La finta teoria del complotto secondo cui “gli uccelli non esistono” | Rolling Stone Italia
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La finta teoria del complotto secondo cui “gli uccelli non esistono”

Nel 2017 il 19enne Peter McIndoe è andato a una manifestazione pro-Trump con un cartello con scritto "Birds Aren't Real", gli uccelli non esistono, per prendere in giro i complottisti. Oggi la sua finta teoria del complotto ha centinaia di migliaia di seguaci ed è il suo lavoro

La finta teoria del complotto secondo cui “gli uccelli non esistono”

Foto via Wikimedia Commons

La CIA ha ordinato l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy perché il presidente si rifiutò di portare a compimento un piano segreto: sterminare tutti gli uccelli presenti negli Stati Uniti e sostituirli con dei droni ad altissima precisione. Il fine ultimo? Dare vita al dispositivo di sorveglianza più sofisticato e invasivo al mondo. Il massacro iniziò nel 1959 e durò circa 42 anni: gli obiettivi – 12 miliardi di volatili – furono sradicati utilizzando dei cacciabombardieri B-52 appositamente modificati, dotati di ben due piloni sub-alari pieni zeppi di veleno. 

Per mantenere in vita questa contorta distopia, da cinquant’anni a questa parte, buona parte dei soldi versati annualmente dai contribuenti americani viene destinata alla costruzione di Turkey X500 (un robot progettato per cacciare grandi volatili) e centinaia di ingegneri aeronautici sono stati segregati nel sud del Nevada, negli uffici sotterranei dell’Area 51, dove maneggiano quotidianamente i dossier più scottanti dell’ultimo mezzo secolo di storia americana. Mosso dal tormento, un ex agente della CIA ha deciso di uscire allo scoperto per squarciare il velo di maya: è il mito fondativo del “Poultrygate”, un gigantesco leak di email contenenti documenti secretati. 

Non è la trama del romanzo un po’ kitsch nascosto nel cassetto di qualche imitatore di Don DeLillo, ma la stramba fantasia di complotto inventata da un 19enne americano, Peter McIndoe. Come racconta il New York Times, nel 2017 McIndoe si trovava a Memphis, in visita da alcuni amici, quando si trovò nel bel mezzo di un corteo di sostenitori di Donald Trump e, per scherzo, scrisse su un cartellone “Birds Aren’t Real”, unendosi all’indignazione dei manifestanti. “Iniziai a entrare nel personaggio e a costruire il mondo a cui poteva appartenere”, ha detto McIndoe al NYT, “di fatto fu un esperimento sulla disinformazione, perché costruimmo un mondo interamente fittizio che qualcuno prese per vero”.

Non aveva in mente alcun esito particolare, se non quello di fare il verso a cospirazioni più diffuse e radicate nell’immaginario collettivo americano, su tutte QAnon – una teoria del complotto nata su Reddit, 4Chan e altri spazi digitali caldeggiati dall’alt-right statunitense, secondo cui il mondo sarebbe governato da una congrega di celebrità di Hollywood, miliardari e democratici satanisti che avrebbero messo in piedi un traffico di bambini. 

Nel frattempo, Birds Aren’t Real è diventato un “movimento” strutturato, con un sito partecipatissimo arricchito di contenuti esclusivi, come finte video-interviste, manifesti di propaganda e merchandising di varia natura, tra magliette, adesivi e cappelli da baseball. Il gruppo ha anche coordinato finte proteste sui social, come quella contro Twitter – il cui logo, non a caso, è un uccellino. Anche i canali social di Bird’s Aren’t Real sono seguitissimi – 400mila follower su Instagram, più di 70mila su Twitter, oltre 600mila su TikTok. 

Se da quattro anni a questa parte il siparietto continua a tenere banco, è anche perché McIndoe e gli altri attivisti hanno provato a rendere la loro creatura più credibili che mai. Tanto per dirne una, hanno creato una sezione FAQ per ovviare a ogni possibile scetticismo relativo alla “grande sostituzione” dei volatili americani. Ad esempio, spiegano che tutta la “carne di uccello” servita nei fast food americani è al 100% sintetica – anche perché, se gli uccelli diventassero improvvisamente immangiabili, l’intero schema del governo sarebbe irrimediabilmente compromesso – e che le “uova” che vediamo nel XXI secolo sarebbero state specificamente progettate dal governo per apparire indistinguibili da quelle di una volta, dato che le repliche robotiche sarebbero perfettamente in grado di replicare le attività dei loro predecessori biologici, inclusa la produzione di uova commestibili.

Negli anni, McIndoe ha ovviamente giocato moltissimo con il suo personaggio: prima dell’intervista concessa al New York Times la scorsa settimana, non aveva mai affermato esplicitamente di non credere alla sua bizzarra teoria: quando veniva contattato da una testata, cercava di mantenere la massima serietà possibile e di non andare out of character, difendendo strenuamente la “causa” di Birds Aren’t Real. McIndoe ha anche raccontato qualche aspetto del suo passato: cresciuto in una famiglia repubblicana dell’Arkansas, ha ricevuto un’educazione cristiana e severissima. I suoi genitori gli hanno insegnato che “Obama era l’anticristo” e che la teoria evoluzionistica farebbe parte di un gigantesco “piano per il lavaggio del cervello fatto dai Democratici”. McIndoe ha voluto fare intendere che la nascita di Birds Aren’t Real sarebbe anche parte di una sorta di “reazione” a un’infanzia fatta di precetti rigidissimi e disinformazione.

L’impressione è che, nel frattempo, questa presa in giro si sia trasformata in un lavoro: è diventato un personaggio pubblico, e le magliette in vendita sullo store del sito sono diventate una specie di oggetto di culto. Insomma: oggi Birds Aren’t Real non è più la finta teoria del complotto creata da un 19enne americano, ma un’azienda a tutti gli effetti. Nel frattempo, McIndoe non sembra volere abbandonare definitivamente i panni di capostipite del movimento, continuando a presentarsi agli occhi del pubblico in una veste enfatizzata fino all’assurdo – la foto di copertina per l’intervista del NYT lo ritrae in una posa alla Fox Mulder, il protagonista di X-Files, con tanto di furgoncino customizzato alle spalle.

Non a caso, poco dopo l’intervista, la pagina Instagram di Birds Aren’t Real ha pubblicato un post che lascia pochi dubbi: “Ci siamo svegliati con un articolo del NYT sul nostro fantastico movimento. Sfortunatamente non possiamo permetterci l’abbonamento e quindi non l’abbiamo letto, ma se qualcuno lo fa ci faccia sapere com’è. Il 2021 è stato l’anno migliore che il nostro movimento abbia avuto fin qui, nel 2022 porteremo tutto a nuovi obiettivi e entro il 2023 speriamo di raggiungere la disattivazione di tutti i droni uccello del cielo. È stato un onore mostrare la verità all’America insieme a voi, patrioti”.

“Anche i seguaci di Birds Aren’t Real sembrano trovarsi perfettamente a loro agio nei panni di finti cospiratori: il 13 dicembre hanno organizzato un sit in a Dallas con tanto di cartelloni, slogan (Pigeons Are Liars) e presidio davanti alla sede del governo municipale. McIndoe incitava la folla con un megafono, mentre alcuni “sostenitori” indossavano la maschera di un’aquila americana. Sarà la prima tappa di un “tour di protesta”.