Se c’era un modo per farsi odiare dagli italiani di più che aprendo una crisi di governo in mezzo a una pandemia, forse Matteo Renzi l’ha trovato: aprire una crisi di governo in mezzo a una pandemia e nel frattempo volare in Arabia Saudita – probabilmente il regime più autoritario del mondo, una monarchia assoluta dove le donne non hanno diritti e i giornalisti dissidenti finiscono ammazzati e fatti a pezzi – a parlare a un evento, pagato profumatamente, elogiando il Paese e il suo leader de facto, Mohammed bin Salman.
Perché è proprio quello che ha fatto Renzi. Nelle ultime ore, l’ex leader del PD – che, ricordiamo, in questo momento rimane un senatore della Repubblica nonché il capo di un gruppo parlamentare fondamentale per la costituzione del nuovo governo – è al centro delle polemiche sia per la decisione di andare in Arabia Saudita che soprattutto per le cose che ha detto.
"È un grande piacere e un grande onore essere qui con il grande principe Mohammad bin Salman. Per me è un privilegio poter parlare con te di Rinascimento. Credo che l'Arabia Saudita possa essere il luogo per un nuovo Rinascimento. Vostra Altezza, grazie"
Che pena. #Renzi pic.twitter.com/r4hob6ehCu
— Abolizione del suffragio universale (@AUniversale) January 28, 2021
“È un grande piacere e un grande onore essere qui con il grande principe Mohammed bin Salman”, esordisce Renzi nel suo discorso, trasmesso sulla tv di Stato saudita, prima di lanciarsi in un paragone tra l’Italia del Rinascimento e l’Arabia Saudita di oggi, che secondo Renzi potrebbe “essere il luogo per un nuovo Rinascimento”.
Ma non solo: in un altro passo del suo discorso Renzi parla del costo del lavoro in Arabia Saudita, estremamente basso, e dice che “da italiano lo invidia”. In Arabia Saudita il costo del lavoro è basso perché i sindacati e gli scioperi sono illegali e i lavoratori non hanno diritti – esistono persino forme di schiavitù.
Ma anche lasciando perdere quest’ultimo aspetto e lasciando perdere l’opportunità per un leader che si professa progressista di andare a parlare bene di una monarchia assoluta e reazionaria, resta un altro punto dirimente: è giusto che un senatore della Repubblica, che è pagato per fare gli interessi dell’Italia, prenda soldi da un Paese estero?