Cosa dice il nuovo decreto anti-Covid del governo Draghi | Rolling Stone Italia
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Cosa dice il nuovo decreto anti-Covid del governo Draghi

Cambiano le regole su Green Pass e terze dosi, chiudono le discoteche, diventano obbligatorie le mascherine all'aperto e le FFP2 al chiuso. Sono le misure del governo per cercare di fermare l'ondata di variante Omicron

Cosa dice il nuovo decreto anti-Covid del governo Draghi

Foto CDC/Getty Images

Dopo una settimana di attendismo per “aspettare i dati”, ieri il governo ha varato nuove misure – in verità piuttosto timide – per contrastare l’ondata di contagi provocata dal diffondersi in Italia della variante Omicron.

Le misure varate sono quelle che già ci si aspettava dalle indiscrezioni dei giorni scorsi: il Green Pass non dura più 9 mesi da solo 6; la terza dose si può fare a partire da 4 mesi dalla seconda; le mascherine diventano obbligatorie ovunque (anche all’aperto) e in particolare al chiuso diventano obbligatorie le FFP2. Per il momento però non ci sono chiusure, salvo per discoteche e sale da ballo, e fino al 31 gennaio sono vietati “gli eventi, le feste e i concerti, comunque denominati, che implichino assembramenti in spazi all’aperto”. 

Viene poi estesa l’applicazione del “Green Pass rafforzato” che diventa obbligatorio per bar e ristoranti (anche per il consumo al banco), piscine, palestre, musei, sale da gioco. Si introduce inoltre un “Mega Green Pass” – non è il nome ufficiale – ovvero la combinazione di vaccinazione e tampone negativo, che per ora serve per entrare come visitatori in RSA e strutture per anziani. 

Tutte queste misure rendono sostanzialmente obsoleto il sistema a zone che era stato utilizzato fin qui per affrontare la pandemia. Inoltre nel decreto del governo non vengono approvate alcune delle misure più discusse – e più richieste – negli ultimi giorni, come l’obbligo di tampone negativo per partecipare agli eventi al chiuso e l’obbligo vaccinale per i dipendenti della pubblica amministrazione. 

La strategia del governo Draghi sembra quindi quella di puntare sulle terze dosi e sull’uso delle mascherine FFP2 sperando che la combinazione delle due cose sia sufficiente ad arginare l’ondata di contagi – ondata che ieri ha raggiunto un nuovo picco massimo dall’inizio della pandemia: 44.595 casi in 24 ore. I morti sono ancora pochi (168) ma il tasso di positività al 4,9% indica una circolazione del virus molto ampia.

Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, inoltre, la variante Omicron è al 28% di prevalenza nel Paese, con un tasso di raddoppio ogni due giorni – il che indica, tra l’altro, che i dati stessi sono già vecchi e che quando arriveranno i prossimi Omicron sarà dominante.

La curva dei contagi sembra confermare tutto ciò, mostrando una forte accelerazione negli ultimi giorni. La situazione è particolarmente critica a Milano – definita dal Corriere della Sera il “focolaio d’Italia” – e in generale in Lombardia, dove ieri sono stati registrati 13mila contagi, la variante Omicron è stimata al 40%, il tasso di positiva è oltre il 5% e la situazione tamponi, per dirla con il presidente dell’Ordine dei medici milanese, “è ingestibile”.