Iva Zanicchi, perché invece di sparare sentenze non pensi a cantare? | Rolling Stone Italia
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Iva Zanicchi, perché invece di sparare sentenze non pensi a cantare?

La cantante torna a far parlare di sé, ma come da un po' di anni a questa parte non per la musica – per una sparata sul Covid ripresa da Salvini e dalla sua propaganda

Iva Zanicchi, perché invece di sparare sentenze non pensi a cantare?

Iva Zanicchi torna in classifica, ma la musica non c’entra nulla – come da un po’ di anni a questa parte. Zanicchi, infatti, è prima fra i trend topic per una dichiarazione che è stata ripresa dal leader della Lega, Matteo Salvini, oltre che da centinaia di migliaia di utenti. “Prima scopriamo che le siringhe sono sbagliate, poi che mascherine e siringhe sono acquistate in Cina. La gente pensa: ‘Perché dobbiamo arricchire ulteriormente questa Cina, che ci ha impestato e ha impestato il mondo?’”. E se una volta a colpire allo stomaco erano i suoi acuti, con quel timbro vocale quasi tenorile, oggi con queste dichiarazioni punta dritta alla pancia del paese. 

Chiaramente, un ragionamento così lapalissiano non poteva sfuggire a Matteo Salvini che questa mattina lo ha subito ripreso su Facebook e Twitter con tanto di grafica e l’hashtag #vociitaliane per dare il buongiorno ai suoi sostenitori e aggiornarli sulle ultime notizie importanti sul coronavirus. L’effetto? Una marea di commenti che concordano con la Zanicchi e le hanno permesso di diventare fra i primi trend, anche grazie alla ripresa di queste parole da decine di pagine ironiche con distorsioni e meme.

E pensare che fino a poche settimane fa, Iva Zanicchi colpita dal Covid aveva iniziato quella che pareva una campagna informativa direttamente dal letto di ospedale, sostenendo la bontà delle cure sanitarie ricevute e a non cedere alle lusinghe di chi propone la soluzione più semplice verso una emergenza così complessa. Una situazione difficile che lei ha visto direttamente con i suoi occhi e che le ha strappato dagli affetti un fratello, tanto che ha ammesso: “La sua perdita mi ha devastato: per me era come un figlio”. 

Ma evidentemente, più che il richiamo del palcoscenico, è ormai l’abitudine all’avere una soluzione facile per ogni cosa tipica della politica populista che l’ha spinta a questa dichiarazione. D’altronde, Iva Zanicchi dopo aver vinto tre Sanremo – diventando la cantante donna ad essersi aggiudicata più primi posti – e aver condotto numerose trasmissioni televisive di successo (su tutte Ok, il prezzo è giusto!), negli ultimi quindici anni ha frequentato i salotti della politica, nonostante alterne fortune. 

Nel 2008 si candida al Parlamento europeo con Forza Italia, non viene eletta, e subentra in seguito al posto di Mario Mantovani. Di quella prima esperienza, in otto mesi, si ricorda un suo solo intervento, anche per le numerose assenze che giustificò a causa di impegni contrattuali per la registrazione della terza stagione della fiction Caterina e le sue figlie. Nel 2009 viene rieletta con il Popolo delle libertà e, benché la sua presenza sia encomiabile (il 97% delle sedute), di certo non si può dire altrettanto per il suo operato.

Si ricordano due episodi. Il primo, quando si è opposta alle proposte di nuovi metodi per il pagamento dei diritti d’autore sui contenuti internet, sostenendo che “la maggioranza dei giovani europei non è disposta a pagare per consumare i contenuti in rete, mentre solo il 52% di essi dichiara di fruire di prodotti musicali attraverso l’acquisto di cd originali”. Il secondo nel 2010, quando ha votato a favore della revisione della direttiva europea sugli animali usati per la sperimentazione scientifica, voto che è stato contestato da parte dell’opinione pubblica e per motivare il quale la Zanicchi ha affermato: “Mi sono fidata dei miei assistenti… Non posso mica seguire i lavori di tutte le commissioni!”. 

Hai ragione Iva, non si può seguire tutto, figuriamoci nel bel mezzo di una pandemia. E allora perché, invece di sparare sentenze, non ci torni a cantare una bella canzone?