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I parlamentari che non vogliono Zelensky a Montecitorio

Oggi il presidente ucraino interverrà in diretta video davanti al parlamento riunito in seduta comune, ma non tutti sono disposti ad ascoltarlo

Foto di Anadolu Agency via Getty Images

Questa mattina Volodymyr Zelensky interverrà in collegamento video a Montecitorio, sede della Camera dei deputati, davanti al parlamento riunito in seduta comune.

Un appuntamento importante che fa seguito a una serie di incontri a distanza che il presidente ucraino ha tenuto nelle ultime settimane nell’ottica di rinsaldare l’alleanza tra Kiyv e l’Unione Europea – ad esempio, il 18 marzo ha parlato di fronte al Bundestag, il parlamento tedesco, mentre tre settimane fa aveva pronunciato un discorso al parlamento europeo.

A poche ore dall’incontro, gli umori dei rappresentanti italiani sono contrastanti: alcuni diserteranno apertamente, come la senatrice calabrese Bianca Laura Granato, eletta con il Movimento 5 Stelle e attualmente accasata al gruppo misto, che ieri, in un video di 7 minuti pubblicato sul canale Telegram “Dentro la notizia” è giunta a dichiarare: «Penso che Putin stia conducendo un’importante battaglia non solo per la Russia ma per tutti noi. Quindi a lui dico: uniamo le forze» (peraltro, secondo un report dell’intelligence italiana dello scorso 7 marzo, la senatrice si starebbe trasformando, consapevolmente o meno, in un megafono della propaganda russa).

Gli altri malumori per la diretta di Zelensky riguardano soprattutto il Movimento 5 Stelle e stanno causando qualche problema a Giuseppe Conte, che nelle ultime settimane ha provato a presentarsi come il leader di un partito unito in difesa del popolo ucraino e nel segno del pieno sostegno alla causa di Kiyv. Eppure, diversi parlamentari pentastellati non sembrano allineati all’indirizzo di Conte, a cominciare da Vito Petrocelli,  presidente della Commissione Esteri del Senato, che ha già annunciato che non sarà presente in aula – le posizioni di Petrocelli sono traballanti già da qualche settimana: il 1° marzo ha votato contro la risoluzione della maggioranza che, fra le altre cose, impegnava il nostro Paese a inviare (anche) equipaggiamenti militari all’Ucraina.

Anche la deputata Enrica Segneri sta causando qualche imbarazzo al “Movimento 5 Stelle filo-ucraino” desiderato da Conte: in un’intervista rilasciata all’agenzia stampa Agi, la parlamentare ha infatti dichiarato che «Non sono e non mi sento filorussa ma domani non sarò in Aula a sentire Zelensky», rigettando però le accuse che l’hanno etichettata come sostenitrice di Putin: «Non è vero, sono vicina alla comunità Lgbt e non potrei mai essere al fianco di una persona che non riconosce i diritti, vengo da un’altra storia».

Non mancheranno transfughi neppure tra le file della Lega: i parlamentari Simone Pillon e Vito Comencini, infatti, hanno fatto sapere che non prenderanno parte alla seduta.

Anche i membri di Alternativa – un gruppo di parlamentari nato da una scissione del Movimento 5 Stelle – hanno fatto sapere di non vedere di buon occhio l’intervento di Zelensky a Montecitorio, reputandolo una «operazione di marketing» e facendo sapere che «non parteciperemo alla seduta comune delle Camere in cui è previsto l’intervento in tandem in videoconferenza del presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, e del presidente del Consiglio, Mario Draghi».

 

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