L’INPS ha appena compiuto “la più grande violazione dei dati personali mai avvenuta in Italia” | Rolling Stone Italia
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L’INPS ha appena compiuto “la più grande violazione dei dati personali mai avvenuta in Italia”

Da oggi doveva essere possibile richiedere il bonus previsto dal decreto Cura Italia sul sito dell'INPS. Invece, per colpa di un bug, all'accesso si vedevano dati sensibili di persone a caso

L’INPS ha appena compiuto “la più grande violazione dei dati personali mai avvenuta in Italia”

Mairo Cinquetti/NurPhoto via Getty Images

Oggi è l’1 aprile. Quest’anno visto che siamo tutti chiusi in casa per una pandemia nessuno ha particolarmente voglia di scherzi, pesci d’Aprile e via dicendo, così a tenere viva la tradizione ci ha pensato una fonte insolita: il sito dell’INPS, dove dalla mezzanotte di oggi doveva essere possibile fare domanda per accedere ai fondi previsti dal decreto Cura Italia, che comprende un assegno di 600 euro al mese per i lavoratori autonomi rimasti senza lavoro per colpa dell’epidemia.

Già da ieri l’erogazione di questo bonus era circondata dal caos, con alcune testate che riportavano la notizia secondo cui i soldi sarebbero stati pagati evadendo le domande in ordine cronologico fino all’esaurimento dei fondi disponibili. Anche se ieri il presidente dell’INPS Pasquale Tridico aveva cercato di correre ai ripari, quando è scattata la mezzanotte il sito dell’INPS è stato assaltato, ricevendo qualcosa come 100 domande al secondo. “Dall’una di notte alle 8.30 circa abbiamo ricevuto 300mila domande regolari. Adesso stiamo ricevendo 100 domande al secondo. Una cosa mai vista sui sistemi che stanno reggendo, sebbene gli intasamenti siano inevitabili con questi numeri”, ha detto Tridico a La Stampa.

Ma non c’è stato solo l’assalto al sito. Su Twitter moltissimi utenti hanno segnalato un problema ben più grave: ad esempio che ricaricando la pagina si aveva accesso alla posizione contributiva di persone a caso – con la possibilità di vedere dati sensibili.

Dopo le segnalazioni il sito dell’INPS è stato messo online, probabilmente nel tentativo di limitare i danni, capire cosa non ha funzionato e correggere l’errore. Ma come ha scritto Cathy La Torre, avvocato e fondatrice di Odiare ti costa, quello che è accaduto questa mattina è “la più grande violazione dei dati personali mai avvenuta in Italia. Se compili la domanda vengono fuori i dati di altre persone. Tutto, nome, cognome, indirizzo. Ci sarà la più grande class action d’Italia contro l’Inps.”

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