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Il punto sul coronavirus in Italia

3 vittime e oltre 150 casi, ma i dati sono in continuo aggiornamento. In Lombardia chiusi scuole, cinema e musei e sospesi eventi e manifestazioni. Approvato un decreto per arginare il diffondersi del virus: isolati 11 comuni

Il punto sul coronavirus in Italia

Foto: Miguel Medina/AFP via Getty Images

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Aggiornamento del 23 febbraio, ore 17.45

C’è una terza vittima in Lombardia. Si tratta di «una donna che era ricoverata in oncologia all’ospedale di Crema con una situazione clinica delicata, ma aveva anche il coronavirus» ha detto l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera in conferenza stampa. I casi in Lombardia, ha spiegato, sono saliti a 112: di questi «solo 17 oggi sono in terapia intensiva e 53 in totale sono ricoverati». Nel nostro Paese al momento si parla di oltre 150 persone contagiate.

«Ridurre le occasioni di assembramento per 7 o 14 giorni, per ridurre il rischio contagio. Questo è il nostro obiettivo», ha continuato Gallera. Questo significa, oltre alla chiusura di scuole, musei, luoghi di cultura; che dopo le 18 chiuderanno bar, pub e luoghi di intrattenimento ma non i ristoranti.

«Finora rispetto all’insorgere dell’emergenza Coronavirus sono stati effettuati oltre 3mila tamponi. Una cifra elevata, a dimostrazione che il livello di screening sanitario messo in campo nel nostro Paese è molto approfondito e capillare. Anche per questo in Italia sono emersi rapidamente in questi giorni i casi di contagio», ha affermato su Facebook il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri.

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Aggiornamento del 23 febbraio, ore 15

I dati

Comprese le due vittime e il ricercatore italiano che è stato dimesso dallo Spallanzani di Roma, sarebbero 132 le persone colpite nel nostro Paese in cinque Regioni (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Lazio e Piemonte) , stando all’ultimo aggiornamento di Angelo Borrelli. Il capo della Protezione Civile ha anche sottolineato che sono oltre tremila i tamponi eseguiti, “un livello elevatissimo di screening sanitario”, e che 26 persone si trovano attualmente ricoverate in terapia intensiva. A Torino i contagiati sarebbero saliti a quattro e sono stati segnalati due casi anche a Venezia. I dati sono in continua evoluzione e la prudenza su numeri e casi è obbligatoria.

L’Italia è il paese europeo col maggior numero di contagi: secondo l’agenzia stampa olandese BNO News (che aggiorna costantemente i dati), il secondo paese più colpito è la Germania con 16 casi.

Scuole, cinema e musei chiusi in Lombardia e stop al Carnevale di Venezia

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha annunciato la chiusura delle scuole: “Penso che le scuole vadano chiuse a Milano e proporrò al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, di allargare l’intervento a livello di Città metropolitana”, ha detto il primo cittadino al termine del tavolo in Prefettura per fare il punto sull’emergenza. “È un intervento prudenziale, ha concluso Sala. “A oggi prevediamo di farlo per una settimana e ritengo che sarà sufficiente”. L’ordinanza su cui sono al lavoro i tecnici della Regione sarà volta anche a evitare tutti gli “assembramenti” non necessari: prevede la chiusura di musei, di teatri e la soppressione di tutti gli eventi ricreativi.

Anche la Scala si ferma per il coronavirus. In una breve nota, il teatro informa che «in relazione all’evolversi della diffusione del coronavirus, le rappresentazioni al Teatro alla Scala sono sospese a titolo cautelativo in attesa delle disposizioni delle autorità competenti». Giù il sipario anche al Piccolo teatro.

Ecco la nota pubblicata sul sito della Regione Lombardia:

Regione Lombardia, in relazione all’evolversi della diffusione del Coronavirus, sta predisponendo una Ordinanza, firmata dal presidente Attilio Fontana di concerto con il ministro della salute Roberto Speranza, valida per tutto il territorio lombardo. Il documento, non appena emanato, sarà trasmesso a tutti i Prefetti delle Province lombarde per la tempestiva comunicazione ai sindaci. L’ordinanza sarà efficace fino a un nuovo provvedimento.

Tra i provvedimenti previsti sono contemplati:
1) la sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi aperti al pubblico;
2) sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per gli anziani ad esclusione degli specializzandi e tirocinanti delle professioni sanitarie, salvo le attività formative svolte a distanza;
3) sospensione dei servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura;

L’ordinanza, i cui contenuti puntuali saranno resi noti nelle prossime ore, sarà soggetta a modifiche al seguito dell’evolversi dello scenario epidemiologico.

“Abbiamo firmato con il ministro Speranza l’ordinanza con la quale vengono bloccate, Carnevale di Venezia compreso, tutte le manifestazioni pubbliche, private, la chiusura delle scuole e dei musei fino al primo di marzo”. Lo ha annunciato il presidente del Veneto, Luca Zaia, durante l’unità di crisi a Marghera.

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Aggiornamento del 23 febbraio, ore 10.20

Le ultime notizie sul contagio

Secondo il bilancio diffuso ieri notte, dopo un consiglio dei ministri durato circa tre ore nella sede della Protezione Civile, erano 76 le persone colpite nel nostro Paese in cinque Regioni: 54 in Lombardia, 17 in Veneto, 2 in Emilia Romagna, 2 nel Lazio, una in Piemonte. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha spiegato anche che è stato approvato un decreto legge per prendere alcune misure per tentare di arginare il diffondersi del coronavirus. Intanto però in mattinata i casi sarebbero saliti a 112, stando all’ultimo aggiornamento della Lombardia fornito dal presidente della Regione Attilio Fontana a SkyTg24: «I numeri della notte parlano di 89 infettati» ha spiegato. L’ultimo caso reso noto è quello di uno studente 17enne residente in un paese della Valtellina, che studia però all’istituto agrario di Codogno, e sarebbe risultato positivo.

Nel frattempo sono stati segnalati casi a Milano e a Torino: un residente di Sesto San Giovanni ricoverato al San Raffaele da una settimana e un abitante di Mediglia. L’uomo, che era ricoverato all’ospedale di Melegnano, è poi stato trasferito al Sacco di Milano. L’altro contagio è stato registrato anche all’ospedale Amedeo di Savoia di Torino. Si tratta di un uomo di 40 anni che ha avuto contatti con alcune delle persone contagiate in Lombardia perché lavora in una ditta di Cesano Boscone: ha un po’ di febbre, ma non sarebbe grave.

Il decreto legge

Ecco il comunicato stampa del governo:
Il divieto di allontanamento e quello di accesso al Comune o all’area interessata; la sospensione di manifestazioni, eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato; la sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole e dei viaggi di istruzione; la sospensione dell’apertura al pubblico dei musei; la sospensione delle procedure concorsuali e delle attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità.

L’applicazione della quarantena con sorveglianza attiva (sottoporsi a controlli periodici) a chi ha avuto contatti stretti con persone affette dal virus e la previsione dell’obbligo per chi fatto ingresso in Italia da zone a rischio epidemiologico di comunicarlo al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente, per l’adozione della misura di permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva; la sospensione dell’attività lavorativa per alcune tipologie di impresa e la chiusura di alcune tipologie di attività commerciale; la possibilità che l’accesso ai servizi pubblici essenziali e agli esercizi commerciali per l’acquisto di beni di prima necessità sia condizionato all’utilizzo di dispositivi di protezione individuale; la limitazione all’accesso o la sospensione dei servizi del trasporto di merci e di persone, salvo specifiche deroghe.

I comuni interessati Lombardia sono Codogno – dove vive la prima persona a cui è stato diagnosticato il coronavirus in Italia – Castiglione d’Adda, Casalpusterlengo, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e San Fiorano. L’unico comune veneto interessato è Vò Euganeo, il paese in provincia di Padova dove abitava l’uomo di 78 anni morto venerdì sera. Questi comuni saranno, a tutti gli effetti, zone rosse: non si entra e non si esce.

«Adotteremo sempre misure nel segno dell’adeguatezza e della proporzionalità — ha spiegato Conte —. Ora non ci sono i presupposti per chiedere la sospensione della libera circolazione delle persone. È una misura draconiana e sproporzionata rispetto alla necessità di contenere contagio. E poi cosa vogliamo fare dell’Italia un lazzaretto? Non ci sono le condizioni», ha detto il premier rivendicando che il governo intero si assume «la piena responsabilità politica» delle scelte fatte.

Il decreto dà anche maggiori poteri ai ministri competenti per bloccare alcuni eventi nelle zone vicine ai focolai. Il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha deciso di rinviare tutte le manifestazioni sportive previste per oggi in Lombardia e Veneto, fra cui anche alcune partite di Serie A. Inter-Sampdoria, Atalanta-Sassuolo e Verona-Cagliari.

Le vittime

Un 78enne nel padovano e una 75enne residente in Lombardia: sono le prime due vittime italiane del coronavirus. Il primo, Adriano Trevisan, era uno dei due contagiati della provincia di Padova, ricoverato da 15 giorni in condizioni gravi all’ospedale di Schiavonia, dove poi è deceduto. Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha disposto lo svuotamento della struttura. La seconda, secondo fonti sanitarie citate dall’Ansa, è una donna di Casalpusterlengo, che viveva da sola ed è morta in casa. Sarebbe stata contagiata perché nei giorni scorsi era stata al pronto soccorso di Codogno, lo stesso del 38enne indicato come “paziente 1”, che nel frattempo è stato trasferito al San Matteo Pavia e definito ‘stabile’. Il risultato positivo al test a cui era stata sottoposta la seconda vittima è arrivato dopo la sua morte.

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Aggiornamento delle 15.15
La donna è risultata positiva al virus, ma le cause del suo decesso sono da chiarire. “Aveva una serie di sue patologie. A questa persona post mortem è stato fatto il tampone ed è risultato positivo, ma ad oggi non possiamo dire, visto che manca l’autopsia e altri esami, se è morta a causa del coronavirus o per altre circostanze”, ha chiarito l’assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera.

Il contagio in Lombardia, Veneto e Piemonte e il lockdown

Le ultime notizie parlano di 32 casi in Lombardia e 9 in Veneto, numeri confermati dai rispettivi presidenti della regione Attilio Fontana e Luca Zaia. A Mira, nel veneziano, c’è un uomo di 77 anni risultato positivo al test, ora ricoverato in terapia intensiva. Il campione è stato inviato allo Spallanzani di Roma per la conferma.

In Lombardia, da Codogno il contagio si è allargato al pavese, dove due medici, marito e moglie, sono risultati positivi al primo controllo. Lui opera come medico di base a Pieve Porto Morone e Chignolo Po, lei è una pediatra che lavora nella zona di Codogno. Due altri nuovi casi sono stati registrati nelle ultime ore a Cremona.

In dieci paesi del Lodigiano – Casalpusterlengo, Codogno, Castiglione d’Adda, Fombio, Maleo, Somaglia, Bertonico, Terranova dei Passerini, Castelgerundo e Sanfiorano – la regione ha emesso un’ordinanza che vieta quasi tutte le attività all’aperto, e invitagli abitanti a rimanere in casa ed evitare contatti con altre persone. Sono state chiuse anche le stazioni ferroviarie a Codogno, Maleo e Casalpusterlengo.

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Aggiornamento delle 15.15
Il numero degli infettati in Lombardia è salito a 39, mentre in Veneto sono 11: diventano quindi 50 i contagi totali in Italia. Lo ha comunicato il presidente della Regione Attilio Fontana, sottolineando che si sono “tutti verificati” nella stessa area a sud di Lodi.

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Aggiornamento delle 19.30

Infezione di coronavirus anche a Milano. Lo riferisce la Regione Lombardia, secondo cui si tratta di un 78enne, “residente a Sesto San Giovanni, che è attualmente ricoverato all’Ospedale San Raffaele”. È uno “dei 7 nuovi casi appena confermati rispetto ai 39 già comunicati”. Gli altri 6 provengono dalle zone del Basso Lodigiano, già interessate dal contagio. Nel corso di una conferenza stampa del presidente della Regione Alberto Cirio è stato confermato un caso anche in Piemonte: si tratta di un 40enne di Torino, ricoverato all’ospedale Amedeo di Savoia. Dalle prime informazioni pare abbia avuto contatti con uno dei casi registrati in Lombardia.

Le prime guarigioni

Nel frattempo dallo Spallazani di Roma arriva la notizia della prima guarigione in Italia: si tratta del ricercatore italiano che era stato trasferito dalla struttura militare della Cecchignola, dove era in quarantena insieme ai connazionali rimpatriati da Wuhan: “È risultato persistentemente negativo ai test per il virus e verrà dimesso in giornata”, ha spiegato l’assessore alla Sanità del Regione Lazio Alessio D’Amato durante una conferenza stampa. E “si è negativizzato anche il marito della coppia cinese” prelevata dall’hotel Cavour, “è in buone condizioni di salute”.

Le dichiarazioni degli esperti

Il bilancio dei morti a livello mondiale è ora, secondo il calcolo della Johns Hopkins University, a quota 2.360, su 77.662 contagi. Il direttore dell’Organizzazione mondiale della Sanità, Tedros Adhanom, ha scritto su Twitter che nell’80 per cento dei casi il contagio da Coronavirus è lieve, nel 20% critico; nel 2% dei casi riportati, «il virus è fatale».

Il coronavirus “è una malattia non mortale, la ricerca fa grandi passi avanti”. È quanto ha detto il direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito, durante la conferenza stampa. “Il sistema funziona, il Paese regge. È stato deciso di fare scelte coraggiose come la chiusura dei voli”.

In una nota stampa i ricercatori del Consiglio nazionale osservano che “per evitare eccessivo allarmismo è bene ricordare innanzitutto che i casi registrati in Italia su una popolazione di 60 milioni di abitanti rendono comunque il rischio di infezione molto basso. Solo nelle zone attualmente interessate dalla circolazione il rischio è superiore e i cittadini devono seguire le indicazioni delle autorità sanitarie. Al di fuori di queste, la situazione rimane come nelle scorse settimane. L’infezione, dai dati epidemiologici oggi disponibili su decine di migliaia di casi, causa sintomi lievi/moderati (una specie di influenza) nell’80-90% dei casi. Nel 10-15% può svilupparsi una polmonite, il cui decorso è però benigno in assoluta maggioranza. Si calcola che solo il 4% dei pazienti richieda ricovero in terapia intensiva. Il rischio di gravi complicanze aumenta con l’età, e le persone sopra 65 anni e/o con patologie preesistenti o immunodepresse sono ovviamente più a rischio, così come lo sarebbero per l’influenza”.