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Ecco perché la rivoluzione di Elon Musk su Twitter (per ora) deve attendere

Dopo esserne diventato il maggiore azionista, alcune sue proposte avevano preoccupato i vertici e i dipendenti della piattaforma. Ma per quanto l’uomo più ricco (e influente) del mondo saprà resistere?

Foto via Getty

La rivoluzione su Twitter di Elon Musk ha subito un brusco stop. Il Ceo di Tesla e Space X, nonché uomo più ricco del mondo, ha infatti rinunciato al posto nel consiglio di amministrazione di Twitter, di cui era diventato recentemente il maggiore azionista. Lo ha annunciato il direttore generale del social network, Parag Agrawal: «Elon Musk ha deciso di non unirsi al nostro consiglio», ha twittato. E ha spiegato nel dettaglio i motivi: «Il suo arrivo nel consiglio sarebbe diventato ufficialmente effettivo il 9 aprile, ma Elon ha fatto sapere quella stessa mattina che non si sarebbe più unito al consiglio», ha spiegato in un messaggio allo staff di Twitter, che ha condiviso sulla piattaforma. «Abbiamo e apprezzeremo sempre la partecipazione dei nostri azionisti, indipendentemente dal fatto che facciano parte del nostro consiglio o meno. Elon è il nostro maggiore azionista e rimarremo aperti alla sua partecipazione», ha concluso.

Elon Musk aveva annunciato all’inizio di aprile di aver acquisito una partecipazione del 9,2% nel capitale di Twitter, diventandone così il maggiore azionista. Nel documento inviato al regolatore di Borsa si era poi premurato di specificare che tale partecipazione era “passiva”, cioè che non avrebbe voluto influenzare nelle decisioni strategiche. Difficile, comunque, che uno come lui non potesse influenzare. Da un lato perché era già un utente attivo del social network con ben 80,5 milioni di iscritti e poi, forse preso dall’entusiasmo, aveva effettuato un sondaggio sul suo profilo per chiedere se gli utenti di Twitter volessero un pulsante “modifica” per correggere un tweet dopo la pubblicazione. Una votazione alla quale hanno partecipato “solo” 4,4 milioni di persone, delle quali il 73% ha risposto “sì”. Tanto che la piattaforma è stata costretta a rispondere che stava testando questa funzionalità, che molti utenti richiedevano da anni. Non solo, perché subito dopo Elon Musk si è chiesto se il social network stesse “morendo”, citando account molto popolari ma inattivi.

E ancora, non contento, ha fatto trapelare altre idee per rivoluzionale la piattaforma che non erano di certo piccoli dettagli, come per esempio: concedere segni di verifica automatica agli utenti premium e eliminare la pubblicità (che ad oggi è il 90% dei ricavi 2021) e persino che avrebbe proposto di trasformare la sede di Twitter di San Francisco in un rifugio per senzatetto. Infatti, secondo il Washington Post diversi dipendenti di Twitter avevano iniziato a far trapelare la loro preoccupazione, ritenendo in particolare che i valori dell’uomo più ricco del mondo non fossero allineati con la cultura aziendale del social. Anche per questo, nelle ultime ore, è arrivato il passo indietro con la decisione di non entrare nel consiglio di amministrazione di Twitter e che si atterrà all’accordo di mantenere la sua quota non superiore al 14,9%. E per riportare tutto alla calma (per ora) Musk ha pubblicato, sempre sulla piattaforma, una risposta con una singola emoji dopo la spiegazione del Ceo di Twitter: una faccia sorridente con una mano sulla bocca. Chissà per quanto, però, riuscirà a contenere la sua esuberanza.

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