Mario Vargas Llosa: “Diamo il Nobel per la pace a Carola Rackete” | Rolling Stone Italia
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Mario Vargas Llosa: “Diamo il Nobel per la pace a Carola Rackete”

“Se trionfasse il neofascismo di Salvini e compari, ci sarebbero Brexit ovunque in Europa. La capitana ha disobbedito a leggi irrazionali e disumane”, ha detto lo scrittore dalle pagine di El Pais

Mario Vargas Llosa: “Diamo il Nobel per la pace a Carola Rackete”

Carola Rackete

Foto: Wikimedia

“Quando le leggi sono irrazionali e disumane, è un dovere morale disobbedire, come ha fatto Carola Rackete. La tedesca ha seguito le migliori tradizioni dell’Occidente democratico e liberale, ai cui antipodi si trova la Lega e il suo leader”. Così lo scrittore Mario Vargas LLosa sulle pagine di El Pais (riprese oggi da Repubblica) per giustificare la candidatura della capitana della Sea Watch 3 al premio Nobel per la pace 2019.

Vargas LLosa, a sua volta premio Nobel per la letteratura nel 2010, cita le parole di Oscar Camps, fondatore di Open Arms – “dal carcere si esce, dal fondo del mare no” – e spiega così la sua proposta: “Sono proprio Salvini e i suoi seguaci che incarnano i comportamenti selvaggi e la barbarie di cui accusano i migranti. Non meritano di essere qualificati diversamente coloro che avevano deciso che i 42 sopravvissuti della Sea-Watch 3, piuttosto che calpestare il sacro suolo d’Italia, potevano annegare o morire di malattia o di fame. Grazie al coraggio di Carola Rackete, almeno questi 42 sfortunati si salveranno”.

Nel suo commento, lo scrittore ha attaccato la deriva nazionalista della politica italiana ed europea: “Se trionfasse il neofascismo di Matteo Salvini e compari, ci sarebbero Brexit ovunque nel Vecchio continente e un triste futuro attenderebbe i suoi Paesi, divisi e ostili, per poter resistere agli abbracci mortali dell’orso russo”.

“Dobbiamo affrontare i Matteo Salvini dei nostri giorni con la convinzione che non sono altro che il prolungamento di una tradizione oscurantista che ha riempito di sangue e cadaveri la storia dell’Occidente e sono stati il nemico più acerrimo della cultura della libertà, dei diritti umani, della democrazia”.