Domenico “Mimmo” Lucano, l’ex sindaco di Riace diventato famoso per aver messo in piedi un sistema di accoglienza per migranti nella sua città, è stato condannato oggi in primo grado a 13 anni e due mesi di carcere per associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, truffa, peculato e abuso d’ufficio. Si tratta di quasi il doppio della pena che era stata chiesta dall’accusa.
Arrestato nell’ottobre del 2013, Lucano era stato accusato di associazione a delinquere per commettere reati contro la pubblica amministrazione, la fede publbica e il patrimonio. Durante il processo, il pubblico ministero avveva detto che le azioni illecite di Lucano erano state determinate da “interessi di natura politica”. “Non era importante a qualità dell’accoglienza ma far lavorare i riacesi così da conseguire, quale contraccambio, un sostegno politico elettorale”.
Diversi commentatori hanno parlato di processo “politico”, sostenendo che Lucano sia vittima di una persecuzione giudiziaria – soprattutto per l’entità della pena comminata che, hanno fatto notare in molti, supera quella a cui è stato condannato il terrorista Luca Traini, autore della sparatoria di Macerata nel 2018.