Ecco perché chiederemo scusa a Lucia Borgonzoni | Rolling Stone Italia
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Ecco perché chiederemo scusa a Lucia Borgonzoni

Il sottosegretario alla Cultura che non legge da tre anni è più contemporaneo del Premio Strega

Ecco perché chiederemo scusa a Lucia Borgonzoni

Il sottosegretario Borgonzoni, foto IPA

Il premio, il più delle volte, passa. Ciò che rappresenta diventa, invece, sempre più rilevante. In concomitanza con ogni competizione cinematografica si prova, con tutti i se e i ma del caso, a capire cosa oggi è riconducibile a ciò che rappresenta uno spazio ma non una storia che può essere raccontata attraverso strumenti contemporanei.

Il confronto ha innescato una competizione che sta facendo bene a tutti, in primis al cinema che sta cambiando per essere, di nuovo, centrale. Lo stesso ragionamento non è stato esteso ad altri ambiti culturali che potrebbero giovare di una rianimazione analoga. La letteratura italiana pare essere morta, ben prima delle dichiarazioni di Lucia Borgonzoni, sottosegretario alla Cultura, che senza vergognarsi troppo ha fatto sapere di non leggere da 3 anni.

Del decesso dovrebbero risponderne gli scrittori e gli editori che hanno deciso di non essere più contemporanei. 3 dei 5 libri candidati al Premio Strega (che sarà consegnato giovedì 5) si rifanno al passato. Questa sera è già domani di Lia Levi e Resto Qui di Marco Balzano rimandano, nello specifico, alla Seconda Guerra Mondiale, periodo storico sempre più centrale nella produzione letteraria del Bel Paese.

Il passato, in particolare quello relativo alle pagine peggiori del secolo scorso, è diventato un alibi. Lo scrittore medio crede di aver assolto al suo compito intellettuale se prova a dare la sua versione su una storia che smette di scorrerci dentro ogni volta che diventa materiale da museo. Il lettore non è scemo e tra una spiegazione e una storia sceglie sempre la seconda. Se questo è un uomo di Primo Levi è ciclicamente nella classifica dei libri più venduti di IBS.

Se questo è un uomo è diventato, nel corso dei decenni, un manifesto decisivo perché l’autore ha provato a fotografare, in prima persona, il momento che stava vivendo.

Lo scrittore medio e vivente ogni volta che rinuncia a questa scoperta priva le generazioni future del regalo che Primo Levi ha fatto alla nostra. Chi verrà dopo di noi, leggendo i libri pubblicati in questi anni, rifletterà inevitabilmente sullo Stargate odierno.

Solo allora chiederemo scusa a Lucia Borgonzoni. Non sarà lei a uccidere la letteratura italiana, morta per mano di ogni singolo operaio culturale che ha paura del presente.

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