Le donne a servizio dell’esercito ucraino | Rolling Stone Italia
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Le donne a servizio dell’esercito ucraino

Abbiamo intervistato le militari di Veteranka, un'organizzazione non governativa che ha l'obiettivo di fare advocacy per veterane di guerra e donne che attualmente fanno parte dell'esercito ucraino

Le donne a servizio dell’esercito ucraino

Foto per gentile concessione di Veteranka

Il 24 febbraio non è stata solo la data dell’inizio dell’invasione su larga scala della Russia in Ucraina. Per molte donne ucraine è stata anche la prima esperienza diretta nel difendere il proprio Paese, dopo tanti anni di lotte per ottenere diritti uguali a quelli degli uomini. Lo sa bene Kateryna Prymak, vicepresidente dell’organizzazione non governativa Veteranka, che ha l’obiettivo di fare advocacy per le veterane di guerra e le donne che attualmente fanno parte dell’esercito ucraino. «La mia vita è stata stravolta negli ultimi 8 anni, a partire dal 2013 quando sono scesa in piazza Maidan a Kiev per le manifestazioni di protesta contro il presidente Janukovyc. Volevamo solo più democrazia e diritti», ricorda Kateryna a Rolling Stone in un collegamento video con lo sfondo completamente oscurato per questioni di sicurezza.

Nel 2014 Katerina entrò a far parte dei ranghi del Corpo volontario ucraino, i cosiddetti “Ospedalieri“, in cui ha lavorato come paramedica assieme alle Brigata di evacuazione per 11 mesi. All’epoca «una donna poteva fare il medico, l’infermiera o la contabile nelle forze armate. Tu sei una donna, non mi sembri una persona seria e quindi puoi fare il paramedico», racconta con amarezza Kateryna.

Già dopo l’invasione russa del Donbass molte donne avevano un ambizioso obiettivo: servire e difendere l’Ucraina. Ma avevano anche barriere da superare, perché l’accesso a molte professioni militari era riservato solo agli uomini. «In molte come me hanno iniziato una campagna di advocacy per cambiare la legge di accesso all’esercito», sottolinea con orgoglio Kateryna.

Le cose sono iniziate a cambiare nel 2016 con il programma di modernizzazione militare che prevedeva un graduale ingresso di donne nelle posizioni di combattimento. Secondo Hanna Maliar, viceministro della difesa dell’Ucraina, nel 2022 sono 31 mila le donne che prestano servizio nelle forze armate ucraine, ovvero il 15,6% del numero totale dei militari. Questa percentuale è una delle percentuali tra le più alte al mondo. è clamorosa la differenza con la Russia (4,3% di donne nell’organico dell’esercito) o con l’Italia, dove secondo gli ultimi dati del ministero della Difesa del 2019, le professioniste che operano all’interno delle Forze armate italiane sono solo 17 mila (7%).

Julia Mykytenko, una veterana di combattimento, che oggi lavora come volontaria per Veteranka ha detto che «ci sono ancora molti comandanti vecchio stile, ma stanno iniziando a rendersi conto che le donne sono soldati migliori degli uomini. Però noi dobbiamo essere più professionali, più affidabili e lavorare più duramente degli uomini, per essere accettate alla pari».

Una ricerca fatta dalla Ong, Institute for Gender Programs, mostra che ci sono ancora ancora grossi rischi per le donne che fanno parte dell’esercito ucraino. Misoginia, mascolinità tossica e discriminazione sessuale, mancanza di professionalità e eredità sovietica nella cultura del lavoro sono le principali cause di discriminazione e violenza verso le donne.

Nel 2022 la guerra è tornata di prepotenza e in larga scala nel territorio ucraino svolgendo la vita di milioni di persone e causando oltre 5 milioni e mezzo di profughi e 7 milioni di sfollati interni secondo un recente report dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM). Veteranka continua nella seconda parte della sua mission a sostegno dell’esercito ucraino, ma anche dei volontari provenienti da altri Paesi. È il caso dei training medici offerti ai soldati bielorussi che sono arrivati in Ucraina per supportare l’esercito locale in difesa dall’attacco russo. Veteranka offre supporto anche a cucine da campo, ospedali, orfanotrofi e polizia. “Tra i civili, la nostra priorità sono i familiari dei soldati, gli anziani, le persone con disabilità”, si legge sul sito dell’organizzazione.

Ora la guerra sta evolvendo con la Russia che ha concentrato le forze per provare a conquistare il sud e l’est del Paese entro il 9 maggio. Ma per Kateryna non ci sono dubbi: «La Russia di Putin si sta solo autodistruggendo. Io resto qui perché il mio Paese ha bisogno di me. Voglio solo vincere la guerra per far sì che tutte le persone che hanno lasciato l’Ucraina possano tornare in pace».