornalisti liberal hanno quasi immediatamente iniziato a discutere sui social circa la necessità di sostituire Biden alla convention che si terrà ad agosto a Chicago.

Il dibattito è ovviamente continuato e a dirla tutta Biden si è lentamente ripreso, migliorando la performance. Fortunatamente per lui, Donald Trump non ha sferrato il colpo di grazia. L’ex presidente ha esposto più volte il proprio lato debole, divagando come Biden – anche se in modo più energico – e abbandonandosi alla logorrea come quando ha detto che «Biden è diventato un palestinese, ma a loro non piace perché è un pessimo palestinese». O quando ha detto che «è stato lui a uccidere la gente con l’acqua cattiva, facendo morire centinaia di migliaia di persone». Trump se n’è uscito con affermazioni bizzare d’ogni genere, sostenendo che i democratici cercano di «uccidere i bambini dopo la nascita» e che grazie a lui «abbiamo avuto l’H2O, i dati migliori di sempre».

Più che un dibattito presidenziale, è stata una sciagura. Sarà ricordato come uno dei punti più bassi nella storia elettorale americana. Nonostante le profonde differenze che li separano, nessuno dei due è stato in grado di spiegare chiaramente cosa vuole fare per il futuro del Paese. Hanno invece discusso in modo frammentario di cose intelligibili solo ai sostenitori più accaniti.

È toccato ai moderatori della CNN reindirizzare la discussione sulle domande poste, come quando Dana Bash ha ripreso Trump, che si era perso a parlare delle «bellissime cupole d’oro» dell’Ucraina: «La domanda era: accetterà i risultati delle elezioni, indipendentemente da chi vincerà? Sì o no, per favore risponda».

Biden è apparso più forte nella seconda parte del dibattito. Ha ritrovato un po’ d’energia e ha dato risposte più convincenti, ma non particolarmente forti. Ha dato il meglio di sé quando è passato all’attacco, martellando Trump con battute, chiamandolo «sucker» e dicendogli che ha fatto sesso con una pornostar mentre la moglie era incinta (Trump ha negato i fatti al centro della sua condanna, insistendo che «non ho fatto sesso con una pornostar»).

Nel momento in cui è apparso impossibile che fossero questi due gli uomini scelti da milioni di elettori per svolgere il lavoro più importante al mondo, Trump e Biden si sono messi a parlare di golf: chi ha l’handicap più basso, chi il colpo migliore, chi batterebbe chi. «Sarei felice di giocare a golf con te se ti portassi da solo la sacca», ha detto Biden non senza una certa goffaggine. «Pensi di essere in grado di farlo?».

È stato un dibattito senza precedenti non solo per le performance dei candidati. Per la prima volta era presente un pregiudicato, Donald Trump, che deve rispondere di 34 accuse relative alla falsificazione di documenti per nascondere le bustarelle date a Stormy Daniels in cambio del silenzio durante la campagna del 2016. Biden che ha 81 anni e Trump che ne ha 78 sono entrambi più anziani di qualunque candidato abbia mai partecipato a un dibattito presidenziale (nel 1984 Ronald Reagan veniva considerato anziano e aveva 73 anni).

Per la prima volta nella storia moderna, si sono confrontati un presidente in carica e un ex presidente. Questo tipo di confronto di solito dà uno vantaggio allo sfidante, che può criticare col senno di poi i tre e più anni di performance del rivale in carica. Non in questo caso: anche  Trump ha dovuto difendere la sua presidenza che si è chiusa per di più con la sconfitta contro Biden, un’insurrezione fallita e un secondo impeachment. Biden ha cercato di picchiare duro Trump per la sconfitta elettorale, l’ha definito più volte «piagnone», uno che non riesce ad accettare la sconfitta. «Qualcosa è scattato dentro di te l’ultima volta che hai perso».

Se c’è un lato positivo in questo disastro, è che nell’era televisiva non si era mai visto un dibattito a giugno. I confronti televisivi si tengono di solito tra fine settembre e ottobre, quando gli elettori hanno cioè cominciato a pensare seriamente per chi votare. Il dibattito di ieri si è svolto all’inizio della campagna elettorale, persino prima dell’ufficializzazione dei candidati che avviene alle convention dei rispettivi partiti. Tra i democratici si sta facendo starda l’idea di fare pressioni affinché Biden riconosca la performance opaca e la necessità di farsi da farsi da parte, lasciando che convention di Chicago indichi un altro candidato.

Va anche detto che l’effetto sul voto dei dibattiti presidenziali è quasi sempre sopravvalutato. Persino i confronti che avvengono nel corso dell’ultima settimana non hanno un impatto significativo sull’orientamento degli elettori. E chissà che a favore di Biden non giochi anche la speranza che oggi l’elettore medio non stia pensando alle elezioni di novembre, ma al barbecue del 4 luglio.

Da Rolling Stone US.

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