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È giusto allevare i polpi per mangiarli?

Il primo allevamento commerciale di polpi al mondo sta per aprire i battenti in Spagna. Ma scienziati e ambientalisti sono critici, perché i polpi sono come "alieni intelligenti provenienti da un altro pianeta"

Foto via Unsplash

Si allevano pecore, mucche, capre, maiali. Ma anche salmoni e trote. E allora perché la notizia della probabile apertura di un allevamento di polpi – che sarebbe il primo nel mondo – sta suscitando tanto scalpore?

Andiamo con ordine. La multinazionale spagnola, Nueva Pescanova, ha annunciato che inizierà la commercializzazione del polpo d’allevamento la prossima estate. Secondo PortSEurope, l’allevamento avrà sede nell’entroterra, vicino al porto di Las Palmas, nelle Isole Canarie, e produrrà 3 mila tonnellate di polpo all’anno. La multinazionale sostiene che questa attività contribuirà a limitare la cattura dei polpi allo stato brado (il loro numero sta diminuendo e i prezzi salgono. Si stima che ogni anno vengano catturate 350.000 tonnellate di polpi, più di 10 volte tanto rispetto al 1950). Ma non ha risposto alle domande della Bbc, che chiedeva dettagli sulle condizioni in cui saranno tenuti i molluschi, sul cibo che mangeranno e sulle modalità della loro uccisione.

Il gruppo internazionale di ricercatori Compassion in World Farming, però, si sta opponendo ai progetti della multinazionale, e ha scritto ai Governi di diversi Paesi, inclusa la Spagna, chiedendo che vengano fermati. Sì, perché «questi animali sono animali fantastici. Sono solitari e molto intelligenti. Quindi metterli in vasche sterili, senza una stimolazione cognitiva, è sbagliato», spiega Elena Lara, responsabile della ricerca del Compassion in World Farming. Chi ha visto il documentario Il mio amico in fondo al mare (My octopus teacher, su Netflix) può intuire di che cosa si sta parlando.

Un team di esperti ha analizzato oltre 300 studi scientifici e ha concluso che i polpi sono “esseri senzienti”: ci sono “forti prove scientifiche” del fatto che possono provare piacere, eccitazione e gioia, così come dolore e angoscia. Gli autori della ricerca sono “convinti che un allevamento di polpi” che garantisca un “alto benessere” sia “impossibile” e che il governo “potrebbe prendere in considerazione un divieto di importazione di polpi d’allevamento”, in futuro.

Uomini e polpi hanno anche un antenato comune, vissuto 560 milioni di anni fa. “Abbiamo un esempio di un organismo che si è evoluto per raggiungere un’intelligenza estremamente paragonabile alla nostra”, dice alla BBC il biologo evoluzionista Jakob Vinther, dell’Università di Bristol, a proposito del polpo. “La sua capacità di risoluzione dei problemi, la giocosità e la curiosità sono molto simili a quelle degli umani”. Insomma, un polpo è un po’ come “un alieno intelligente proveniente da un altro pianeta”.

Però, perché si può allevare un maiale, ma non un polpo? Secondo Elena Lara, “dal momento che i maiali sono addomesticati da molti anni, abbiamo una conoscenza sufficiente dei loro bisogni e sappiamo come migliorare le loro vite” – anche in allevamento. Il problema con i polpi, secondo Lara, “è che sono completamente selvatici, quindi non sappiamo esattamente di cosa hanno bisogno o come possiamo dare loro una vita migliore”.

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