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La strategia di Salvini per lasciare in strada gli stranieri

Lo sgombero di Castelnuovo di Porto è solo il primo atto di un piano per chiudere i centri di accoglienza. In nome delle elezioni di maggio, più che della nostra sicurezza

Pacific Press / IPA

Il Corriere della Sera oggi ha mappato tutti i centri per richiedenti asilo (CARA) che il Viminale ha in programma di sgomberare nei prossimi mesi. I CARA sono strutture di accoglienza, gestite dal ministero dell’Interno, in cui vengono accolti i migranti giunti in Italia in modo irregolare che intendono chiedere una qualche forma di protezione internazionale. In seguito al decreto Sicurezza di recente approvato dal Parlamento, sono stati esclusi dalle politiche di accoglienza le persone che hanno ricevuto un permesso di soggiorno per ragioni umanitarie.

Dopo lo sgombero del CARA di Castelnuovo di Porto – ritenuto un modello di integrazione, con adulti impiegati nelle imprese del territorio e bambini iscritti nelle scuole locali, scelto da papa Francesco nel 2016 per la Messa in Coena Domini e la rituale lavanda dei piedi – il prossimo centro nell’obiettivo del ministro dell’Interno Salvini è quello di Mineo, in provincia di Catania, da cui già lo scorso dicembre sono state espulse circa 170 persone. E quindi sarà la volta delle strutture di Bologna, Crotone, Bari e Borgo Mezzanone (Foggia). Questi centri ospitano attualmente circa 6000 stranieri che dovranno essere redistribuiti, ma una gran parte di queste persone rischia di ritrovarsi in un limbo burocratico (ed esistenziale) a causa della difficoltà a mettere in pratica i rimpatri tanto promessi dal vicepremier Salvini: oltre ai costi economici elevati, sono pochi gli Stati che accettano le riammissioni dei loro cittadini. A quel punto, spesso, gli stranieri si sono già resi irreperibili.

Già in seguito allo sgombero di Castelnuovo – iniziato la mattina del 22 gennaio – dei circa 550 stranieri ospitati dal centro, 100 di essi rimarranno sul suolo italiano senza alcun titolo e alcuna protezione. I dipendenti della struttura che rischiano di restare senza posto di lavoro sono circa 120. Se si moltiplicano questi dati per tutti i centri di accoglienza presenti in Italia, è facile vedere come il decreto Sicurezza tanto desiderato dalla Lega – al punto che, per ottenerlo, hanno ignorato il malcontento di una larga parte della base 5 Stelle con cui sono al governo – non sia altro che una mossa elettorale in vista delle prossime Elezioni europee di maggio. Una mossa puramente di facciata, che aumenta la presenza di immigrati irregolari sul territorio, con tutti i rischi connessi di un aumento della criminalità, senza nemmeno provare a mettere in pratica alcun tipo di politica di accoglienza.

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