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Cosa dice il nuovo decreto anti-Covid

Il Dcpm in vigore da oggi proroga fino al 31 luglio le misure per il contenimento del virus: ecco tutti i punti

Cosa dice il nuovo decreto anti-Covid

I navigli di Milano

Foto: Mairo Cinquetti/NurPhoto via Getty Images

Il nuovo decreto proroga fino al 31 luglio le misure per il contenimento del Covid-19. Un articolo e tre brevi commi in cui si rimanda alle leggi in vigore e quindi vengono confermate le precauzioni fondamentali: mascherina obbligatoria nei luoghi chiusi, distanziamento e divieto di assembramento. Tra le novità più importanti: in Lombardia non c’è più l’obbligo di tenere il dispositivo di protezione e all’aperto, in vigore fino al 14 luglio, a meno che non sia possibile mantenere la distanza. E questa regola vale in tutta Italia, visto che resta ovunque il divieto di assembramento. È necessario indossarlo nei negozi, negli uffici pubblici, in cinema, teatri e musei. Sui mezzi di trasporto pubblico la durata di una mascherina è di quattro ore, poi dev’essere cambiata altrimenti scatta l’obbligo di distanziamento sociale.

Per chi viaggia in aereo rimangono la regola del distanziamento e l’obbligo di indossare la mascherina (che deve essere cambiata pure qui ogni quattro ore). Ma ci sono due novità per chi ha il bagaglio a mano: torna la possibilità di portare il trolley in cabina e si prevedono percorsi e procedure specifiche per evitare assembramenti al momento dell’imbarco e della discesa. E spunta il «contenitore monouso» dove mettere gli abiti dei passeggeri nelle cappelliere, per evitare il contatto.

Saranno aumentati i controlli nei luoghi della movida e in tutti i posti dove c’è il rischio concreto che le persone non riescano a tenere la distanza, soprattutto se c’è affollamento. E dunque, serve la mascherina se si sta in fila in attesa di entrare in un luogo pubblico o privato, nei bar e nei ristoranti quando ci si alza dal tavolo, per entrare in palestra, quando si sta dal parrucchiere, dal barbiere o nei centri estetici. Vale per i clienti, ma vale soprattutto per gestori e personale che sono obbligati a tenerla sempre addosso. Non è invece obbligatorio indossarla negli uffici privati.

Sui treni a lunga percorrenza «è possibile usufruire dei servizi di ristorazione e assistenza a bordo treno per i viaggi a media lunga percorrenza con modalità semplificate che evitino il transito dei passeggeri per recarsi al vagone bar. In particolare, il servizio è assicurato con la consegna “al posto” di alimenti e bevande in confezione sigillata e monodose, da parte di personale dotato di mascherina e guanti».

Il governo ha deciso di prorogare il spostare la riapertura delle discoteche al 31 luglio. Nei locali all’aperto è invece consentito l’ingresso, ma non si potrà ballare in pista. Discorso analogo e previsione di divieto è stato fatto per sagre, fiere ed eventi pubblici a causa del rischio di affollamento. Il decreto legge tuttora in vigore delega comunque alle Regioni la scelta di decidere in autonomia le riaperture sulla base dell’ andamento dei contagi e dei risultati del monitoraggio che tiene conto della tenuta delle strutture sanitarie e della curva epidemica.

Prorogato inoltre fino al 31 luglio «il divieto di ingresso e transito in Italia di chi nei quattordici giorni antecedenti ha soggiornato o è transitato in 13 Paesi: Armenia, Bahrein, Bangladesh, Brasile, Bosnia Erzegovina, Cile, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana». Gli italiani che si trovano in questi Paesi possono rientrare in Italia ma sono obbligati a rimanere per 14 giorni in quarantena. Idem per gli chi proviene dagli Stati Uniti. La quarantena è stata confermata «per tutti gli arrivi dai Paesi extra Ue ed extra Schengen come misura precauzionale per evitare la diffusione del contagio». Particolare attenzione «è rivolta agli sbarchi sulle nostre coste con rigorosi controlli sanitari ed obbligo di quarantena per tutti coloro che arrivano». Il timore che si creino nuovi focolai, soprattutto nelle comunità straniere, ha spinto numerosi governatori a firmare ordinanze che prevedano il trasferimento obbligatorio negli «alberghi sanitari» e in altre strutture qualora i cittadini vivano in condizioni di affollamento e dunque non sia possibile garantire l’ isolamento se esistono casi positivi oppure a rischio contagio.