Il museo sulla seconda guerra mondiale con le guide vestite da nazisti in Veneto | Rolling Stone Italia
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Il museo sulla seconda guerra mondiale con le guide vestite da nazisti in Veneto

Albert Kesselring è stato il comandante supremo dell'esercito nazista in Italia durante la seconda guerra mondiale. In Veneto hanno trasformato un suo bunker in un museo, scatenando le proteste dell'ANPI

Il museo sulla seconda guerra mondiale con le guide vestite da nazisti in Veneto

Albert Kesselring è stato il comandante supremo dell’esercito nazista in Italia durante la seconda guerra mondiale. Una figura consegnata alla storia del Novecento, verrebbe da dire, eppure in queste ore si sta riparlando di lui per un’operazione controversa: la “restaurazione e riqualificazione” del suo bunker a Recoaro Terme, in provincia di Vicenza, trasformato in un museo – operazione annunciata con grande gioia dal governatore del Veneto Luca Zaia sulla sua pagina Facebook. 

E fin qui non c’è niente di male: prendiamo un luogo simbolo della seconda guerra mondiale in Italia e trasformiamolo in un museo per insegnare la storia di quegli anni drammatici alle generazioni future. Se non che quest’iniziativa sulla carta lodevole nella pratica si è trasformata in qualcos’altro: non un’esposizione contestualizza e critica ma una specie di rievocazione storica, con tanto di guide e figuranti vestiti con le divise naziste. 

Da qui le polemiche e la denuncia dell’ANPI, “he la visita guidata venga fatta da persone in uniforme d’epoca della Wehrmacht lascia increduli tutti coloro che, nel rispetto della storia e della nostra Costituzione, condannano nazismo e fascismo e l’occupazione nazista dell’Italia che tanti lutti ha provocato al nostro Paese”. 

Dopo queste reazioni lo stesso Zaia ha fatto retromarcia, cancellando il post sulla sua pagina Facebook e prendendo le distanze dall’operazione. In una nota diffusa dal suo ufficio stampa, si spiega che “tutte le attività sui profili social riguardanti la promozione del territorio sono svolte in assoluta autonomia da una apposita struttura” e che Zaia si scusa “con tutte le parti che si siano sentite in qualche modo ferite da questo post, il cui intento non era certo quello di offendere sensibilità e memorie”.

Fatto sta che, al di là del singolo caso e delle gaffe politiche, forse sarebbe il caso di riflettere su cosa sia diventata la memoria del fascismo e della seconda guerra mondiale in Italia: siamo passati dall’apologia e dalla celebrazione delle parate in onore di Mussolini a Predappio al kitsch di un museo con le guide in costume.