Carola Rackete, la comandante della Sea Watch3, nel giugno 2019, era stata arrestata per aver deciso di attraccare a Lampedusa senza autorizzazione dopo aver salvato dei migranti provenienti dalla Libia, speronando una motovedetta della Guardia di finanza che aveva provato a impedirglielo. Oggi, il tribunale di Agrigento ha ufficialmente archiviato l’inchiesta nei suoi confronti perché Rackete “ha agito nell’adempimento del dovere di salvataggio previsto dal diritto nazionale e internazionale del mare”.
Il giudice ha motivato la decisione citando un rapporto dell’UNHCR che afferma che “migliaia di richiedenti asilo, rifugiati e migranti in Libia versano in condizione di detenzione arbitraria e sono sottoposti a torture” e dunque giustifica le azioni di Rackete, sottolineando anche come non possa essere considerata luogo sicuro una nave “che oltre a essere in balia degli eventi meteorologici avversi non consente il rispetto dei diritti fondamentali delle persone soccorse”.
Nel 2020 la Corte di Cassazione aveva già sancito l’illegittimità dell’arresto di Carola Rackete e lo scorso maggio erano cadute anche le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e violenza a nave da guerra. Di fatto, la decisione di oggi chiude tutte le indagini sul conto della capitana della Sea Watch3. Sea Watch ha commentato la notizia affermando che “quest’ennesima archiviazione abbatte il pretestuoso muro legislativo eretto da Salvini e, nelle sue motivazioni, conferma quanto già stabilito dalla Corte di Cassazione: soccorrere chi si trova in pericolo in mare e condurlo in un luogo sicuro è un dovere sancito dal diritto internazionale”.