La Regione Lazio ha negato il patrocinio al Gay Pride di Roma | Rolling Stone Italia
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La Regione Lazio ha negato il patrocinio al Gay Pride di Roma

Le pressioni delle associazioni Pro Vita hanno vinto ancora: il governatore Francesco Rocca ha revocato l'appoggio della Regione alla manifestazione. Il motivo? Promuoverebbe l'utero in affitto

La Regione Lazio ha negato il patrocinio al Gay Pride di Roma

Foto di Stefano Montesi Corbis/Getty Images

Dopo avere inizialmente lasciato intendere di volere fornire il proprio appoggio alla manifestazione, il governatore del Lazio Francesco Rocca ha deciso di cedere alle richieste della maggioranza di destra che lo sostiene e di revocare il patrocinio al Roma Pride 2023.

Il cambio di atteggiamento di Rocca è da rileggere alla luce delle battaglie che Meloni e soci stanno portando avanti sul fronte della gestazione per altri (GPA), nell’ottica di renderla un “reato universale” (ne avevamo scritto qui) e, di conseguenza, perseguibile anche se eseguita all’estero.

Il sigillo istituzionale della Regione «non può, né potrà mai, essere utilizzato a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica dell’utero in affitto», ha infatti spiegato il governatore.

A favorire il cambio di atteggiamento è stata anche l’attività di pressione dell’associazione antiabortista Pro Vita e Famiglia, che nei giorni scorsi aveva segnalato questo passaggio del documento definendo il sostegno della Regione «schizofrenico», viste le posizioni del governo sul tema.

Rocca è stato duramente criticato non solo dagli organizzatori dell’evento, ma anche dalle opposizioni, a livello locale e nazionale. Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri del Partito Democratico ha confermato il patrocinio del Comune e la sua presenza alla manifestazione, a cui parteciperà anche la segretaria del PD, Elly Schlein.

Anche alcune personalità della musica italiane hanno dato il loro appoggio alla causa: ad esempio, con una storia su Instagram, Elodie ha scritto: «Tutto il mio sostegno a chi promuove una società che rispetta tutti! Vergogna».

Dall’altro lato della barricata, Rocca ha ottenuto il sostegno di colleghi e difensori a oltranza della famiglia tradizionale, su tutti l’ex senatore Simone Pillon, che in un tweet ha appoggiato la decisione del governatore.