Il fintissimo volantino delle Brigate Rosse contro la "dittatura sanitaria" | Rolling Stone Italia
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Il fintissimo volantino delle Brigate Rosse contro la “dittatura sanitaria”

Alcuni politici hanno ricevuto dei volantini di minaccia firmati dalle "Brigate Rosse". Davvero è tornato il terrorismo? E perché le BR chiedono di "aprire tutto" e "liberare le forze dell'ordine dal dovere di multare chi viola i dpcm"?

Il fintissimo volantino delle Brigate Rosse contro la “dittatura sanitaria”

Foto via Twitter

Il libro che raccoglie i momenti più surreali di questa pandemia e delle tensioni sociali che sta provocando si arricchisce oggi di un nuovo capitolo con la vicenda delle lettere di minaccia inviate ad alcuni politici – il governatore del Veneto Zaia, quello dell’Emilia Romagna Bonaccini, e i sindaci di Bologna, Modena, Ravenna, Ferrara e Rimini – firmate dalle “Brigate Rosse”. A prima vista uno potrebbe pensare che la crisi sanitaria, economica e lo stato di emergenza prolungato abbiano riesumato il terrorismo rosso – potrebbe pensarlo, prima di leggere effettivamente cosa dice il volantino e quali richieste queste “Brigate Rosse” hanno avanzato.

Infatti basta una lettura per accorgersi che non c’è nemmeno una possibilità su un milione che il volantino sia vero. Sotto l’intestazione con il nome delle BR e la classica stella a cinque punte (nome scritto e logo disegnato male, tra l’altro), in un linguaggio burocratico, con l’impostazione di un contratto e una selva di caps lock da boomer su Facebook, le nuove Brigate Rosse chiedono infatti una serie di cose che non sono proprio in sintonia con il loro personaggio. 

“Il Popolo Italiano si è RISVEGLIATO e condanna la dittatura imposta da una classe politica incapace e impreparata in materia economico-finanziaria e sanitaria”, esordisce il volantino, annunciando l’intenzione di mandare bombe – anche questo un metodo mai usato dalle BR originali – in varie “sedi giornalistiche, sedi politiche, stazioni ferroviarie, banche, uffici pubblici e la RIVOLUZIONE AVRÀ INIZIO”. Fin qui il lessico ricorda più i forconi. 

Ma veniamo alle richieste. Punto primo: riaprire tutto. Ristoranti, bar, palestre, teatri, piscine, centri sportivi, cinema e luoghi di aggregazione sociale”. Punto secondo: riaprire tutte le scuole in presenza. Punto terzo: abolire lo smart working. Tutto ovviamente “SENZA LIMITI DI ORARIO, DISTANZIAMENTO E USO DI MASCHERINE”. Le nuove BR, in pratica, sono no mask, composte da negazionisti del Covid e con una linea politica più vicina a quella del segretario di Confindustria Bonomi che a quella del Partito comunista combattente. 

“Comunicare a tutti gli italiani che la Pandemia da Covid 19 è terminata” afferma poi il punto 5. Ma il migliore è il 6: “Liberare le forze dell’ordine dall’umiliante compito di controllare e multare i cittadini che violano le normative anti-covid”. Perché, giustamente, i brigatisti hanno bisogno che le forze dell’ordine si occupino di loro – altrimenti dove sta il brivido della lotta armata e della clandestinità? La chicca finale è la firma: “Le nuove / Brigate Rosse”. Andando a capo prima di firmare, come se avessero scritto “cordialmente, …” o “io sottoscritto, …”

Ovviamente il volantino è falso. Ovviamente. Eppure numerosi media italiani, a partire dal Corriere della Sera, l’hanno rilanciato come fosse vero titolando su un ritorno delle BR. E persino l’ANPI ha scritto un tweet di condanna esprimendo solidarietà ai destinatari. Insomma, va bene che il 2020 è stato un anno assurdo, ma anche all’assurdo c’è un limite. E quel limite è “le Brigate Rosse negazioniste del Covid e preoccupate per i poliziotti”.