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Dopo l’assalto alla CGIL di sabato, si riparla di sciogliere le organizzazioni neofasciste

Il PD ha presentato una mozione per "procedere allo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista"

Stefano Montesi - Corbis/Corbis via Getty Images

Dopo i fatti di sabato scorso, quando al termine di una manifestazione contro il Green Pass in piazza del Popolo a Roma una folla guidata da membri del gruppo neofascista Forza Nuova ha assaltato la sede della CGIL penetrando all’interno del palazzo e arrivando fino al quarto piano, dove si trova l’ufficio del segretario generale Maurizio Lundini, un tema è tornato di grande attualità nel dibattito politico italiano: quello dello scioglimento delle organizzazioni che si richiamano esplicitamente al fascismo e al ventennio. 

È qualcosa di cui si parla periodicamente, ogni volta che i movimento dell’estrema destra non istituzionale – si tratti di CasaPound, Forza Nuova, Lealtà e Azione o chi per loro – conquistano l’attenzione dell’opinione pubblica e le prime pagine dei giornali con le loro azioni. Ogni volta si fanno appelli per il loro scioglimento, magari chiedendo l’applicazione della XII disposizione transitoria della Costituzione che vieta “la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. E ogni volta però nella pratica non succede nulla. 

Adesso il dibattito è tornato di attualità anche perché i fatti di Roma sono di una gravità decisamente superiore a quello che la società è abituata a vedere – e tollerare – dai movimenti neofascisti. Per cui si è mossa persino la politica: ieri tra Camera e Senato sono state presentate ben tre mozioni per chiedere al governo di sciogliere le organizzazioni neofasciste. 

La più importante è quella presentata dal PD, che chiede di “procedere allo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista” sulla base appunto della XII disposizione transitoria della Costituzione. Altre due mozioni simili sono state presentate in Senato una da PSI e Italia Viva e una da LeU. In quella di LeU si cita espressamente non solo Forza Nuova, ma anche CasaPound e Lealtà e Azione, e tra i firmatari c’è anche la senatrice a vita Liliana Segre. 

Per quanto da anni se ne parli e da anni non si faccia niente, in realtà lo scioglimento delle organizzazioni neofasciste avrebbe dei precedenti, che però risalgono a un periodo storico che non ci fa molto piacere ricordare. Negli anni Settanta la XII disposizione transitoria della Costituzione fu utilizzata per sciogliere Ordine Nuovo (nel 1973) e Avanguardia Nazionale (nel 1977).

Proprio il fatto che l’unico precedente riguardi quel periodo è probabilmente uno dei motivi che hanno sempre agito da freno di fronte a provvedimenti di questo tipo. I due precedenti riguardanti Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, infatti, sono legati a sentenze della magistratura – un elemento che manca per Forza Nuova. 

E in effetti le prime conseguenze delle mozioni non si sono fatte aspettare. La destra, confondendo apposta le acque, sta già interpretando le proposte di sciogliere i movimenti neofascisti come dei tentativi di metterle il bavaglio. Giorgia Meloni, accusata di continuare a non condannare il fascismo – dopo i fatti di sabato ha parlato di “squadrismo” dicendo però di non conoscerne “la matrice” – è passata all’attacco accusando il PD di voler mettere a tacere Fratelli d’Italia. Riprendendo la polemica, oggi Il Giornale ha potuto titolare: “La sinistra prova il blitz: Vogliono abolire la Meloni”. 

Intanto, dopo i fatti di sabato, 12 persone tra quelle che hanno assaltato la sede della CGIL sono state arrestate – tra queste il leader nazionale di Forza Nuova Roberto Fiore e il leader romano Giuliano Castellino. E oltre alle diverse mozioni presentate in Parlamento per chiedere lo scioglimento dell’organizzazione, la Polizia postale ha sequestrato il sito internet di FN per il reato di “istigazione a delinquere aggravato dall’utilizzo di strumenti informatici o telematici”.

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