In Turchia, Erdogan usa il Covid per vietare la musica dopo mezzanotte | Rolling Stone Italia
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In Turchia, Erdogan usa il Covid per vietare la musica dopo mezzanotte

Dopo le limitazioni sull’alcol e le tasse inasprite sul fumo, Ankara stoppa locali e concerti dopo le 24. Per protesta, i musicisti organizzano spettacoli sui social dalla mezzanotte in poi

La protesta al Gezi Park di Taksim, Istanbul. Foto Bulent Kilic/AFP/Getty Images

La protesta al Gezi Park di Taksim, Istanbul. Foto Bulent Kilic/AFP/Getty Images

Mentre in Europa ci avviamo alla ripartenza di locali e spettacoli live via via con sempre meno limitazioni, in Turchia la musica verrà stoppata a mezzanotte. Ma non c’entra l’andamento della pandemia nella decisione che il presidente Recep Tayyip Erdogan ha preso in questi giorni mantenendo il coprifuoco per le attività musicali in tutto il paese. Riguarda, invece, quella che è stata definita una “ansia oscurantista”, che lo ha infatti portato a dichiarare in relazione al provvedimento una frase che sta facendo il giro del mondo: “Scusate, ma nessuno ha il diritto di disturbare gli altri di notte”. E così, Ankara revoca le misure anti-Covid dal 1 luglio, ma mantiene bloccati i concerti e gli spettacoli che non potranno andare oltre alla mezzanotte. 

Una misura, arrivata dopo che già nei giorni scorsi il governo vietò di bere alcol – se non in alcune limitatissime zone rosse nel centro storico di Istanbul – e rese la vita sempre più difficile ai fumatori alzando in modo esponenziale le tasse sul tabacco. Per chi trasgredisce, in tutti i casi, sono previste salatissime multe. Chiaramente, le proteste sono esplose in tutto il paese e in particolare nelle grandi città dove i giovani hanno un occhio maggiormente rivolto a Occidente. A farsi portavoce del malcontento sono stati gli artisti attraverso i social, come la musicista Gaye Su Akyol, che ha tenuto diversi tour anche in Italia. Come riporta Repubblica, ha scritto su Twitter rivolgendosi direttamente al presidente Erdogan: “Se la musica la disturba, non la ascolti”. A darle man forte la collega Aylin Aslim: “La musica non disturba, ma cura le anime disturbate. I musicisti non disturbano, producono arte” e il cantante Cem Adrian: “Chiediamo scusa per tutti gli anni di fastidio arrecato”. 

Gli utenti hanno apprezzato, condividendo e commentando all’impazzata contro questa misura restrittiva di Ankara, arrivando persino a sfiorare la religione: “Nella notte anche le moschee con il muezzin disturbano”. E così, in attesa di capire se Erdogan ci ripenserà, in tantissimi musicisti lo sfidano attraverso i loro account social organizzando concerti proprio a partire dalla mezzanotte.