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L’assurda guerra della destra italiana contro i monopattini elettrici

Negli ultimi anni i monopattini elettrici sono diventati un mezzo di trasporto sempre più diffuso. Alla destra italiana questa cosa non piace affatto

Robert Alexander/Getty Images

Complice la pandemia e la nuova attenzione all’ecologia, negli ultimi anni è scoppiata una vera e propria bolla dei monopattini elettrici – che sono diventati il mezzo di trasporto preferito da moltissime persone e si possono vedere sfrecciare per le strade delle principali città italiane. E proprio nei monopattini elettrici la destra italiana sembra aver individuato il suo nuovo nemico. 

Da qualche tempo, infatti, intorno ai monopattini elettrici ha iniziato a montare una campagna di delegittimazione che ha del clamoroso, inaugurata dall’ormai celebre siparietto montato ad arte da Mario Giordano, che è riuscito nell’impresa di trasformare il suo tragicomico travaso di bile per le misure contenute nel Decreto Rilancio – che, tra le altre cose, prevedeva degli incentivi per l’acquisto di biciclette e monopattini elettrici – in un vero e proprio meme.

Oltre un anno dopo, la “monopattino-fobia” è diventata una specie di tormentone nazionalpopolare, e un frame narrativo ricorrente nella retorica dei principali partiti di destra. Pochi giorni fa, per esempio, a Carpi due consiglieri comunali di Fratelli d’Italia hanno presentato una mozione per impegnare il sindaco e la giunta ad adottare un pacchetto di misure restrittive che dovrebbero disciplinare la circolazione dei monopattini elettrici: l’imposizione di un “limite di velocità a 20 km/h sull’intera rete viaria cittadina, ridotto a 6 km/h nelle zone a traffico limitato”, la “intensificare i controlli sui monopattini, con particolare riguardo all’uso del casco, dei giubbotti o bretelle catarifrangenti”. Inoltre la mozione invitava “tutti i Comuni facenti parte dell’Unione delle Terre d’Argine, ad adottare analoghe misure” e sollecitava “la Regione Emilia-Romagna e il Parlamento italiano affinché venga adottata una legislatura chiara inerente all’obbligatorietà del casco anche per i fruitori maggiorenni dei monopattini elettrici”. 

Insomma, un caso nazionale. Un’altra dimostrazione pratica di questa ossessione per i monopattini elettrici l’abbiamo vista pochi mesi fa: lo scorso 6 settembre la Regione Lombardia ha approvato una proposta di legge da presentare in Parlamento per introdurre alcune restrizioni all’impiego dei monopattini elettrici, tra cui il divieto di utilizzo per i minori, l’obbligo di indossare il casco e la necessità di stipulare una polizza per responsabilità civile verso terzi. In quell’occasione l’assessore alla Sicurezza Riccardo De Corato aveva dichiarato che la pericolosità di questi mezzi di trasporto “è sotto gli occhi di tutti”.  

Sulla base di tutto questo viene da chiedersi se esista davvero un’emergenza per la sicurezza legata ai monopattini elettrici o se si tratti di una nevrosi scollegata dalla realtà. Un buon punto di partenza per rispondere a queste domande può essere analizzare il quadro legislativo attuale – perché, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i monopattini elettrici non proliferano nell’anarchia più totale. Il loro uso è infatti già sottoposto a una serie di limiti ben precisi: la legge 160/2019 li ha equiparati alle biciclette, con la conseguenza che i monopattini hanno ereditato da quest’ultime buona parte delle regole e dei diritti all’interno del codice della strada; successivi interventi legislativi hanno specificato ulteriormente questi limiti, prevedendo il divieto di circolazione per i minori di 14 anni e l’obbligo di casco per i minori di 18. E il Decreto Infrastrutture appena approvato ha introdotto ulteriori regole, fissando la velocità massima a 20 km (contro i 25 precedenti), imponendo il divieto di sosta sui marciapiedi e disponendo che tutti i monopattini – compresi quelli già in circolazione, che dovranno adeguarsi entro il 1° gennaio del 2024 – debbano essere dotati di frecce e stop.

Dunque non stiamo parlando di agenti del caos forieri di morte e distruzione, ma di puri e semplici mezzi di trasporto. La percezione della loro insicurezza è se mai legata ad alcuni fatti di cronaca: la morte di un 13enne di Sesto San Giovanni, per esempio, o quella di un 34enne a Roma, che sono avvenute a pochi giorni di distanza e hanno occupato per settimane le prime pagine dei giornali infiammando il dibattito sulla pericolosità dei monopattini. Tuttavia i dati Istat raccontano una realtà un po’ diversa: secondo l’ultimo rapporto, nel 2020 gli incidenti stradali con lesioni a persone che hanno coinvolto almeno un monopattino elettrico sono stati 564, con un solo decesso. 

Prendendo per buono il numero di 140 mila monopattini in circolazione – un numero che tiene conto sia dei mezzi privati che di quelli in sharing mobility – stiamo parlando di 0,004 incidenti per ogni mezzo in circolazione. Per fare un confronto, nello stesso periodo di tempo, gli incidenti in bicicletta sono stati 13mila e quelli in auto 48mila, a fronte di rispettivamente 199 e 766 decessi. Inoltre, come ha sottolineato Sebastian Bendinelli su The Submarine, non bisogna dimenticare che, nella maggior parte dei casi, nei sinistri non è coinvolto soltanto un monopattino, ma anche una macchina: eppure quando si dà notizia di questi incidenti l’auto finisce puntualmente per sparire dal racconto della cronaca. 

Ora, ovviamente quando si guida un monopattino – così come ogni altro mezzo di trasporto – bisogna stare attenti. Ma da qui a fare una campagna mediatica e politica contro i monopattini ce ne passa, ed è proprio quello che sta facendo la destra italiana.

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