Un altro inverno di pandemia, un altro inverno di stato di emergenza. Il governo Draghi avrebbe deciso di prorogare lo stato di emergenza fino al 31 marzo 2022, provvedimento che dovrebbe arrivare già oggi durante il Consiglio dei ministri. La decisione sarebbe condivisa da PD e M5S, mentre la Lega – che come al solito cerca di tenere un piede nel governo e un piede fuori – sarebbe un po’ più critica: ieri Salvini aveva detto di voler prima “aspettare i dati”.
Dati che però non sono affatto buoni. Alcune previsioni parlano di 30mila casi e 200-250 morti al giorno entro Natale e Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Speranza ha già detto che “l’inverno sarà durissimo”. Ieri i nuovi casi erano 12.712, circa 3000 più di lunedì scorso, e i morti sono stati 98. Intanto aumentano anche i ricoveri, gli ingressi in terapia intensiva – ormai circa 60 al giorno – e sempre più regioni procedono spedite verso l’ingresso in zona gialla. Il CDC degli Stati Uniti ha inserito l’Italia tra i Paesi a più alto rischio, sconsigliando ai cittadini americani di viaggiare nel nostro Paese.
Per tutti questi motivi la proroga dello stato di emergenza era quasi un atto dovuto. Le motivazioni sono sempre le stesse: mantenere lo stato di emergenza serve a tenere in piedi la struttura commissariale gestita dal generale Figliuolo, che si occupa della campagna vaccinale, e prendere più rapidamente le decisioni riguardo al contrasto della pandemia. Il problema è che lo stato di emergenza si può prorogare soltanto per due anni, che scadranno il 31 gennaio 2022.
Lo stato d’emergenza è stato approvato il 31 gennaio 2020 e da allora è stato rinnovato tre volte, con ogni rinnovo che ha prestato il fianco alle polemiche di Fratelli d’Italia – il partito di Giorgia Meloni si è infatti intestato la battaglia per un ritorno alla normalità che si configura come un’accettazione passiva della situazione esistente senza conferirle i caratteri dell’emergenza che è. In ogni caso, dopo il 31 gennaio 2022 non sarà più possibile rinnovarlo ma servirà una legge apposita. Per questo motivo il governo stava studiando metodi alternativi, come l’emanazione di una legge per dare nuovi poteri alla protezione civile, così da evitare una nuova proroga.
Intanto, da domani entra in vigore l’obbligo vaccinale – che è già entrato in vigore per medici e infermieri – per il personale scolastico e le forze di polizia. L’obbligo riguarda l’intero ciclo vaccinale di tre dosi, con il richiamo che deve essere fatto “entro i termini di validità delle certificazioni verdi Covid-19”, quindi entro 9 mesi dall’ultima somministrazione, pena la sospensione dal lavoro senza stipendio e multe che vanno dai 600 ai 1500 euro.