La Cina è il primo Paese a introdurre un passaporto vaccinale | Rolling Stone Italia
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La Cina è il primo Paese a introdurre un passaporto vaccinale

Funziona con WeChat, include i tamponi e i vaccini fatti. Per ora è solo per i cittadini cinesi ed è facoltativo, ma di introdurre cose simili si parla anche in Europa e negli Stati Uniti

La Cina è il primo Paese a introdurre un passaporto vaccinale

WANG ZHAO/AFP via Getty Images. Collage via Facebook

Come riporta il New York Times, questo lunedì la Cina ha introdotto un passaporto vaccinale digitale per tracciare lo storico medico dei suoi cittadini e permettere loro di viaggiare all’estero. Si tratta di un certificato sanitario che funziona con WeChat e che include i dati relativi ai tamponi e ai vaccini fatti dall’utente: secondo l’agenzia di stampa statale Xinhua servirà per rendere possibili i viaggi internazionali. Il servizio al momento funziona solo per i cittadini cinesi ed è facoltativo.

La decisione cinese è importante perché arriva in un momento in cui dei passaporti vaccinali si parla sempre di più. Diversi Paesi stanno premendo per la loro introduzione e sia Unione Europa che Stati Uniti hanno discusso la realizzazione di una loro versione dello stesso sistema, ritenendolo necessario per il ritorno al turismo di massa che seguirà l’aumento delle vaccinazioni. Il presidente cinese Xi Jinping ha proposto che in materia si adotti uno standard internazionale, per facilitare i movimenti di persone tra le nazioni. 

In Cina, il passaporto vaccinale è solo l’ultima tecnologia legata al coronavirus. Esistono già software sanitari che sono in grado di tracciare la posizione dell’utente e segnalare la sua vicinanza a focolai della malattia, oltre a un sistema di codicci colorati che viene utilizzato nella vita di tutti i giorni: un codice verde, che indica l’essere sani, è necessario per fare cose come entrare in un supermercato o prendere i mezzi pubblici. 

Come scriveva Rolling Stone la scorsa settimana, ci sono comunque alcuni rischi collegati ai passaporti vaccinali. Il primo è quello che riguarda la privacy: si tratta di informazioni sensibili affidate ad app per lo smartphone che, come hanno dimostrato i fallimenti delle app per il tracciamento, non sono affidabili. Il secondo rischio è etico: si rischia di creare una minoranza di vaccinati con più diritti, con il risultato di creare una società in cui alcuni possono fare tutto e altri no. Il che verrebbe percepito come ingiusto.