Chi era Raffaele Cutolo, il boss della camorra che ha ispirato "Don Raffaè" di De Andrè | Rolling Stone Italia
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Chi era Raffaele Cutolo, il boss della camorra che ha ispirato “Don Raffaè” di De André

Ex capo della Nuova Camorra Organizzata, è stato uno dei criminali più famosi d'Italia. Era detenuto in regime di 41bis ed è morto ieri notte dopo essere trasferito in ospedale dal carcere

Chi era Raffaele Cutolo, il boss della camorra che ha ispirato “Don Raffaè” di De André

Foto: Wikipedia

“Io mi chiamo Pasquale Cafiero e son brigadiere del carcere oinè”. Comincia così Don Raffaè, una delle più famose canzoni di De André in cui un agente di polizia penitenziaria fa l’elogio di un boss della mafia con cui ha a che fare tutti i giorni e che gli sembra proprio una brava persona. Ecco, quel boss è morto ieri sera: Raffaele Cutolo, ex boss della Nuova Camorra Organizzata. 

Nato nel 1941 a Ottaviano, in provincia di Napoli, Cutolo aveva commesso il suo primo omicidio, durante una rissa, a 22 anni. Condannato a 24 anni di reclusione, si fa un nome in carcere sfidando a duello un boss della camorra, Antonio Spavone. Nel 1970 torna momentaneamente libero in attesa del verdetto della Cassazione e si dà alla latitanza, che dura fino al 1971. Durante la detenzione a Poggioreale formerà la Nuova Camorra Organizzata, un’organizzazione mafiosa basata sul sul culto della sua personalità. 

Dopo aver ottenuto l’infermità mentale e il trasferimento in un’ospedale psichiatrico giudiziario nel 1977, l’anno successivo evade e torna latitante. Durante questa latitanza avrà contatti con la banda della Magliana e con altre organizzazioni criminali, nonché con i servizi segreti che vorrebbero usarlo come intermediario per lavorare alla liberazione di Aldo Moro. Verrà catturato nel 1979. Ancora durante la detenzione di Cutolo la Nuova Camorra Organizzata  continuerà a operare fino al 1983, quando in un maxi-blitz saranno arrestate 856 persone. 

Detenuto da anni al 41bis, Cutolo è morto ieri sera dopo essere stato trasferito in ospedale dal carcere di Parma dove era detenuto, di setticemia del cavo orale in conseguenza di una polmonite bilaterale. Dall’inizio dell’epidemia il suo avvocato chiedeva che gli venissero concessi gli arresti domiciliari per le sue condizioni di salute precarie, ma non sono mai arrivati. 

L’identificazione di Don Raffaè con Cutolo viene da un articolo del Corriere della Sera firmato da Mario Luzzatto Fegiz nel 1997. Lo stesso Cutolo pensò che la canzone fosse ispirata a lui e scrisse a De Andrè per chiedere conferma in merito, e per ringraziarlo, complimentandosi con lui per come era riuscito a rappresentare la sua personalità senza averlo mai incontrato. De Andrè aveva risposto senza confermare né smentire, e aveva poi interrotto i contatti dopo una seconda lettera di Cutolo. Cutolo era anche stato protagonista del film d’esordio di Giuseppe Tornatore, Il camorrista