L'uomo dietro al Generatore di post di Salvini: «Pensare come lui fa male» | Rolling Stone Italia
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L’uomo dietro al Generatore di post di Salvini: «Pensare come lui fa male»

L'informatico che ha creato il generatore più sovranista del web racconta cosa significa immaginare ogni giorno cosa passa per la testa del leader leghista, e di quella volta che ha litigato con i fan di Dario Fo

L’uomo dietro al Generatore di post di Salvini: «Pensare come lui fa male»

Salvini allo stadio.

Foto di Paolo Bruno/Getty Images

Social Media Manager di tutta Italia, preparatevi: il vostro lavoro finisce qui. Vi avevano detto che la vostra sarebbe stata la professione del futuro, che le sorti di politica, brand, finanza sarebbero passate dalle vostre mani. Balle. Il vostro mestiere sparirà, sostituito da un semplice algoritmo. Basta post sponsorizzati, foto Instagram selezionate, piani editoriali. Il futuro è ormai alle porte: con un semplice click i contenuti web saranno generati da software che renderanno inutile il vostro contributo.

Preoccupati?
Tranquilli, ovviamente si scherza, ma forse, non fino in fondo.

Questo è il generatore automatico di post di Salvini, una pagina che permette di visualizzare un post nuovo di zecca del vicepremier semplicemente premendo il bottone “genera un altro post”. Abbiamo deciso di capire chi è l’uomo dietro la macchina e ne è uscita questa intervista. Pare trattarsi di una personcina perbene, perciò, amici SMM, il vostro lavoro è salvo. Almeno per ora.

Non vuoi svelare la tua identità, ma puoi dirci chi si nasconde dietro al generatore?
Dietro al generatore ci sono solo io. Ho 30 anni, abito in Sardegna e sono tornato in Italia dopo diversi anni all’estero, ho lavorato come programmatore e anche nel campo dei videogiochi.

Perché un generatore?
L’idea è nata nel 2014: ero in biblioteca, stavo preparando un esame per l’università, ma non avevo voglia. Già da un paio di settimane tenevo d’occhio il profilo di Salvini, quando ancora non era un fenomeno quanto adesso. Faceva post ridicoli, un po’ diversi da ora, ma comunque post in cui attaccava immigrati, clandestini, tutto in maiuscolo. Alla fine chiedeva sempre “e voi cosa ne pensate?”. Ogni tanto ne spuntavano di veramente assurdi, tipo un giorno aveva parlato di una legge europea contro i tostapane, scrivendo in gigante la parola “tostapane” e lì ho pensato: “sembrano davvero dei post che si generano da soli”.

E quindi ho voluto fare questo sito dove ogni volta che carichi la pagina, si genera una frase come la direbbe Salvini. Grazie a tutta una serie di regole cerca di simulare il modo di parlare di Salvini, randomizza cose che dice veramente con cose assurde, quindi possono uscirti post in cui Salvini attacca, non so, la Nutella o l’Albero Azzurro, oppure Salvini che attacca Renzi. E siccome appunto è tutto molto randomico, fa sempre quell’effetto finale che fa ridere perché sembra vero.

Tecnicamente, come si costruisce un generatore?
All’epoca avevo osservato tutti i tipi di post che scriveva Salvini, quindi avevo trovato tutti i pattern che utilizzava al loro interno: la frase iniziale, la frase finale, c’erano l’attacco al cantante, il post in cui si spiegava cosa avesse fatto l’Unione Europea, quello sulle dichiarazioni di Renzi… insomma ho trovato un po’ tutti questi temi che utilizzava in continuazione e poi ho scritto queste frasi già pronte all’interno delle quali però alcune parole vengono inserite in modo casuale. Appena l’ho pubblicata, la pagina è diventata virale: finì su Repubblica, sul Fatto Quotidiano, sui social… anche io sono rimasto abbastanza stupito, ho speso un paio di ore per fare questa scemenza e poi è decollata, non me l’aspettavo.

Ci hai messo solo un paio d’ore per crearlo?
Sì sì, a livello tecnico è abbastanza stupida da fare come cosa, l’ho fatto per divertirmi, ha avuto successo, a quel punto reindirizzavo gli utenti alla pagina Facebook però mi sono reso conto che continuare a postare screenshot dei post generati automaticamente, dopo un po’ diventava palloso. E quindi ho iniziato a fare anche post di satira.

Con gli anni fare satira però è diventato più difficile.
Me ne sono reso conto perché ho fatto un po’ di post che giocavano molto sul fatto che fosse difficile capire se fossero veri, generati, oppure inventati da me…

Che dovrebbe essere la regola di base dei troll…
Sì esatto, mi faceva ridere questa cosa qua, che una persona che legge un post non sapesse effettivamente se fosse vero oppure no. Quindi ho fatto un paio di post un pochino spinti. Ce n’è stato uno mio diventato famoso dove Salvini attaccava Dario Fo. Ma poi sono stato criticato, mi hanno scritto che se facevo post finti che sembrano davvero di Salvini, quando la gente poi lo scopriva, finivo col fare il gioco di Salvini. Quindi già lì ho un po’ messo il freno…

Dunque ridere dei politici è diventata un’operazione simpatia che favorisce i politici?
Anche alcuni comici ormai dicono che non ha più senso. Trovo che in questi tempi sia veramente facile fare satira politica perché ci sono delle situazioni talmente assurde che ormai sono i politici stessi a fare satira: basta dire cosa fanno e fa già ridere così.
Uno dei motivi per cui io ho smesso è che se faccio un post, e la gente non capisce se è un post vero o finto, a quel punto comincia ad accusarti di fake news.

Quindi sei un troll redento.
Io non mi sono mai definito un troll in realtà, all’inizio avevo davvero tutte le buone intenzioni del mondo, voleva essere “ridiamo di Salvini e delle cose che dice”, quindi non mi sono pentito, mi sono reso conto della potenza dei social nel momento in cui fai una cazzata. Quel post su Dario Fo, che è diventato virale, la gente ha iniziato a salvarlo, a mandarlo agli amici su Whatsapp, l’hanno davvero preso per vero, le persone sono andate ad attaccare Salvini sulla sua bacheca: “Ah hai cancellato quel post! Maledetto! Hai fatto una figura di merda! Ma guarda cosa hai fatto!” E questa era una situazione di cui io non avevo alcun controllo, quindi ho chiesto scusa e ho smesso di farlo. Mi sono reso conto che chi gestisce una pagina social ha grosse responsabilità.

Potevi scegliere di chiudere la pagina e invece l’hai tenuta.
Sì perché in realtà ogni tanto posto cose anche a tema non Salvini, per esempio l’anno scorso ho creato una pagina che si chiamava “DiMaiocrazya” nel periodo in cui al governo si cambiava idea ogni giorno sulle decisioni da prendere: “Facciamo l’impeachement a Mattarella, ah no non facciamolo, non faremo mai alleanze con la Destra, facciamola con la Sinistra”; ogni giorno dicevano una cosa diversa, quindi avevo fatto un sito scemo dove tu potevi fare delle domande, non so se avete presente…

L’abbiamo vista: è una pagina che ti permette di fare qualsiasi domanda a Di Maio e lui darà sempre una risposta, giusto?
Esatto e quindi la pagina del generatore automatico mi è servita per provare a lanciarlo, quando in realtà nessuno se l’è cagato… ogni tanto mi piace fare queste scemenze un po’ così, per vedere un po’ come vengono recepite.

E Salvini e Di Maio li hanno visti i tuoi generatori?
Di Maio penso di no. Luca Morisi ha commentato qualche mio post e poi Salvini stesso ha condiviso un’immagine che ho fatto: stava organizzando un raduno e scriveva molti post in cui diceva di vari personaggi “lui ci sarà”, allora io ne ho fatto uno con Peppa Pig scrivendo “lei ci sarà”. Faceva ridere quindi l’ha riutilizzata.

Se ricevessi da Salvini la proposta di entrare nel suo team social accetteresti? Ormai lo conosci come le tue tasche.
No, assolutamente no, mai, senza alcun dubbio. Questo è uno dei motivi per cui ho smesso di gestire la pagina come prima, mi sono reso conto che mi faceva male ragionare come Salvini, cioè, quando scrivevo i post mi dovevo sforzare di pensare “cosa direbbe Salvini in questa situazione” e dovevo trovare le cose negative in tutto per attaccarle. All’inizio era divertente però dopo un po’, se lo fai ogni giorno, diventa abbastanza pesante.

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