In Serbia sono scoppiate grandi proteste contro il governo e il secondo lockdown | Rolling Stone Italia
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In Serbia sono scoppiate grandi proteste contro il governo e il secondo lockdown

Dopo un lockdown e la riapertura, l'epidemia di coronavirus è ripartita e il governo ha annunciato nuove misure restrittive: da due notti a Belgrado ci sono scontri tra polizia e manifestanti con decine di feriti e di arresti

In Serbia sono scoppiate grandi proteste contro il governo e il secondo lockdown

Mustafa Talha Ozturk/Anadolu Agency via Getty Images

Martedì sera, dopo che il presidente della Serbia Aleksandar Vucic ha annunciato l’introduzione di nuove misure restrittive – tra cui un lockdown nella capitale Belgrado – per rallentare la diffusione del coronavirus, migliaia di persone si sono radunate davanti al Parlamento serbo per protestare contro il governo e chiedere le dimissioni del presidente. 

Le proteste nascono dal fatto che quello imposto dal governo sarebbe il secondo lockdown. Ce n’è già stato uno a inizio marzo, dopo di che la Serbia è stata tra i primi Paesi a riaprire e ripartire, con tanto di elezioni tenutesi lo scorso 21 giugno e conseguenti assembramenti per manifestazioni e comizi politici. Ora però l’epidemia sembra essere ripartita, con 300 nuovi casi al giorno e la sanità in difficoltà. 

Una prima notte di proteste ha portato all’arresto di 23 persone e a decine di feriti negli scontri tra manifestanti polizia, con i manifestanti che hanno sfondato un cordone di polizia riuscendo temporaneamente a occupare il Parlamento. 

Dopo aver annunciato l’intenzione di introdurre il coprifuoco a Belgrado per il fine settimana, ieri durante una annuncio alla nazione il presidente Vucic ha fatto parzialmente marcia indietro, chiedendo ai cittadini di non manifestare per evitare di diffondere il coronavirus e accusando gruppi di estrema destra di aver orchestrato le manifesazioni per “danneggiare la Serbia”. 

Nonostante ciò le proteste non si sono fermate e sono andate avanti anche ieri notte, diffondendosi anche alle città di Novi Sad e Nis. Molti manifestanti sono scesi in piazza con la mascherina e ci sono stati lanci di pietre contro la polizia che ha risposto con i lacrimogeni. Diversi video girati nelle ultime due notti mostrano una repressione particolarmente brutale da parte della polizia serba.