Il Codacons – quell’ente che, a quanto pare, serve solo a fare le pulci a Fedez e Chiara Ferragni – è salito agli onori delle cronache questa volta per un motivo diverso: il suo calendario 2021. Il nuovo calendario dell’associazione italiana di tutela dei consumatori, infatti, quest’anno mostra 12 donne “vestite” soltanto di una mascherina tricolore, con delle cartoline che celebrano le città e i borghi più belli d’Italia. Il calendario si chiama Italienza, crasi di “Italia” e “resilienza”, e voleva celebrare “la ripartenza della nostra Italia dopo la pandemia”.
Non è stato tanto questo però, quanto il fatto che l’iniziativa sia stata accompagnata da un concorso per “votare” la foto più “artistica” tra quella delle modelle nude. Ovviamente sia la pagina Facebook dell’associazione che Twitter si sono presto riempiti di reazioni negative, portando il caso persino in politica: Calenda, leader di Azione, ha scritto che “l’iniziativa è coerente con i loro obiettivi statutari e l’idea di donna è l’unica che il solitario neurone di Rienzi [il presidente del Codacons] riesce a concepire”.
Persino la fotografa Tiziana Luxardo ha scelto di dissociarsi dall’opera, dicendo che l’idea della votazione non era sua ma del Codacons. “Le mie foto sono assai poco erotiche, volevano soltanto raccontare l’armonia attraverso forme femminili”, ha detto. Mentre riguardo alla votazione, ha spiegato che “non ne sapevo nulla e non c’entra niente con il mio lavoro”.
Oltretutto si tratta di un calendario fuori tempo massimo, visto che ormai nemmeno più il famoso calendario Pirelli usa il nudo. “Senza moralismi di sorta troviamo il calendario inopportuno e poco innovativo da parte di Codacons che dovrebbe tutelare consumatrici e consumatori, che per giunta ripropone una versione stereotipata della donna”, è stato il commento dei centri antiviolenza della Rete Dire.
In tutto questo, il presidente del Codacons Carlo Rienzi ha respinto le critiche. “Gli scatti del calendario non sono certo erotici, e nulla hanno a che fare con la nudità di ben altri calendari in cui l’immagine della donna viene umiliata e involgarita. Chi confonde questo messaggio, probabilmente ha nel suo retaggio culturale una visione distorta e sbagliata della donna, una malizia da sradicare ed estirpare”.