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Luca Casarini: «Salvini oggi è il vero disobbediente»

L'ex leader no-global, indagato per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, risponde per la prima volta alla pioggia di critiche per il caso Mare Jonio. «Io sono a posto con la mia coscienza, fuori legge sono i governi», dice

Ci sono persone che attirano su di sé un odio da cortocircuito, che va ben al di là dei propri eventuali demeriti o errori. Persone che diventano dei simboli e che sulla base di quello saranno giudicati per tutta la vita. Funziona così da sempre e la turbopolitica di oggi, assieme all’ansia da commento sui social, ha reso la dinamica ancor più inevitabile. Nell’ultima settimana in tanti hanno messo un bel mirino sulla fronte a Luca Casarini, protagonista del salvataggio in mare di 49 migranti a bordo della Mare Jonio e delle successive polemiche.

Veneziano, 51 anni, è stato il leader delle cosiddette Tute Bianche durante il G8 di Genova. In seguito ha continuato a gravitare nei partiti della sinistra italiana (quella che di solito viene definita radicale), sparendo dai radar negli ultimi anni in contemporanea alla crisi irreversibile della sua parte politica. A farlo riscoprire negli ultimi giorni è stata l’ennesima “battaglia del mare” tra le ong e il ministro degli Interni Matteo Salvini, che aveva cercato di fermare prima del suo ingresso in Italia la Mare Jonio, di cui Casarini è capo missione.

Missione fallita. Perché la “nave dei centri sociali”, chiamata così perché tra gli armatori – riuniti nel progetto Mediterranea – figurano esponenti ed ex esponenti dell’antagonismo, sei giorni fa è entrata nel porto di Lampedusa, nonostante i tentativi del Viminale di impedirlo. La barca è poi stata sequestrata e Casarini, assieme ad altri membri dell’equipaggio, indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I migranti salvati in mare, invece, proprio in queste ore si stanno trasferendo da Lampedusa a altre località della Sicilia.

Da quel momento l’ex disobbediente del Nord-Est è stato ricoperto di insulti in ogni tipo. Salvini lo ha più volte buttato in pasto ai suoi follower e anche a sinistra parecchi hanno sostenuto che la sua presenza screditasse l’operazione di Mediterranea. Ora, per la prima volta, Luca Casarini risponde approfonditamente alle critica.

Dove ti trovi in questo momento?
Sono a Palermo. In attesa di tornare a Lampedusa, nella speranza che venga sbloccato al più presto il sequestro della Mare Jonio. Quello che abbiamo subito è un sequestro probatorio, imposto per acquisire prove utili per l’indagine: noi le abbiamo fornite tutte, per cui ora attendiamo che la nave possa tornare in mare. Perché meno navi ci sono in mare, più persone muoiono. Come sta succedendo anche in questi giorni.

Come commenti l’indagine a tuo carico?
Dico che sono prontissimo a sostenere un eventuale processo, perché sono sicuro che abbiamo fatto non solo ciò che è giusto da un punto di vista umano ma anche per le leggi internazionali e la nostra Costituzione. Discutere in sede dibattimentale se sia giusto intervenire quando le persone in mare sono in pericolo o se vadano rimandate nei lager libici è anche nei nostri interessi.

Ascolta l’intervista integrale a Luca Casarini qua sotto.

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Ti accusano di strumentalizzare i viaggi nel Mediterraneo per una battaglia politica contro Salvini?
C’è una legge del mare non scritta che vale da secoli, per cui le persone si salvano. Una certa politica ha cercato di dire che non è più così scontato. Per questo la politicizzazione non è da parte delle ong, ma di chi dice che salvare una vita sia un atto contro questo o quel governo. Io ho fatto quello che ho fatto perché, da padre di due figli, qualcosa si è mosso dentro di me: non potevo più stare fermo a guardare un mare diventato un cimitero.

A quasi 20 anni dal G8 sei ancora un disobbediente?
Io ho fatto del ragionamento sulla disobbedienza una caratteristica della mia vita. Ma il paradosso è che oggi mi ritrovo a fare una battaglia per l’obbedienza, per cercare di fare rispettare la Convenzione di Amburgo sui salvataggi in mare e il Diritto marittimo, oltre che la Costituzione. Sono i governi che violano continuamente la legge.

Salvini disobbediente è un bel paradosso.
Un paradosso del nostro tempo, in cui legalità e istituzioni non si sposano più. Salvare le persone e creare politiche serie e lungimiranti per quanto riguarda le migrazioni dovrebbero essere priorità per le istituzioni, che invece non fanno nulla. Su questo vuoto intervengono le ong, la società civile, che fa quello che gli Stati non fanno.

Come hai fatto a catalizzare su di te tutto questo odio?
Io capisco chi mi critica e dice che ho fatto un sacco di cazzate, e forse hanno anche ragione. Ma io posso dire due cose: che non fuggo dai processi, e che sto provando a dare il mio piccolo contributo a una tragedia che non era più sopportabile, seguendo solo la mia coscienza personale. Snche se oggi sono un parafulmine, l’unica cosa che per me conta è che quei ragazzi siano vivi. Io rimango quello che sono, con tutti i miei limiti e le mie criticità, e posso andare a testa alta perché non faccio morire le persone in mare.

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