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Che cosa c’è nei tweet italiani dei troll russi?

Il fact checker David Puente ha esaminato il database pubblicato da Fivethirtyeight: i tweet in italiano sono 18mila e poco significativi, ma molti sono stati rimossi in partenza per circoscrivere l’analisi alla sfera americana

Negli ultimi giorni si è parlato molto di un possibile coinvolgimento dell’Internet Research Agency – la “fabbrica dei troll” che avrebbe condizionato la campagna presidenziale americana del 2016, favorendo l’elezione di Donald Trump – nel dibattito politico italiano in rete. Nel database di 3 milioni tweet collegati all’IRA raccolto dagli analisti del sito FiveThirtyEight, infatti, compaiono alcune migliaia di contenuti in lingua italiana e in stile “populista”.

“Sedicimila tweet in italiano e 143 finti profili con un bassissimo numero di follower sono finiti nel mirino dell’Fbi. Il primo obiettivo era screditare il governo Renzi” ha scritto Repubblica, e alcuni parlamentari del PD hanno chiesto l’apertura di una commissione d’inchiesta per capire l’influenza sul dibattito italiano della fabbrica di San Pietroburgo.

Il materiale è stato esaminato dal fact checker David Puente, che individuato 18mila tweet in lingua italiana – dove venivano taggati politici come Maurizio Gasparri, Maria Elena Boschi, Magdi Allam -, la maggior parte retweet collegati ad account dell’IRA, con un picco d’attività tra giugno e ottobre 2017. “Tutto ciò cosa significa? Che sono account appartenenti alla “rete russa“? Significa soltanto che gli account associati all’IRA hanno fatto retweet di contenuti dove diversi utenti rispondevano o taggavano Elena07617349 (uno degli account collegati all’agenzia,nda)”, scrive Puente sul suo blog.

L’analisi è comunque incompleta: lo studio FiveThirtyEight è circoscritto alla sfera americana, e molti dati sono stati rimossi per semplificare il dataset. Al momento, scrive Puente, “non si può ritenere a pieno che i dati dimostrino qualcosa di collegato a una fabbrica di troll in Italia”. Potete leggere la sua analisi qui.

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