Low cost e mischiata con sostanze tossiche: è la “nuova” eroina | Rolling Stone Italia
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Low cost e mischiata con sostanze tossiche: è la “nuova” eroina

A colloquio con Alessandro Cavalli della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga per parlare della presunta eroina gialla e di sostanze sintetiche, tra rischi per la salute pubblica e lo spauracchio delle mafie

Low cost e mischiata con sostanze tossiche: è la “nuova” eroina

Foto Alex Person

Il ritorno dell’eroina con le morti per overdose di Alice, Carmela e Desirée in pochi giorni. La comparsa sul mercato di nuove sostanze prodotte in laboratorio, che negli Stati Uniti fanno stragi da anni e che rappresentano una minaccia angosciante anche da questa parte dell’oceano. I temi si sovrappongono nel mercato globalizzato delle sostanze, in cui il web è divenuto un nuovo pusher anche più affidabile di quelli che si trovano in piazza, che pur continuano a “fatturare”.

Dopo aver trattato il tema cannabis light (123), e gli psicofarmaci (123), proseguiamo il nostro viaggio nel mondo degli stupefacenti – una nuova inchiesta sull’eroina tra i giovani è presente sul numero di Rolling Stone in edicola – con una lunga intervista al  colonnello della guardia di finanza Alessandro Cavalli, in forza alla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, tra le massime autorità in materia di contrasto alle droghe in Italia.

La cosiddetta eroina nera, un problema soprattutto degli Stati Uniti

Abbiamo avuto tre ragazzine di 16 anni morte per overdose nel giro di 15 giorni. Considerato che l’età media dei decessi per abuso di sostanze è di 39 anni circa e che il rapporto uomini/donne è 5/1, dobbiamo concludere che siamo di fronte a una modifica del fenomeno?
Possiamo dire con ragionevole certezza che l’età media degli assuntori di eroina si è abbassata: il trend è confermato dalle operazioni di polizia portate avanti negli ultimi anni. Negli ultimi due, in particolare, ci siamo trovati di fronte a una impennata.

Ci dia un titolo giornalistico: tra i giovani “è tornata l’eroina” oppure “l’eroina non se n’è mai andata”?
Per via soprattutto della modalità con cui è assunta, storicamente l’eroina è appannaggio di persone di una certa età e che hanno già una dimestichezza con le sostanza. Ora, invece, l’eroina è sempre più spesso inalata o fumata, e questo ha come dato una nuova vita alla sostanza. L’ha resa più appetibile per le nuove generazioni, che senza buchi sulla braccia, anche da un punto di vista estetico, hanno meno freni all’assunzione.

Costa molto meno rispetto al passato?
Sì. Ora si trovano le cosiddette “caccolette”, bustine monodose da 0.2 grammi circa, in confronto al grammo o grammo e mezzo che era la busta minima di un tempo. Prima con meno di 60-70 euro non si poteva fare nulla, ora 20, 30 o massimo 40 euro possono bastare. Le sostanze che vengono usate per tagliare – o meglio che sono mixate all’eroina – amplificano inoltre l’effetto, e così anche una quantità ridotta può essere sufficiente per “sballare”.

La sostanze che si trovano in giro sono meno pure di un tempo?
Un tempo c’era la cosiddetta brown, che aveva una discreta percentuale di sostanza pura e il resto taglio, solitamente bicarbonato, paracetamolo o comunque sostanze che non aumentavano l’effetto psicoattivo. Ora l’eroina è pura in percentuale inferiore, ma vengono aggiunte altre sostanze sintetiche che ne accentuano durata ed effetto.

Foto Jair Lázaro

Esiste l’eroina gialla? È sempre la stessa la sostanza che ha causato morti in giro per l’Italia in questi mesi?
Oggi non è in alcun modo possibile sostenerlo. Ci sono delle ipotesi, la principale delle quali è che a causare le numerose morti dei tempi recenti sarebbe stata l’eroina potenziata con il metorfano (cui sono attribuiti i 16 casi accertati di overdose a Mestre nel 2017, ndr), un oppioide sintetico impiegato ad uso farmaceutico come analgesico, che, trasformato chimicamente, può aumentarne l’effetto psicoattivo e connotarla con quel colore ocra della cosiddetta droga gialla (altri pensano invece che la colorazione sia data dalla scarsità di solventi con cui la materia prima viene lavata in fase di preparazione, ndr).

Come potremo stabilirlo con certezza?
Sarà fondamentale aspettare il responso delle analisi effettuate sul corpo della 16enne morta a Udine, e quelle sulla sostanza avanzata che il partner, che era con lei al momento del decesso, ha consegnato agli inquirenti. Vediamo se sarà confermato che nell’eroina che hanno utilizzato è presente il metorfano, magari mescolato a caffeina, che aumenta l’effetto eccitante. Non che risolva tutti i nostri problemi, perché oggi è il metorfano e domani sarà un altro prodotto: non bisogna fossilizzarsi su una “sostanza killer”.

Chi controlla il mercato?
Oggi si parla con insistenza della cosiddetta mafia nigeriana, ma sostenere che abbia il monopolio di una presunta eroina gialla è una falsità. Di certo sono in aumento i reati di spaccio e traffico da parte di esponenti dell’etnia nigeriana, soprattutto nel Triveneto e nell’hinterland di Napoli. In generale è risaputo che la vendita al minuto è gestita da cittadini extracomunitari. Di massima possiamo dire che le grandi organizzazioni criminali si occupano del traffico di grosse partite di stupefacenti, mentre lo spaccio al minuto è interamente delegato ad altre bande criminali, che si avvalgano di una manovalanza composta da stranieri. Statisticamente magrebini e albanesi rimangono i più attivi tra i gruppi etnici, come testimoniano denunce e arresti.

Foto VanveeJF

Da dove arriva la droga nel Triveneto?
Dai Balcani e dai grossi hub del Nord Europa. Sono due rotte storiche, tutt’altro che nuove, anche se non muovono di certo il volume di affari dei carichi gestiti dalla ‘ndrangheta a Gioia Tauro e in altri porti italiani. La grande sfida per noi oggi è capire se l’eroina che si trova nelle piazze arrivi in Italia già con il metorfano o altri oppioidi sintetici oppure se ci sia all’interno del nostro Paese qualcuno che, come un piccolo chimico, magari nel bagno di casa, si metta ad adulterare le sostanze.

Ci sono dei precedenti di questo tipo?
Il più noto è quello di un 23enne di Sesto San Giovanni, trovato in casa mentre lavorava a dei nuovi mix. Il guaio è che ci troviamo davanti a sostanze letali e un errore percentualmente minimo può causare, soprattutto tra i giovani, shock talmente forti da mandare in overdose al primo contatto con la sostanza.

Perché sono immesse sul mercato sostanze sempre più forti e potenzialmente assassine, con il rischio di perdere dei clienti?
A chiedere sostanze sempre più potenti è il mercato, che oggi sta rapidamente cambiando. Con il web è tutto più facile, perché si possono conoscere e reperire sostanze che prima non erano tradizionalmente presenti nella piazza, con rischi enormi connessi ai dosaggi non corretti.

Siamo arrivati al paradosso per cui ci si fa di eroina perché è più sicura?
L’eroina è una droga potente, devastante, che crea una dipendenza fortissima. Purtroppo con le sostanze sintetiche con cui può essere mixata non può considerarsi neanche “sicura”, e le recenti morti per overdose lo confermano. Di certo nel mondo delle droghe stanno comparendo sostanze sintetiche che si possono facilmente rinvenire sul mercato illecito in varie forme, parimenti se non maggiormente pericolose delle droghe classiche, con effetti distruttivi a livello celebrale anche sul breve periodo.

Pastiglie di Fentanyl reperibili sul mercato nero americano

Il grande spauracchio è il Fentanyl, oppioide sintetico che negli Stati Uniti ha causato più di 30mila morti in un anno.
Oltre oceano è un problema enorme, i colleghi americani con cui mi rapporto non parlano d’altro e li capisco bene. Però ci tengo a smontare l’allarme Fentanyl in Italia: per ora abbiamo due morti in tutto, in circostanze nemmeno troppo chiare. In Europa, a parte uno in Estonia, non sono stati ancora trovati laboratori per produrre la sostanza. Quella che ha cominciato a fare morti nei Paesi scandinavi arriva dalla Cina, come la maggior parte di quella presente nelle strade americane e canadesi.

Condivido la necessità di non lanciare allarmi a vuoto. Ma, detto onestamente, in un mondo globalizzato in cui le droghe seguono le regole del consumo come tutte le altre sostanze, è molto difficile pensare che ciò che altrove c’è ed è apprezzato dagli utenti – al netto delle morti, se esiste un mercato significa che molti sono disposti a correre il rischio – non arrivi prima o poi anche da noi.

Se si parla di droghe sintetiche in generale, il trend è chiaro. In Paesi come la Svezia, la Danimarca e le ex repubbliche sovietiche hanno già il 50% del mercato, e nel giro di 10 anni potrebbe arrivare all’80%. Le droghe naturali andranno a scomparire, perché le concorrenti sono più economiche ed efficaci, e comportano meno rischi nella fase di commercializzazione. Siamo pronti al loro arrivo, il Sistema Nazionale di Allerta Precoce (il sistema che riunisce forze di polizia, laboratori specializzati e altri enti per trovare e catalogare le nuove sostanze che compaiono sul territorio nazionale, ndr) serve proprio a questo. Prevediamo che le “nuove droghe” si prendano una fetta di mercato del 20-25% nel giro di poco tempo, rimescolando le carte anche per quanto riguarda gli attori della filiera.

Che prospettive di business (illecito) danno le nuove sostanze?

Il grande timore – anzi qualcosa di più, ci sono già le prime indagini in merito – è che la criminalità organizzata converga su queste sostanze. Fino a ieri, il 50-60% delle sostanze che arrivava in Europa proveniente da Africa, Asia e Sud America – Colombia, Perù e Venezuela in particolare – passava da noi, ma già le mafie hanno iniziato a bypassare i nostri confini e sono in grado di fare arrivare carichi direttamente nei grandi porti del Nord Europa. Pensate quando lo faranno con le droghe sintetiche.

Cosa gli manca?
La rotta dalla Cina, che mette a disposizione il prodotto. Ma di certo si muoveranno, o lo stanno già facendo, per prendere in mano i traffici. Con le droghe “classiche” ci sono voluti 15-20 anni alla criminalità organizzata per prendere il controllo, ma oggi i tempi sono molto più rapidi.

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