Cosa abbiamo visto alla manifestazione di Fridays For Future di Milano, con Greta Thunberg | Rolling Stone Italia
Politica

Cosa abbiamo visto alla manifestazione di Fridays For Future di Milano, con Greta Thunberg

L'attivista svedese 18enne era a Milano per la pre-Cop26, l’appuntamento introduttivo alla ventiseiesima conferenza sul cambiamento climatico organizzata dalle Nazioni Unite, e ha marciato con migliaia di studenti

Cosa abbiamo visto alla manifestazione di Fridays For Future di Milano, con Greta Thunberg

Stefano Guidi/Getty Images

Oggi, venerdì 1 ottobre 2021, in una grande manifestazione per la questione climatica, hanno sfilato per Milano migliaia di giovani e di attivisti – 50mila per gli organizzatori, 7mila per la Questura, e come al solito la verità sta da qualche parte nel mezzo. In ogni caso la manifestazione ha senza ombra di dubbio avuto grande rilevanza anche internazionale, e ha comunque raccolto numeri molto grandi se comparati alle manifestazioni pubbliche post-lockdown.

Il successo e la rilevanza mediatica dell’evento di oggi sono senza dubbio dovuti alla presenza in corteo della stessa Greta Thunberg, l’attivista svedese, oggi diciottenne, che nell’agosto 2018 ha cominciato a scioperare – dapprima da sola – ogni venerdì contro il disinteresse del governo svedese nei confronti delle politiche ecologiche. Il movimento si è ben presto allargato in tutto il mondo, e Greta è diventata simbolo e principale figura di riferimento dei giovani di tutto il mondo che già andavano covando simili proccupazioni. Così nell’ottobre del 2018 nasce il movimento internazionale dei Fridays for Future, che subito riempie le piazze di tutto il mondo di milioni di giovani che pretendono una soluzione sistematica e definitiva al disastro ecologico in corso.

Stefano Guidi/Getty Images

Greta è a Milano per la pre-Cop26, l’appuntamento introduttivo alla ventiseiesima conferenza sul cambiamento climatico organizzata dalle Nazioni Unite, quest’anno organizzata da Regno Unito e Italia insieme. In particolare l’attivista svedese ha fatto scalpore con il suo discorso, pronunciato martedì 28 settembre all’apertura della Youth4Climate, la conferenza di tre giorni a cui hanno partecipato e parlato due giovani per ognuno dei 197 paesi ONU, in cui Greta ha letteralmente accusato i leader internazionali di fare tanto “bla bla bla”, pronunciare fiumi di parole in cui fingono di interessarsi alle questioni del clima, cercando di convincere i giovani del loro interessamento nella questione, mentre appena voltano le spalle continuano a fare i loro interessi, ad aprire miniere e a sfruttare risorse irresponsabilmente, come nulla fosse.

MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images

Nel discorso, dai toni piuttosto radicali, Greta ha affermato che non possiamo lasciare ai potenti della Terra la responsabilità di decidere per la gente quale sia la speranza, dato che la speranza può venire solo dalla gente, e dall’agire della gente per la verità. “Noi vogliamo la giustizia climatica, e la vogliamo ora”.

Il corteo di stamattina è cominciato, come di consueto per le manifestazioni studentesche milanesi, in largo Cairoli, di fronte al Castello Sforzesco. La piazza era molto partecipata anche se non si sono raggiunti i livelli dell’oceanico Friday’s for Future del 15 marzo 2019, quando a Milano erano state dichiarate 100mila persone in corteo. In ogni caso era chiaro che svariate migliaia di giovani e giovanissimi fossero presenti, e considerata la situazione pandemica e il fatto che le scuole siano ricominciate da pochissimo, il segnale è chiaro: la questione climatica non è stata una moda passeggera, ma continua a essere una delle principali preoccupazioni delle nuove generazioni, pronte a scendere in piazza, anche ad anni di distanza dalle prime manifestazioni, per chiedere una soluzione definitiva al problema.

MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images

Il corteo, come solito per i Friday’s for Future, è stato caratterizzato da cartelli con scritte ironiche, giochi di parole ma anche slogan piuttosto radicali; come già detto i presenti sono per la maggior parte giovanissimi, e fuori da alcuni spezzoni di attivisti o sigle è difficile trovare qualcuno che abbia più di 18 anni. I cori e gli slogan chiedono una soluzione immediata al problema, una soluzione sistemica (“system change, not climate change”); il clima è festoso, colorato – per lo più di verde – e allegro, ma al contempo è chiaro che chi è in piazza non è lì per divertirsi, ma perché crede non ci sia più tempo da perdere per risolvere la questione.

Lo dimostra uno slogan – “il cambiamento climatico non è una passeggiata” – e lo stesso tracciato del percorso, molto lungo e tortuoso, che dal Duomo arriva fino alla vecchia Fiera, dove si svolge la pre-Cop26; quasi una decina di chilometri, con una significativa tappa in Piazza Affari, dove il palazzo della Borsa viene imbrattato dagli attivisti con stencil di mani insanguinate.

MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images

Alla testa del corteo sta Greta, insieme agli attivisti internazionali – tra cui la celebre ugandese Vanessa Nakate, altra leader del movimento – che hanno partecipato alla Youth4Climate. Un cordone di attivisti italiani dei Fridays distanzia il gruppo di cui fa parte dal resto del corteo, fungendo da servizio d’ordine che impedisce anche l’inevitabile assalto da parte dei giornalisti.

All’arrivo in piazza Damiano Chiesa, a poche centinaia di metri dalla sede della pre-Cop26, è pronto un palco; d’intorno vengono organizzati anche cestini per la raccolta differenziata, di modo che chi si ferma a mangiare o a bere
qualcosa eviti di riempire di rifiuti la piazza.

MIGUEL MEDINA/AFP via Getty Images

Dal palco parlano, dopo una breve introduzione da parte di attivisti italiani, quelli internazionali. I discorsi si svolgono direttamente in inglese, ma per la massa di giovanissimi non è un problema la mancanza di traduzione. Ovviamente, ciò che ha scaldato più la piazza è stato l’intervento di Greta, che, dopo aver ringraziato i giovani milanesi per aver partecipato in numeri così vasti, ha ribadito: “Siamo qui in strada perché sappiamo che il cambiamento può venire dalle strade, può venire da noi, non viene di certo da quelle conferenze”. Tra urla entusiaste della folla, ha chiuso il suo intervento mostrando il pugno al cielo e cantando lo slogan “We are unstoppable! A better world is possible!”, ripetuto e cantato da tutta la piazza; e a vedere l’energia e la determinazione di questi giovani, questa non sembra essere solo retorica.