Cosa ci insegna sull’Italia la storia dell’uomo che è andato a vaccinarsi col braccio in silicone | Rolling Stone Italia
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Cosa ci insegna sull’Italia la storia dell’uomo che è andato a vaccinarsi col braccio in silicone

Ieri sera il dentista no vax di Biella che ha provato a farsi vaccinare con un braccio finto era in tv a spiegare le sue ragioni, dicendo che la sua era una "provocazione". Un'altra grande vittoria dello spirito italiano

Cosa ci insegna sull’Italia la storia dell’uomo che è andato a vaccinarsi col braccio in silicone

Siamo a dicembre. La variante Omicron del coronavirus sta facendo risalire il numero dei contagi in tutto il mondo, preoccupando le autorità sanitarie, spingendo i governi a prendere nuovamente alcune misure restrittive, mettendo in dubbio l’effettiva efficacia dei vaccini. In Italia ci sono circa 17mila casi al giorno. E negli ultimi giorni il nostro Paese è stato sui giornali di tutto il mondo per l’impresa di un uomo di Biella che si è recato al centro vaccinale con un braccio finto in silicone per farsi vaccinare senza farsi vaccinare.

La storia penso che la conosciate tutti, perché appunto per la sua assurdità è diventata così virale da finire persino sui media internazionali. Giovedì scorso Guido Russo, dentista 57enne di Biella – no vax, sospeso dall’Ordine dei medici e che aveva bisogno di ottenere il Green Pass per tornare a lavorare – è andato al centro vaccinale della sua città per ricevere il vaccino. Solo che in realtà non si voleva vaccinare, quindi ha avuto la geniale idea di nascondere il suo braccio vero sotto un braccio finto in silicone per farsi iniettare il vaccino in quello. Sperando che l’ago non bucasse la plastica. L’infermiera ha dapprima pensato che si trattasse di una protesi e che il paziente le avesse porto il braccio sbagliato, poi ha capito. Russo è stato denunciato.

E insomma, la storia potrebbe finire qui ed essere l’ennesimo caso di genio italiano, quello per cui siamo famosi in tutto il mondo. Se non che Guido Russo nel frattempo è diventato una specie di icona no vax – complici anche i media mainstream che si sono tuffati a bomba sulla sua vicenda. Ieri sera il dentista col braccio in silicone è stato ospite di Non è l’arena, il programma di Massimo Giletti su La7, dove ha fatto un piccolo show cercando di minimizzare i fatti e di fare la vittima.

Russo ha detto che il suo non era un tentativo di frodare lo stato e far sprecare una dose di vaccino – vaccino che, ricordiamolo sempre, l’Italia ha il privilegio di avere e che in altri Paesi, specie nel terzo mondo, è molto più difficile ottenere – ma una “provocazione”. Voleva “suscitare audience” ma ha ammesso di non esserci riuscito: “ho realizzato di non avercela fatta e di non essere un buon attore”. E subito dopo, mentre finiva sulle pagine di giornale di mezzo mondo, è andato a farselo davvero, il vaccino: “Ho dovuto vaccinarmi, ho dovuto piegarmi al sistema che obbliga i sanitari a vaccinarsi. Mi sono vaccinato esattamente il giorno dopo del braccio finto”, ha confessato.

La storia di Russo è, come si suol dire, tipicamente italiana. C’è la situazione che, come diceva Ennio Flaiano, “è grave ma non seria”, c’è la regola generale che dovrebbe valere per tutti, c’è il furbetto che pensa di essere più sveglio e intelligente degli altri e cerca di aggirarla con qualche stratagemma, c’è il momento in cui si scopre che il suo stratagemma non era così intelligente come sembrava, c’è la spettacolarizzazione mediatica del tutto con l’invito in televisione e i 15 minuti di celebrità, c’è il vittimismo chiagni e fotti.

Tra le vittorie sportive e la ritrovata importanza politica in Europa, il 2021 è stato davvero un anno memorabile per l’Italia: era giusto consegnare agli annali anche questo momento emblematico dello spirito italiano. Il dentista di Biella che prova a rubare il Green Pass andando a farsi vaccinare con il braccio finto è un po’ l’equivalente della vittoria degli Europei, con Alberto Sordi che tira il rigore decisivo al posto di Jorginho.