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Il video del candidato che promette uno stipendio per «le nostre mamme e le nostre mogli»

In poco più di venti secondi, il senatore Massimo Mallegni è riuscito nell'impresa di realizzare lo spot più maschilista e retrogrado di questa campagna elettorale

Oggi il centrodestra sta dando il meglio di sé: dopo il grottesco video condiviso dal capogruppo della Lega a Firenze – che, riferendosi a una donna che chiedeva l’elemosina nel centro storico, ha pensato bene di esclamare: «25 settembre. Vota Lega per non vederla mai più» –, è arrivato anche il clamoroso coup de théâtre del senatore Massimo Mallegni, candidato di Forza Italia.

Con un video palesemente ispirato a quelle televendite ancora tanto in voga nelle emittenti di provincia, Mallegni ha pensato bene di illustrare il programma che il partito di Berlusconi ha in mente di attuare per provare a risolvere la piaga della disoccupazione femminile e compiere passi in avanti sul fronte della parità di genere. In soldoni: la sua idea è quella di adottare una legge che possa prevedere l’istituzione di uno stipendio – e di una pensione – per le casalinghe.

Ora: la proposta, se formulata nella maniera corretta, potrebbe pure avercelo, un senso; il problema è che il tono impiegato da Mallegni per illustrarne i contenuti è stato, come dire, un pelino sessista. Il forzista ed ex sindaco di Pietrasanta si è infatti prodigato in una performance talmente perfetta da toccare tutti, tutti quanti i peggiori luoghi comuni maschilisti che affollano i più famigerati bar sport del Paese, dipingendo le donne come, prima di ogni altra cosa, madri che devono occuparsi di pensare alla famiglia e alle faccende domestiche.

Nel video si vedono due donne impegnate nella pulizia della casa: quella a sinistra, visibilmente affaticata, passa incessantemente l’aspirapolvere, mentre quella a destra è impegnata a stirare senza sosta. A quel punto, Mallegni prende la parola e, come il miglior Giorgio Mastrota, comunica alla platea la propria idea di futuro: «Occuparsi della famiglia sette giorni su sette non è un lavoro? Dal 26 di settembre se saremo al governo approveremo una legge per dare uno stipendio e una pensione alle nostre mamme e alle nostre mogli».

Al di là dell’ovvio contenuto sessista e retrogrado dello spot di Mallegni, personalmente la cosa più stupefacente di contenuti di questo tipo è il loro totale scollegamento da ogni concezione di tempo e realtà. Non bisogna essere degli esperti di comunicazione politica per comprendere che messaggi di questo tipo rappresentano un suicidio politico in piena regola, ma evidentemente lo staff di Mallegni non lo sa e ci prova lo stesso.

Per chi se lo fosse perso, qui il video:

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