L’eutanasia legale, ossia la libertà di poter decidere quando vivere e quando morire se si hanno gravi patologie che rendono la vita uno stillicidio non degno di essere vissuto, è un diritto fondamentale – uno dei tanti su cui il nostro Paese è ancora purtroppo indietro. Nelle ultime settimane però c’è un barlume di speranza per il futuro: una raccolta fonde perché si faccia un referendum sul tema, promossa dal Comitato per l’eutanasia legale e dall’Associazione Luca Coscioni, ha superato le 320mila firme. A dimostrazione del fatto che la questione in realtà agli italiani sta a cuore e che è la politica a essere in ritardo sulla società.
“Mentre in Spagna si inizia ad applicare la legge sull’eutanasia”, spiega Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni e nome noto di tante battaglie per i diritti civili, in Italia c’è un “menefreghismo assoluto che unisce i capi di tutti i grossi partiti”. Nonostante il loro silenzio, però, “si sono mossi finora oltre 320.000 cittadine e cittadini che hanno firmato il referendum per l’eutanasia legale” e “si sono mobilitati tantissimi Sindaci, assessori, Parlamentari, esponenti locali e strutture di partito a livello regionale o cittadino che hanno deciso di rompere la conscongiuraegna del silenzio imposta sul referendum”.
“È un risultato straordinario, destinato a crescere nelle prossime settimane e ad avvicinare una riforma di libertà che il Parlamento si è rifiutato di prendere in considerazione da 37 anni”, spiega Cappato. E in effetti a oggi hanno aderito alla campagna ben 78 sindaci (tra cui quelli di alcune delle principali città italiane: Torino, Bologna, Napoli, Parma, Palermo) oltre che 31 deputati e 9 senatori. E anche tre rappresentanti del governo Draghi: il viceministro dell’Infrastrutture Teresa Bellanova, il sottosegretario all’Interno Ivan Scalfarotto e il sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova.
Il referendum è stato depositato lo scorso 20 aprile su iniziativa dell’Associazione Luca Coscioni. Il questo prevede una parziale abrogazione dell’articolo 579 del Codice penale, che impedisce l’eutanasia. IN caso di approvazione il medico avrebbe la possibilità di intervenire su richiesta del paziente per assisterlo direttamente nel fine vita, ponendo così fine alla pratica dell’eutanasia clandestina, che è pratica comune in Italia.