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Cosa ci sarà nella prima finanziaria del governo Draghi

Si parla di taglio delle tasse, conferme del Reddito di cittadinanza e del Superbonus per le ristrutturazioni, riforma della Quota 100

Cosa ci sarà nella prima finanziaria del governo Draghi

Alessandra Benedetti - Corbis/Corbis via Getty Images

Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato il Documento programmatico di bilancio, ovvero il documento che prepara la prossima manovra finanziaria. Non si tratta di una versione definitiva – il bilancio dovrà prima essere approvato dalla Commissione europea – ma è indicativo per capire quali sono le priorità del governo Draghi in materia di economia. 

La manovra finanziaria per il 2022 sarà da circa 23 miliardi totali. Di questi, 8 sono stati stanziati per il taglio delle tasse: si vorrebbe abbassare l’Irpef sui redditi fino a 55mila euro annui (attualmente al 38%), ma ovviamente i dettagli non ci sono ancora. Un miliardo verrà destinato allo stanziamento per il Reddito di cittadinanza, che quindi arriva ad avere 8,8 miliardi totali, mentre 2 miliardi andranno al Fondo sanitario nazionale e un altro miliardo a un fondo creato ad hoc per contrastare l’aumento delle bollette. Tra gli altri provvedimenti previsti ci sono la proroga del Superbonus del 110% per le ristrutturazioni, fondi per il giubileo e le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina, la proroga del bonus per l’acquisto di tv e decoder. 

Il tema di cui si parla di più è però quello delle pensioni. L’idea del governo Draghi è infatti quella di non rinnovare la Quota 100, che scade a fine 2021, per sostituirla con un’alternativa meno favorevole per i lavoratori – la Quota 102 nel 2022 e la Quota 104 nel 2o23 – ed eliminando l’Opzione donna, che permette alle donne di andare in pensione a 58-59 anni con 35 anni di contributi. 

Il partito che più si è messo di traverso sul tema è la Lega, che aveva accettato di dire addio alla Quota 100 ma avrebbe preferito farlo in tempi più lunghi. I ministri leghisti hanno votato il Documento programmatico di bilancio “con riserva”, ma Giancarlo Giorgetti – sempre più proiettato in una posizione di leadership nel partito – ha detto che sul tema non è stata ancora presa alcuna decisione. 

Un altro tema di cui si discute è quello del salario minimo. La commissione Lavoro del Senato ha iniziato a esaminare una proposta di legge sul tema presentata dalla senatrice del Movimento 5 Stelle Nunzia Catalfo, che era già stata una delle menti dietro al Reddito di cittadinanza. La proposta prevede un salario minimo di 9 euro all’ora e ricalca leggi che, in Europa, esistono già in 21 Paesi su 27. Il tema del salario minimo è tornato d’attualità dopo la pubblicazione di una recente analisi effettuata dalla fondazione indipendente Openpolis e basata sui dati Ocse, che ha mostrato come l’Italia e la Grecia siano gli unici due Paesi europei in cui negli ultimi 20 anni gli stipendi medi sono diminuiti invece che aumentare – in pratica, oggi si guadagna meno che nel 2000.