Italexiter, antiabortisti, folli, poeti e no vax: breve guida ai partiti più grotteschi di queste elezioni | Rolling Stone Italia
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Italexiter, antiabortisti, folli, poeti e no vax: breve guida ai partiti più grotteschi di queste elezioni

C'è chi popone preservativi per tutti e lezioni di corteggiamento gratuite, chi paventa l'uscita dell'Italia dall'Unione Europea e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, chi scrive poesie e chi chiede le dimissioni immediate di Mattarella: conosciamoli meglio

Italexiter, antiabortisti, folli, poeti e no vax: breve guida ai partiti più grotteschi di queste elezioni

Mentre i nostri feed sono interamente monopolizzati dai tweet al vetriolo di Carlo Calenda, dai repost grotteschi e fuori tempo massimo di un Enrico Letta mai così unfit e dai meme propagandistici un po’ kitsch di Lega e Fratelli d’Italia, per forza di cose finiamo con il perdere di vista un sottobosco politico enorme: quello dei cosiddetti “partitini”.

In un sistema politico come quello italiano, proporzionale per natura, le formazioni politiche “di nicchia” sono tantissime: alcune esistono da qualche decennio, altre sono state formate ad hoc per queste elezioni o hanno ereditato, sotto un nuovo simbolo, l’esperienza di formazioni politiche del passato. Si tratta di partiti animati da personalità eccentriche e trattati, il più delle volte, con una certa superficialità; eppure, al netto della facile ironia, la loro storia e le loro idee meritano un approfondimento: del resto, la loro stessa esistenza è uno specchio della varietà di culture politiche che caratterizzano l’Italia, il Paese più frammentato d’Europa. Immergiamoci, quindi, in questo mondo sotterraneo fatto di liste no green pass, gruppi pro vita, nostalgici della monarchia, cristianesimo militante e, beh, poeti (sì, avete capito bene).

Sacro Romano Impero Cattolico e Pacifista

Non potevamo che partire dal partito più longevo di queste elezioni, dato che contende alla Lega il primato di anzianità: fondato dall’avvocato Mirella Cece nel 1987 – anche se i suoi simboli sono stati depositati per la prima volta nel 1999 –, il Sacro Romano Impero Cattolico e Pacifista incarna una storia ormai ultra–trentennale.

Il Sacro Romano Impero Cattolico presenta il contrassegno: intervista all'avv. Mirella Cece

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, Mirella Cece è una politica dalla carriera ormai consolidata: candidata alla Camera dei Deputati nel 1985 con il Partito Liberale, nel 1992 ha corso per la carica di sindaco di Roma con il Movimento Europeo Liberal Cristiano Giustizia e Libertà, oltre ad aver lavorato come consulente giuridico per diversi ministeri. Purtroppo, lo statuto non è più reperibile online, ma alcuni punti controversi erano stati pubblicati qualche anno fa in diversi articoli: nella lettera viva della carta dei valori del partito, ormai scomparsa, il Sacro Romano Impero Cattolico e Pacifista (SRICEP) era concepito “come proprietà privata” (articolo 11) di Mirella Cece, a cui ci si poteva iscrivere “come simpatizzanti o sostenitori”. Ottenere la tessera del SRICEP, però, aveva un prezzo: era infatti necessario pagare una quota annuale di 5 o 10 milioni di lire all’anno. Lo stesso statuto sottolineava la centralità assoluta della figura di Cece, detentrice di tutti i diritti «politici, legali, amministrativi, culturali, organizzativi, di rappresentanza in giudizio in caso di controverse e comunque di qualsivoglia attività ad esso connesso». In relazione alla piattaforma ideologica del SRICEP, le informazioni purtroppo sono pochissime: in più occasioni, Cece ha sottolineato che il richiamo al Sacro Romano Impero è dovuto al fatto che, a detta della fondatrice, questa entità politica può essere considerata come una sorta di antesignana dell’attuale Unione Europea. Inoltre, il SRICEP si definisce “liberale e cattolico” perché, seppur immune da ogni tipo di intolleranza e laico, riconosce comunque la centralità della Chiesa cattolica e il suo contributo essenziale per lo sviluppo della società. Insomma: un bel pastone.

Movimento poeti d’azione

Anche il Movimento Poeti d’Azione merita una menzione d’onore. Come si legge sul suo sito provvisorio (quello storico è stato hackerato), anche in questo caso parliamo di un’antica presenza della politica italiana: il Movimento, infatti, esiste dal 1994 e «non ha mai smesso di impegnarsi per l’arte, gli artisti, la cultura e le tematiche di natura spirituale completamente assenti nella compagine politica italiana».

Rivoluzione sanitaria

Da segnalare anche la discesa in politica di Adriano Panzironi, giornalista, ospite celebre di diverse emittenti locali e fondatore di Life 120, una dieta che da tempi non sospetti pubblicizza come panacea per tutti i mali e segreto per vivere a lungo (120 anni, per l’appunto). Il soggetto politico di cui si è fatto promotore, Rivoluzione Sanitaria – che ha scelto come simbolo una ghigliottina francese – propone senza troppi fronzoli di «andare in Parlamento per decapitare l’attuale direzione sanitaria». Panzironi – cui, a luglio, è stata confermata una multa da oltre 260mila euro comminata dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) nel 2019 per la diffusione di contenuti pericolosi per la salute – ha lanciato la sua candidatura sui propri canali social, dichiarando che «Dopo 10 anni, sono giunto all’amara consapevolezza che se vogliamo cambiare la medicina e salvare milioni di persone dalla morte per malattie degenerative, dobbiamo aver il coraggio di presentarci al Paese e chiedere quel sostegno che ci permetterà di entrare al Parlamento e cambiare il sistema dall’interno». Per farlo, ha sviluppato 13 punti che, una volta attuati, rivolteranno come un calzino il sistema sanitario vigente, tra cui il «Riconoscimento del diritto di “obiezione di coscienza” per i medici, per quanto riguarda qualsiasi trattamento sanitario, compreso la somministrazione di vaccini» – una previsione che chiarisce a che tipo di elettori il guru di Life 120 ha intenzione di parlare.

Gilet Arancioni

Come dimenticare il generale Pappalardo? Forse vi ricorderete di lui per le proteste del movimento dei Forconi e per la celebre “rivolta dei tir” che, nel 2011, ha paralizzato le strade italiane. Il movimento che coordina oggi, quello dei Gilet Arancioni – chiaro riferimento alla controparte francese – mescola istanze antisistema di ogni tipo: il programma, disponibile sul sito, prevede «radicali trasformazioni dello Stato italiano e delle sue relazioni internazionali. Trasformazioni non dettate da slogan che mirano alla “pancia della gente”, bensì contenute in programmi che hanno come unico obiettivo quello di cambiare l’attuale sistema politico, economico, sociale e finanziario, creato per ulteriormente arricchire lobby di potere, che si riuniscono sotto la sigla “Nuovo Ordine Mondiale”, per realizzare un Nuovo Umanesimo». Inoltre, Pappalardo & Co. mettono in cantiere un radicale ribaltamento della forma di governo attuale, proponendo le «dimissioni immediate di Sergio Mattarella, governanti e parlamentari in quanto tutti abusivi e illegittimi».

Italexit

Gianluigi Paragone è una specie di camaleonte del fronte anti-sistema italiano: ha militato a lungo nella Lega, prima di farsi eleggere come deputato tra le fila del Movimento 5 Stelle nel 2018, lasciando il partito di Grillo a causa di un tradimento dell’indirizzo originario. Il suo obiettivo, infatti, è portare a compimento uno dei tormentoni pentastellati delle origini: l’uscita dall’Unione Europea. Nel programma, il partito chiede «l’immediata uscita dell’Italia dall’Unione Europea e dall’Euro, moneta di distruzione di massa che come dimostrato da tutti i grafici e da tutti i dati a disposizione ha creato danni gravissimi alla nostra economia, ai cittadini e alle imprese». Per Paragone e soci, infatti, «È necessario recuperare la sovranità monetaria e poi, come insegna Keynes, una volta liberi dai vincoli Ue sarà anche possibile ricominciare una politica intelligente di investimenti che restituiscano linfa alla nostra economia». Gli altri elettori che Italexit vuole conquistare sono, ça va sans dire, quelli scettici nei confronti e dei vaccini e contrari a limitazioni sanitarie. Non a caso, il manifesto inizia con un ultimatum che lascia poco spazio all’immaginazione – «Italexit è No Green Pass e contro l’obbligo vaccinale» – e propone, al primo punto, l’uscita dell’Italia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Vita

Nel sottobosco del grottesco di quella serie televisiva nonsense chiamata “politica italiana”, spicca il nome di Sara Cunial. Forse vi ricorderete di lei per alcune prese di posizione un po’ forti relative alla campagna vaccinale e alla gestione pandemica da parte del governo. Ad esempio, nel 2021 è stata tra i volti più in vista dell’opposizione al green pass – essendo sprovvista di certificazione verde, a gennaio ha dovuto astenersi dalle votazioni per l’elezione del Presidente della Repubblica – mentre nel 2019 ha traghettato all’interno delle aule parlamentari le istanze dell’Alleanza Italiana Stop 5G, partecipando a uno sciopero della fame intrapreso allo scopo di sensibilizzare Governo e Parlamento sui “gravi pericoli” che deriverebbero dal wireless. Ebbene anche Cunial – che è entrata a Montecitorio con il Movimento 5 Stelle per poi spostarsi nel gruppo misto, allontanata a causa delle sue posizioni discutibili – ha ritrovato una nuova vita nelle vesti di leader politica: il suo partito, Vita, si definisce «una comunità sociale e politica di esseri umani coscienti, consapevoli e coerenti che hanno deciso di smettere di delegare le decisioni che riguardano la loro Vita e hanno scelto di mettere i propri migliori talenti a disposizione della comunità nazionale» e rincorre obiettivi molto simili all’Italexit di Paragone, come il «no a qualsiasi forma di controllo e di limitazione sociale» (leggasi: green pass), la creazione di una commissione di inchiesta sulla pandemia di Covid-19, il ritiro delle sanzioni occidentali contro la Russia e l’uscita dell’Italia dall’Unione europea e dall’euro.

Partito della Follia Creativa

Erede dell’esperienza del Partito delle Buone Maniere, Follia Creativa è il frutto della nuova avventura politica dell’ormai celebre Dottor Seduction, pseudonimo dello “psicosessuologo” Giuseppe Cirillo, detto anche “Oscurato” (ve lo ricordate? È stato candidato alle ultime elezioni comunali di Roma, e al tempo proponeva di consegnare agli anziani delle strisce pedonali portatili da utilizzare in ogni evenienza). Nei 7 punti che costituiscono il programma politico di Cirillo, si propone tra le altre cose di regalare un preservativo a ogni cittadino italiano («Uno solo salva due persone», si premura di ricordarci) e l’istituzione di lezioni di corteggiamento per «salvare la coppia da una società in cui regnano la l’arroganza e le violenza».

Alternativa per l’Italia

 

 
 
 
 
 
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Un post condiviso da Mario Adinolfi (@marioadinolfi71)


Chiudiamo con il particolarissimo tandem Adinolfi/Di Stefano. L’antiabortista per definizione e l’ex segretario di CasaPound hanno deciso di unire le proprie forze in Alternativa per l’Italia, un ibrido a metà tra l’ultra–cattolicesimo più intransigente e il fascismo del terzo millennio in salsa capitolina, il cui nome ricalca quello del partito di estrema destra tedesco Alternative für Deutschlan. Le ambizioni politiche potete già immaginarle: lotta contro ogni apertura all’eutanasia, enfasi sulla famiglia tradizionale, contrarietà all’aborto e necessità di ricucire con Putin per ragioni di approvvigionamento energetico.